di Valentina Taranto
Mentre una volta a chiamarlo per chiedergli consigli dallo studio ovale della Casa Bianca a Washington, era il Presidente statunitense Barack Obama: “chiamate Mario…’” era l’invito si racconta rivolto dall’ex inquilino della Casa Bianca ai collaboratori. Questa volta ad alzare la ‘cornetta’ del telefono e chiamare Mario Draghi, per torna in azione, è stata la Presidente della Commissione europea stata Ursula von der Leyen. che gli ha chiesto di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea e l’ex premier e già presidente della Banca Centrale Europea non si è negato, “è sempre al fianco dell’Europa per le importanti sfide che l’attendono”, commentano persone a lui vicine.
La proposta, motivo di prestigio per l’Italia, è stata avanzata già da giorni ma resa nota soltanto oggi, in giorni peraltro tumultuosi sulla rotta Roma-Bruxelles. Von der Leyen, riferiscono fonti autorevoli vicine al dossier, ha chiesto a Draghi di approfondire “un tema di assoluto interesse comune, in un quadro geopolitico in rapida evoluzione”, accendendo i riflettori “su come funzionano le relazioni che governano la competitività tra paesi o tra aree a livello globale“.
Concetti che Draghi avrà modo di sviscerare nel rapporto che gli è stato chiesto di stilare, assoldando a un compito che ha acceso inevitabilmente la curiosità, sempre puntuale, dei tanti che si domandano cosa ci sarà nel domani dell’ex premier, mai del tutto convinti di un presente e futuro da ‘nonno d’Italia’, autodefinizione dello stesso Draghi. E mentre in Italia Carlo Calenda immagina per lui un futuro a capo del prossimo Consiglio europeo, fonti vicine all’ex premier tornano ad assicurare che sì, collaborerà con una relazione ad hoc come gli è stato chiesto, ma resta non interessato a ricoprire incarichi istituzionali.
Draghi al momento è pronto a mettersi al lavoro per stendere un piano sul futuro della competitività, in anni difficili e in cui il Vecchio Continente indubbiamente arranca. Un tema questo molto caro a ‘Super Mario’, come dimostrano le sue ultime uscite pubbliche. Nella più recente di giorni fa sulle pagine dell’Economist , Draghi, oltre a rimarcare come sarebbe deleterio tornare ai vecchi ‘paletti‘ fiscali pre pandemia, ha sottolineato come servano nuove regole nell’Eurozona e più sovranità condivisa. Perché dipendere, come in passato, dalla Russia per l’energia, dalla Cina per l’export e dagli Usa per la sicurezza non è più immaginabile.
Sono necessari quindi secondo Draghi “ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione”. Per farlo, occorre superare quelle regole di bilancio e quelle norme sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente. Ridefinendo – la ricetta dell’ex numero 1 della Bce – il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali, attraverso regole severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti.
“La chiamata di Draghi in Ue? Non è una mossa contro di noi. Mario Draghi è italiano, uno dei più autorevoli che abbiamo. Presumo che in un ruolo del genere possa avere anche un occhio di riguardo per la nostra nazione. La considero assolutamente una buona notizia“. Così il premier Giorgia Meloni ha commentato l’incarico di Draghi durante le registrazioni di “5 minuti” e di “Porta a Porta”, le due trasmissioni condotte da Bruno Vespa in onda stasera su Rai1.