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23 Novembre 2024 01:48

La denuncia di una ragazza: “Violentata dal figlio di La Russa dopo la serata in discoteca”. Indaga la procura di Milano

La narrazione di questa vicenda, così come l’ha raccontata la giovane ragazza, è molto simile al racconto di altra violenze sessuali che si ripetono continuamente all’ombra delle movide: serata in discoteca con gli amici, perdita di controllo di sé stessi e risveglio con la drammatica sensazione di aver subito un abuso sessuale

Leonardo Apache Larussa figlio 19enne terzo genito del presidente del Senato Ignazio La Russa, è stato denunciato da una ragazza per violenza sessuale. La denuncia è stata presentata a Milano e sul caso indaga la procura. A dare la notizia è il Corriere della Sera.  La denuncia è stata depositata da una ragazza di 22 anni alla Procura di Milano che ha aperto un’inchiesta affidata al pm Rosaria Stagnaro e coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. I presunti abusi sarebbero avvenuti dopo una serata in discoteca a Milano. Il figlio di Larussa si difende: “Non c’è stata nessuna costrizione”. L’ avvocato Stefano Benvenuto che assiste la giovane ragazza a sua volta non commenta: “È una questione delicata. Non rilascio dichiarazioni per rispetto della legge penale”.

La narrazione di questa vicenda, così come l’ha raccontata la giovane ragazza, è molto simile al racconto di altra violenze sessuali che si ripetono continuamente all’ombra delle movide: serata in discoteca con gli amici, perdita di controllo di sé stessi e risveglio con la drammatica sensazione di aver subito un abuso sessuale. Dai racconti sembra di riassistere alla vicenda che ha coinvolto il figlio di Beppe Grillo accusato anch’egli per avere abusato di una ragazza insieme a degli amici.

Qualche tempo fa sui media si parlò del figlio Leonardo di La Russa perché era un rapper con il nome d’arte di “Larus“. In un video in cui canta un brano dice: “Sono tutto matto / Sono tutto fatto“. All’epoca suo padre spiegò: “Fa il rapper per hobby. Non è fatto, il significato è diverso. Comunque, i padri sono sempre gli ultimi a saperlo, ma se lo acchiappo con la droga lo ammazzo”. Aggiungendo: “Lui mi ha detto che se in queste canzoni non ci si mette le parolacce non hanno senso. Gli ho chiesto: perché? Lui mi ha risposto: “Papà, non sai un c… dei rapper”. Io sono un liberale. Ho le mie idee e non voglio imporle a nessuno, neanche a mio figlio“»”. Gli altri figli di La Russa, Lorenzo è laureato in giurisprudenza ed è stato eletto consigliere nel municipio 1 di Milano. Geronimo, figlio di Marika Cattare, è anche lui avvocato e presidente dell’ ACI Milano e Monza.

Leonardo Apache Larussa

La denunciata violenza sessuale sarebbe accaduto lo scorso 18 maggio. La ragazza ha 22 anni e viene da una famiglia benestante milanese. Era uscita a mezzanotte con un’amica per andare in una discoteca del centro vicino al Duomo, ed ha dichiarato agli investigatori: “Mentre ballavamo mi ero accorta della presenza di un mio compagno di scuola di liceo (…) Leonardo La Russa, figlio di Ignazio La Russa. Ci salutammo e da quel momento non ricordo più niente“. Ricorda solo di aver bevuto due drink prima di risvegliarsi “in assoluto stato confusionale” e di essersi trovata nuda nel letto di casa Larussa accanto al giovane Leonardo nudo anche lui.

“Gli ho chiesto immediatamente spiegazioni del perché fossi lì in quanto non mi ricordavo nulla della serata”, racconta la ragazza che, “spaventata” chiede “cosa fosse successo, come siamo arrivati a casa, dove fossimo”. Leonardo Larussa, secondo la giovane, risponde così: “Mi disse “siamo venuti qui dopo la discoteca con la mia macchina” riferendole che “aveva avuto un rapporto con me sotto effetto di sostanze stupefacenti”.

Leonardo Larussa, secondo il racconto della ragazza, le avrebbe rivelato che anche un suo amico, che stava dormendo (lei non lo ha mai visto) in un’altra stanza, “aveva avuto un rapporto con me a mia insaputa”, dopo che entrambi i ragazzi l’avevano spogliata. A quel punto la ragazza scrive un messaggio all’amica con cui si era recata in discoteca: “Non mi ricordo nulla, raccontami di ieri, sono stata drogata?”. Questa la risposta: “Penso ti abbia drogata. Non mi ascoltavi, poi sei corsa via perché non ti ho più trovata” aggiungendo “Stavi benissimo fino a prima che ti portò il drink, ho provato a portarti via non riuscendovi“. L’amica le spiega di averla notata “euforica” ed aggiunge di averla vista baciare il figlio del presidente del Senato.

Il racconto della ragazza continua, riferendo di sentirsi presa dalla vergogna. Chiede al figlio di Larussa di riavere i suoi vestiti che erano rimasti al piano di sotto, e descrive l’appartamento a due piani in cui vive Leonardo. A un certo punto nel racconto entra in scena anche il presidente del Senato: “Intorno alle 12.30 Ignazio la Russa si affacciò alla camera vedendomi nel letto. Se ne andò via“. La ragazza voleva andarsene, ma Leonardo la ferma: “Mi disse “pretendo un bacio, se no non ti faccio uscireed a quel punto si avvicinò e mi baciò contro la mia volontà. Non dissi nulla per paura“. Lei scrive l’indirizzo dello stabile da cui era riuscita ad uscire e va a prendere la metropolitana. Chiama la madre che la convince ad andare alla clinica Manganelli. Qui le riscontrano un’ecchimosi al collo e una ferita a una coscia. Risulta anche positiva alla cocaina.

La ragazza riferisce di avere avuto per tutto il giorno nausee e capogiri. Il giorno dopo il figlio di La Russa le manda un messaggio su Instagram: “Io per paura non risposi”. Una quarantina di giorni dopo presenta la denuncia. L’ avvocato Adriano Bazzoni, che difende Leonardo La Russa, afferma che non ha letto ancora le carte dell’accusa ed aggiunge anche che “in base a quanto ci state dicendo, sembra che la giovane si riferisca a una notte nella quale ad avviso di Leonardo non vi fu alcuna forma di costrizione: è stata d’accordo nel trascorrere il dopo discoteca con il mio assistito, liberamente andando con lui a casa sua, passando la notte e rimanendo con lui fino a mezzogiorno successivo, per poi salutarsi normalmente”. Una perfetta ricostruzione difensiva.

Il legale di Leonardo Larussa aggiunge: “Leonardo è molto scosso ed esclude che la ragazza possa aver detto qualcosa del genere nei suoi confronti, così come esclude di aver avuto rapporti insieme ad una terza persona. Quanto a quello che la ragazza avrebbe consumato, non solo esclude di averglielo offerto, ma, qualora si vedesse attribuire questo tipo di condotta, si vedrebbe costretto a sporgere denuncia”.

La ragazza e le amiche che erano con lei non sono ancora state convocate in Procura. Le indagini sono alla stadio iniziale e dal Palazzo di Giustizia milanese trapela un certo disappunto per la fuga di notizie che rende l’inchiesta più complicata.

La difesa di Ignazio Larussa

“Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante“. Sono le prime dichiarazioni di Ignazio La Russa dopo la notizia che il suo terzogenito, Leonardo Apache, è indagato per violenza sessuale.  La nota del presidente del Senato continua: “Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale, ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio“. “Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne da notizia (cioè il Corriere della Sera, ndr) – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”.

“Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero“.

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