di Redazione Inchieste
La normativa federale svizzera sui casinò sembrerebbe essere stringente in materia di trasparenza non solo societaria, ma anche sui propri giocatori, per i quali la case di gioco elvetiche devono produrre alla Commissione Federale delle schede dei singoli giocatori-clienti che hanno dei conti di deposito presso le case da gioco. Ma in realtà abbiamo scoperto che non sempre è così.
E’ il caso del Casinò Admiral di Mendrisio dove non è mai stata fornita la scheda di un cliente-giocatore italiano, tale C.P. residente in Emilia Romagna, che peraltro è stato denunciato penalmente da una dipendente del casinò B.M. per delle molestie sessuali subite sul luogo di lavoro, sconfinate in un tentativo di aggressione fisica al termine del turno di lavoro, quando la dipendente usciva per prendere la propria auto e veniva aggredita nel parcheggio sotterraneo del casino. Aggressione accaduta peraltro alla presenza di testimoni, che è sfociata in una denuncia penale alla Polizia Svizzera che starebbe per concludere le indagini chiedendo al giudice una condanna penale nei confronti del cliente-giocatore del casinò.
La gestione a dir poco allegra e superficiale del Casinò Admiral di Mendrisio (Svizzera) non si è limitata a non pretendere dal cliente italiano, la prevista dichiarazione sulla provenienza dei suoi fondi versati su un conto deposito acceso presso il Casinò Admiral, ma a seguito delle molestie e dell’ aggressione fisica subite dalla propria dipendente, non solo non l’ha difesa, e l’ha persino costretta l’indomani a tornare sul luogo di lavoro, facendole ritrovare seduto al tavolo da gioco il molestatore C.P. nei cui confronti non era stato adottato alcun provvedimento dalla direzione del Casinò, venendo anzi ospitato dall’ Admiral nell’ hotel convenzionato.
Il cliente giocatore romagnolo C.P. per mettere in cattiva luce la dipendente B.M del casinò che aveva rifiutato le sue avances sessuali, i suoi inviti a pranzo ed a cena su un lago svizzero, aveva protestato con la direzione del casinò inventandosi storie di sana pianta nei confronti della povera dipendente, chiedendone il licenziamento, ed aveva chiuso il conto deposito presso la cassa del Casino Admiral sul quale erano depositati a suo nome circa 60/70mila euro.
B.M. la dipendente italiana del Casinò a seguito dello choc subito, conseguente alle molestie ed all’aggressione fisica patita sul luogo di lavoro, che le hanno comportato attacchi di panico, incubi notturni, venendo di fatto costretta addirittura a cambiare il suo nome e cognome sui social network sui quali era stata stalkerizzata dal giocatore italiano C.P. persino con chiamate e video chiamate alle quali sono attualmente in corso delle indagini in corso della Polizia Postale italiana, è dovuta ricorrere per il trauma subito ad una lunga terapia psicologica di supporto di un primario neurologo di una struttura ospedaliera pugliese, che è stata verificata ed accertata persino dalla consulenza medico-sanitaria di un professionista svizzero incaricato dalla compagnia assicurativa AXA (a cui si era rivolta il Casinò Admiral S.A.) il quale l’ ha dichiarata “inabile al lavoro” sino al successivo 31 luglio.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo all’aggressione alla dipendente B.M. del Casinò Admiral da parte del giocatore-cliente italiano C.P. , il quale incredibilmente nonostante tutto ciò, dopo una settimana, prenotava un nuovo soggiorno nell’Hotel Coronado di Mendrisio come sempre “ospite” (il costo per una stanza oscilla fra i 300 ed i 400 euro a notte – Fonte: Booking.com) a spese del Casinò Admiral, ma in quel viaggio dall’ Emilia Romagna dove risiede, alla Svizzera per recarsi a giocare al casinò (solo…?) , è stato fermato e perquisito in dogana al confine Italia-Svizzera dalla Guardia di Finanza che gli ha scoperto addosso occultati, ben 100mila euro di dubbia provenienza, sequestrandoli e segnalando il tutto all’ Autorità giudiziaria italiana.
C.P. è quindi arrivato nel tardo pomeriggio al Casinò Admiral dove ci risulta abbia chiesto di ottenere un esposizione creditizia sulla fiducia alla cassa del casinò , che gli è stata negata, e quindi si sarebbe rivolto a degli usurai cinesi che bazzicano assiduamente il Casinò Admiral di Mendrisio a caccia di giocatori senza fido o perdenti a caccia di soldi in prestito, il tutto ripreso dalle telecamere a circuito chiuso interne al Casinò, immagini tenute gelosamente secretate dalla sicurezza e direzione del Casinò che non risulta aver mai informato la competente Polizia e magistratura elevetica.
Per ripicca il giocatore dopo qualche giorno, per la precisione lo scorso 1 maggio, per timore di essere fermato nuovamente in dogana dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Como, ha cambiato Casinò, trasferendosi a quello di Campione d’ Italia, pubblicando un suo post su Instagram, che il nostro giornale è in grado di mostrarvi. Ma quello che è incredibile e vergognoso è che il Casinò Admiral, mentre ricerca nuovo personale attraverso socialntework ha ben…pensato di licenziare la povera dipendente che ci risulta essersi già affidata a studi legali svizzeri ed italiani per vedere tutelata la propria dignità, venendo danneggiata anche dalla perdita del proprio posto di lavoro nel casinò.
Resta da chiedersi a questo punto cosa faranno la Polizia e la magistratura svizzera insieme alla Commissione Federale elvetica per riportare alla legalità un casinò dove evasori fiscali, riciclatori ed usurai convivono senza alcun rispetto per la Legge svizzera.
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