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22 Novembre 2024 03:03

Il premier Meloni firma accordo al G20 che sfida la Via della Seta

Il baricentro della politica estera del governo Meloni è tutto spostato ormai verso gli Stati Uniti ed Unione Europea, con l'Italia che "vuole contribuire a costruire ponti fra il Mediterraneo e l'Indo-pacifico, anche nel campo delle connessioni energetiche e digitali attraverso l'Africa e il Golfo arabico".

L’Italia compie un altro passo verso l’addio alla Via della Seta. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Nuova Delhi in India per il G20 ha firmato l’accordo per il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, che il presidente degli Stati Uniti d’ America Joe Biden definisce “un grande investimento” e nessuno dice essere contro la Cina, ma la sfida di rafforzare l’integrazione tra Asia, regione del Golfo ed Europa non può che essere letta come l’alternativa alla “Belt and Road” lanciata nel 2013 da Xi Jinping.

A margine del G20, la premier ha firmato l’accordo insieme a Stati Uniti, Arabia Saudita, Ue, India, Germania, Francia ed Emirati Arabi Uniti, nelle stesse ore in cui ha un bilaterale con il premier cinese Li Qiang . Viene confermata “la comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. “Forti entrambe di una storia millenaria – sottolinea Palazzo Chigi in una nota – Italia e Cina condividono un Partenariato Strategico Globale di cui il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario e che costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due Nazioni in ogni settore di comune interesse”.

Il baricentro della politica estera del governo Meloni è tutto spostato ormai verso gli Stati Uniti ed Unione Europea, con l’Italia che “vuole contribuire a costruire ponti fra il Mediterraneo e l’Indo-pacifico, anche nel campo delle connessioni energetiche e digitali attraverso l’Africa e il Golfo arabico“.

Quando abbiamo lanciato il Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali (Pgii) un anno fa, ci siamo impegnati a costruire infrastrutture migliori per un futuro migliore in nazioni a basso e medio reddito – ha ricordato la premier nel suo intervento a Nuova Delhi in occasione della firma del memorandum -. Ci siamo impegnati a collaborare con queste nazioni con un approccio egualitario non predatorio per creare nuove opportunità e prosperità”. E il nuovo corridoio economico fra India, Medio Oriente ed Europa va esattamente in questa direzione, il suo obiettivo fondamentale è rafforzare le interconnessioni globali”.

il premier Giorgia Meloni ed il presidente USA Joe Biden

“Voglio ringraziare il primo ministro Modi, il presidente Biden, la presidente von der Leyen e tutti gli altri che lo hanno reso possibile“, ha detto la premier, affermando che “ovviamente l’Italia è pronta a giocare un ruolo decisivo in questo processo, anche perché le compagnie italiane hanno un’esperienza unica nei settori marittimo e ferroviario“.

“Tutti gli Stati devono astenersi dal minacciare l’uso della forza per cercare l’acquisizione territoriale contro l’integrità territoriale e sovranità o indipendenza politica di qualsiasi stato”. È quanto si legge nella dichiarazione finale che sarà adottata dal Vertice del G20 di Delhi. Una soluzione di compromesso su cui si è raggiunto il consenso e che non cita esplicitamente la Russia. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina – si legge nella dichiarazione – pur ricordando la discussione di Bali, ribadiamo le nostre posizioni nazionali e le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dall’Assemblea”.

Leader al G20

Ci sono volute più di 200 ore di negoziati per raggiungere un consenso sulla dichiarazione del G20 che sarà adottata oggi dal vertice dei leader. Lo ha detto lo sherpa indiano del G20 Amitabh Kant. Il team di diplomatici indiani ha avuto 300 incontri bilaterali e fatto circolare 15 bozze con le controparti sul punto più controverso, quello relativo al conflitto ucraino, per arrivare all’accordo, ha aggiunto “La parte piu’ complessa dell’intero G20 e’ stata quella di raggiungere il consenso sui parametri geopolitici (la questione Russia-Ucraina). Cio’ e’ stato fatto in 200 ore di negoziati non-stop, 300 incontri bilaterali, 15 bozze“, ha detto Kant.

Biden: “Accordo storico per un nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa”

 “Sono orgoglioso di annunciare che Stati Uniti, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Italia e Ue hanno finalizzato un accordo storico per un nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa. Questo progetto va ben oltre la semplice posa di binari. Si tratta di un investimento regionale rivoluzionario”. Lo scrive su X (Twitter) il presidente americano, Joe Biden

Il corridoio, secondo Biden, creerà posti di lavoro e rafforzerà la sicurezza alimentare. E’ un investimento che rappresenta un punto di svolta. Lavoriamo insieme uniti”. Per intanto ha prodotto il primo risultato di una “calorosa stretta di mano” tra il presidente americano ed il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, dopo le tensioni dei mesi scorsi sul “caso Khashoggi” .

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è ora atteso in Vietnam per compiere un nuovo passo nelle relazioni bilaterali, in un contesto di rivalità con la Cina. Il presidente americano, dopo aver  partecipato al vertice del G20 a Nuova Delhi, si recherà ad Hanoi per incontrare il leader del Partito comunista al potere, Nguyen Phu Trong. Dovrebbe firmare un “partnership strategica estesa“.

Finora il Vietnam ha concluso un partenariato di questo tipo, che riflette il massimo grado di vicinanza diplomatica, solo con Russia, India, Corea del Sud e Cina. Pur facendo attenzione a non essere vista come schierata con Washington o Pechino, Hanoi condivide le preoccupazioni degli Stati Uniti sulle rivendicazioni di Pechino nel Mar Cinese Meridionale – dove Hanoi ha pretese rivali. Inoltre Stati Uniti e Vietnam, un polo manifatturiero, intrattengono relazioni commerciali sempre piu’ strette. Washington considera Hanoi un partner importante, alla luce dell’intenzione di stabilire circuiti industriali globali per dipendere meno dalla Cina

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