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26 Novembre 2024 00:13

La Procura di Milano sequestra lo smartphone cellulare di Leonardo La Russa (senza sim)

Prima di procedere al sequestro, inquirenti e investigatori hanno lasciato la possibilità al giovane di consegnare autonomamente il suo smartphone. Il ruolo delle Sim è stato sinora inutilmente sopravvalutato. Ai nostri giorni basta collegarsi ad una rete wi-fi qualsiasi e si può telefonare anche attraverso WhatsApp. Oppure con Telegram, app di messaggistica sempre più diffusa.

La Procura di Milano ha emesso un decreto di sequestroche è stato eseguito dagli investigatori della Squadra Mobile milanese, per il cellulare di Leonardo Apache La Russa, figlio terzogenito del presidente del Senato, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia presentata nei suoi confronti da un’ex compagna di liceo . Fonti qualificate hanno confermato all’Agenzia Giornalistica Italia (AGI) la notizia . Prima di procedere al sequestro, inquirenti e investigatori hanno lasciato la possibilità al giovane di consegnare autonomamente il suo smartphone dalla quale è stata rimossa la scheda sim, operazione avvenuta alla presenza dell’avvocato Adriano Bazzoni, difensore del giovane Larussa.

Il ruolo delle Sim è stato sinora inutilmente sopravvalutato. Quella piccola scheda a cui è associato il nostro numero di telefono, che negli anni si è fatta sempre più piccola, e che presto scomparirà in favore delle eSim, le schede virtuali, consente a un telefono di usare la rete cellulare per effettuare chiamate e inviare Sms e di collegarsi alla rete dati ( Internet) . Ed al suo interno dispone di una memoria su cui salvare altri numeri di telefono, immagini, vocali audio ecc..

L’ingresso agli uffici della Procura di Milano

Ai nostri giorni è molto più facile e probabile che la nostra rubrica telefonica si trovi sul dispositivo che usiamo op sull’ account cloud. Perché è qui che i nuovi numeri vengono memorizzati di default, a meno che non si scelga di cambiare questa impostazione per utilizzare la Sim. Col passare del tempo le persone hanno iniziato a trasferire da un telefono all’altro non solo i loro numeri della rubrica, ma anche fotografie, video, indirizzi e-mail e cronologia delle chat di app di messaggistica istantanea come WhatsApp, Telegram, Signal, Messanger . La rubrica dei contatti è diventata semplicemente una parte dell’archivio digitale che ci accompagna da un telefono all’altro. Lo smartphone, insomma, sa tutto di noi, con Sim o senza Sim.

La Sim in poche parole non risulta essere più così fondamentale per effettuare chiamate. Ai nostri giorni basta collegarsi ad una rete wi-fi qualsiasi e si può telefonare anche attraverso WhatsApp. Oppure con Telegram, app di messaggistica sempre più diffusa.

WhatsApp, Telegram e Messanger continuano a funzionare, sul proprio smartphone, anche quando la Sim non è presente nel telefono. Proprio in virtù della connessione wi-fi che garantisce la ricezione e l’invio di dati attraverso Internet. La Sim, nel caso di queste app di messaggistica istantanea, è essenziale solo in fase di registrazione al servizio. Dopodichè non è più richiesta. Se venisse a mancare, sarebbe comunque possibile accedere alle proprie conversazioni, comprese quelle passate. E si potrebbe effettuare qualsiasi operazione: dalla ricerca di messaggi – usando una parola chiave – a quella di contenuti multimediali come foto e video.

Dal 29 giugno cioè dal giorno in cui è stata presentata la denuncia pervenuta in procura a Milano il 3 luglio – il cellulare del figlio di La Russa, dal quale potrebbero essere rinvenuti ed estratti elementi utili alle indagini e a chiarire la veridicità del racconto della ragazza, sinora non era stato sequestrato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro che coordinano gli investigatori della squadra mobile a causa di problemi tecnico-giuridici in quanto la scheda sim era intestata ad Ignazio Larussa.

Il senatore La Russa ha affidato a un avvocato l’incarico di tutelare legalmente la sua famiglia: “Adesso basta”.  Il presidente del Senato è dell’idea che il mondo della politica, ed in particolare le opposizioni ma anche quello dell’informazione abbiano superato ogni limite”. “Io sto zitto da giorni, ma qui parlano e scrivono tutti e dicono cose non vere — si è sfogato con i collaboratori il presidente del Senato — Si è creato un brutto clima e non posso più accettare le strumentalizzazioni su una vicenda privata“. Larussa a suo dire non ha commentato la vicenda che coinvolge suo figlio “da istituzione“, ma “da avvocato e genitore” di un ragazzo denunciato per stupro da una coetanea dopo una nottata a base di sesso passata insieme a Leonardo Apache a casa La Russa.

L’energico allerta degli avvocati di Larussa con la minaccia di reagire a colpi di carte bollate arrivano all’indomani della moral suasion di Sergio Mattarella sulla giustizia. Un problema, per la maggioranza di governo al punto tale che la premier Meloni, giovedì sera, uscendo dal Quirinale  ha raccomandato ai “fedelissimi” e ai ministri di chiudere la bocca evitando dichiarazioni su un tema incendiario a causa delle inchieste che colpiscono a vario titolo Larussa, Santanchè e Del Mastro tutti e tre esponenti di Fratelli d’Italia.

Tra i testimoni ascoltati dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano, c’è anche la madre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa. Stando al suo racconto, la 22enne si sarebbe rivolta alla madre dopo la presunta violenza alla quale riferì “i fatti in modo scosso e generale, senza scendere nei particolari, chiedendo che venisse a casa“. La madre poi l’accompagnò alla Clinica Mangiagalli dove, dopo la visita, venne accertata e certificata “la presenza di ecchimosi e di un graffio alla coscia”Al momento sono una decina i testimoni ascoltati. Nei prossimi giorni potrebbero essere convocati altre persone presenti in discoteca nella serata su cui si indaga, .

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