Il tribunale di Lecco che ha assolto l’ex compagna di Silvio Berlusconi (oggi moglie della cantante Paola Turci) dall’accusa di diffamazione contro il leader della Lega, ha stabilito che Francesca Pascale non ha diffamato il vicepremier Matteo Salvini con un post della Pascale su Instagram del 21 gennaio del 2021.
La Pascale aveva condiviso un «fake tweet» attribuito a Salvini nel quale meridionali e africani venivano definiti “fannulloni” e “gente senza cultura del lavoro”, con il suo commento: “Piuttosto voterò Paperino”. L’episodio fece infuriare Salvini che decise di querelare. A occuparsi della vicenda è stata la procura di Lecco in quanto all’epoca la Pascale era residente in una villa a Casatenovo.
Lo scorso 12 settembre il pubblico ministero aveva chiesto che la Pascale venisse condannata al pagamento di una multa di 2.500 euro. Nella memoria difensiva presentata dall’avvocato Matteo Uslenghi, il legale ha evidenziato come «Pascale ritenesse che la paternità del tweet fosse effettivamente di Salvini», puntando sul diritto di critica politica.
Secondo la tesi difensiva accolta dalla giudice Martina Beggio, quando l’ex compagna del fondatore di Forza Italia ha pubblicato il suo post riteneva infatti che il tweet fosse realmente di Salvini: e quindi avrebbe esercitato solo una critica politica. L’avvocato del vicepremier Salvini aveva invece insistito inutilmente che fosse riconosciuta una responsabilità per quel giudizio. La richiesta di un accordo avanzato dal difensore di Salvini è stata respinta dalla controparte si è arrivati a sentenza con l’assoluzione con formula piena di Francesca Pascale.
Le motivazioni della sentenza del giudice monocratico del tribunale di Lecco Martina Beggio saranno depositate entro 60 giorni.
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