Il progetto era quello era di “rovinare” l’amante della moglie di uno di loro, introducendo della cocaina nella sua auto con la complicità dell’ ex finanziere , il maresciallo Enzo Cipolla, ma non tutti i loro propositi sono andati in porto ed adesso due avvocati baresi ora si trovano accusati di concorso in cessione di sostanze stupefacenti, mentre l’ex finanziere risponde di corruzione in atti giudiziari. Oggi l’inchiesta della procura di Bari è arrivata al vaglio della Gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna.
Secondo la ricostruzione delle indagini di polizia giudiziaria chiaramente tutti da verificare, l’avvocato Gaetano Filograno, in un recente passato “vicino” alle posizioni del M5S, avrebbe organizzato un piano diabolico per incastrare il presunto amante di sua moglie, avvalendosi della collaborazione di un collega Nicola Lopriero, attuale consigliere comunale eletto nella lista Decaro, che lo avrebbe aiutato .
Filograno ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato ( che prevede in caso di condanna l’applicazione di solo 1/3 della pena, mentre Loprieno e l’ex maresciallo Cipolla hanno preferito optare per il rito ordinario. Il finanziere quattro anni dopo i fatti è stato arrestato per concussione, condannato a un anno e 8 mesi e cacciato dal corpo .
Un imprenditore trovato con la droga
La persona offesa cioè il presunto amante della moglie di Filograno è un imprenditore 54enne di Gioia del Colle, assistito dall’avvocato Michele Laforgia e dall’ avvocato Maurizio Tolentino. Nella sua auto una pattuglia di finanzieri, guidata da Enzo Cipolla reperì 26 grammi di cocaina. L’imprenditore, che da poco aveva iniziato una relazione con l’ex moglie dell’avvocato Filograno, nei cui confronti aveva anche presentato una denuncia per minacce, aveva dichiarato di non sapere nulla di quella cocaina. Le indagini non hanno individuato chi avrebbe materialmente messo la cocaina nella Smart dell’imprenditore.
Nel 2020 si è presentato spontaneamente davanti ai pm Savina Toscani e Claudio Pinto Nicola Piperis un ex garagista del centro di Bari, , cugino omonimo di un pregiudicato considerato un “boss” della malavita barese, il quale dichiarò ai pm di essere anch’egli una vittima di questa situazione indicando come ispiratore l’ avvocato Gaetano Filograno, l’ex marito della donna, e l’esecutore del tutto nella persona dell’avvocato civilista Nicola Lopriero.
Il processo ai due legali baresi si giocherà sulla testimonianza raccontata dal garagista successivamente arrestato in un blitz contro il pericoloso clan Capriati venendo condannato per estorsione con rito abbreviato. L’ex garagista raccontò di essere stato amico e cliente del civilista Lopriero, tramite cui ha poi aveva conosciuto Filograno, aggiungendo di aver aiutato i due avvocati nella campagna elettorale per le Elezioni Amministrative per il Comune di Bari, quando entrambi i legali erano impegnati in schieramenti diversi a quelli a cui attualmente i due legali si sono avvicinati in un perfetto trasformismo “alla barese”.
Il garagista ha sostenuto che l’ avvocato Filograno era talmente ossessionato dalla storia dell’amante di sua moglie, al punto da avergli promesso 50mila euro per ucciderlo, spiegando ai pm una versione, secondo la quale sarebbe stato messo in piedi il complotto: il civilista Lopriero – per accontentare l’ex marito Filograno, che all’epoca dei fatti erano militanti nello stesso partito , avrebbe trasmesso a un suo amico finanziere risultato ignaro di tutto, una soffiata sull’imprenditore-spacciatore. Emersa la verità, di fronte alle proteste del finanziere il civilista Lopriero avrebbe incolpato di tutto il garagista che ai pm ha dichiarato “Quello mi vuole fare arrestare“.
Il finanziere risultato estraneo a qualunque accusa, una volta ricevuta l’imbeccata sulla droga, non ha mai rivelato l’autore delle informazioni sulla droga nell’auto dell’imprenditore, riferendo ai suoperiori ed ai magistrati inquirenti di un informatore che in passato si era dimostrato affidabile. I tabulati telefoni hanno confermato i suoi contatti con il civilista Lopriero, il quale sentito dai pm ha naturalmente negato tutto (persino le telefonate !) ribaltando le accuse sul garagista.
L’imprenditore venne assolto nel processo a suo carico per la droga rinvenuta nella sua auto, ma da lì prese il via un altro processo per calunnia nei confronti di Filograno e Lopriero a seguito delle indagini condotte dai pm Savina Toscani e Claudio Pinto. I due avvocati sono stati accusati di cessione di sostanze stupefacenti, insieme ad una terza persona non identificata, perché sarebbero stati loro a far introdurre la cocaina nell’auto dell’imprenditore al quale inoltre sarebbe arrivata una richiesta dal maresciallo Cipolla di pagare 15mila euro, per ricevere un possibile aiuto che il finanziere avrebbe potuto dargli nel corso delle indagini. L’ex finanziere non è nuovo a casi del genere: era già finìto in carcere nel 2018 dopo aver incassato la prima tranche di una tangente da 37mila euro richiesta per ammorbidire un’indagine nei confronti di un altro imprenditore di Triggiano (Bari), e per questo venne condannato a un anno e 8 mesi (pena sospesa) ed espulso dalla Guardia di Finanza.
La giudice Cafagna deciderà il prossimo 25 settembre quanto ci sia di vero in tutta la vicenda e quindi se rinviare a giudizio avvocati ed ex finanziere. La Procura non ha ammesso il patteggiamento chiesto dall’ex finanziere Cipolla , che aveva chiesto anche lui di essere giudicato con il rito abbreviato.