“Arresto illegale, calunnia, falso in atto pubblico”. Sono le ipotesi di reato di cui sono accusati otto poliziotti in servizio a Piacenza che operavano sulle volanti, il reparto operativo della polizia di Stato che principalmente si occupa di servizi di pronto intervento su richiesta dei cittadini. Ad un nono agente viene invece addebitato di avere reso false dichiarazioni ai magistrati. L’indagine, che è condotta dai Carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Daniela Di Girolamo, riguarda episodi dell’anno in corso, tra gennaio e luglio. Le accuse a loro carico sono state mosse sulla base di testimonianze ma anche sulla base di intercettazioni.
Nel mirino della Procura sono finiti incriminazioni e arresti che secondo le accuse sarebbero stati effettuati dai poliziotti abusando dei loro poteri e sulla base di verbali redatti con false ricostruzioni e attestazioni, in certi casi estorte dalle vittime con “minacce di ripercussioni“. Nei giorni scorsi risultano essere stati posti sotto sequestro i telefoni cellulari degli indagati, a loro volta contestualmente raggiunti dalle informazioni di garanzia. In attesa che le indagini facciano il loro corso, e il quadro si chiarisca, molti di loro sono stati destinati per il momento ad altri servizi non operativi.
Pare che gran parte del quadro accusatorio si basi sulle dichiarazioni rese da tre nordafricani poco più che ventenni, che mesi fa erano finiti nei guai con la Polizia per spaccio o per altri reati. Le loro dichiarazioni relative alle circostanze del loro arresto, rese poi ai carabinieri di Piacenza, sarebbero sotto certi aspetti in contrasto con quanto invece riportato sui verbali di indagine delle volanti firmati dagli agenti. I poliziotti piacentini, secondo l’accusa della Procura, avrebbero “forzato” o “aggiustato” i verbali: da qui l’accusa di falso in atto pubblico, arrivando – scrive il pm – a minacciare uno dei testimoni di perdere il permesso di soggiorno se non avesse sottoscritto le dichiarazioni che lui, però, dice di non aver mai reso alla polizia.
Allo scopo di acquisire in via definitiva le testimonianze ai fini dibattimentali, lo scorso 15 settembre il pm Di Girolamo ha inoltrato al giudice per le indagini preliminari la richiesta di incidente probatorio.
“Siamo come sempre a disposizione della magistratura – ha dichiarato alla stampa il questore di Piacenza, Ivo Morelli – abbiamo fiducia nella sua attività di accertamento dei fatti. Ciò nell’interesse innanzitutto della collettività e del principio di legalità che sta a cuore primariamente alla Polizia di Stato’‘.
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