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22 Luglio 2024 09:22
22 Luglio 2024 09:22

Installazione dell’opera “Tramonto” del maestro Nicolò Giuliano presso il Ros Carabinieri Palermo

Presso la sede della 1° Sezione-“Crimor” di Palermo, reparto del ROS si è tenuta la cerimonia di scoprimento di una scultura realizzata dal Maestro Ceramista Nicolò Giuliano, il cui laboratorio è centro di eccellenza internazionale

Lo scorso 25 ottobre a Palermo, presso la sede della 1° Sezione-“Crimor, reparto del ROS che ha condotto le ricerche del latitante Matteo Messina Denaro, tratto in arresto il 16 gennaio scorso – alla presenza del Comandante del ROS Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri Generale Corpo d’ Armata (r.) Pasquale Angelosanto, del Procuratore della Repubblica di Palermo, dott. Maurizio de Lucia, del Procuratore Aggiunto dott. Paolo Guido, dei Sostituti Procuratori dott.ri Pierangelo Padova e Gianluca De Leo, del comandante della  Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Divisione.Gianluca De Leo, del dott. Giuseppe Antoci, presidente della Fondazione Caponnetto, e dei comandanti  dell’Arma locale  –  si è tenuta la cerimonia di scoprimento di una scultura realizzata dal Maestro Ceramista Nicolò Giuliano, il cui laboratorio è centro di eccellenza internazionale.

L’artista con l’intento di celebrare l’importante risultato rappresentato dalla cattura del latitante ha donato al ROS un tondo in pietra vulcanica di 1,15 mt. riportante, sullo sfondo di un tramonto (che nelle intenzioni dell’artista sarebbe l’auspicio di un’alba di rinascita), la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, simbolo di Palermo, e in altorilievo il “cobra”, simbolo di “Crimor”. Il Tramonto è tema centrale: non solo nome dell’operazione che ha portato alla cattura del pericoloso latitante e immagine che segna la chiusura di un lungo ciclo di attività di contrasto a cosa nostra, ma richiamo ed esercizio a mantenere viva la memoria collettiva degli avvenimenti che hanno tristemente segnato la Sicilia e il Paese intero, tanto che sull’opera è riportata la poesia scritta da Nadia Nencioni, piccola vittima della strage dei Georgofili a Firenze la cui memoria è stata ricordata con commozione da tutti gli intervenuti.

Il tondo è impreziosito dall’uso dal “verde Lampedusa” segno di speranza e di rinascita affinché le nuove generazioni mantengano i legami con un passato, seppur molto difficile, per dirigere meglio il futuro: “Mi auguro che questa opera possa contribuire alla memoria di quella tragica strage e nel contempo possa essere un valido stimolo per quanti la osserveranno”, queste le parole pronunciate dal Maestro dopo che, insieme al Generale Angelosanto, ha proceduto allo scoprimento dell’opera.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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