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22 Luglio 2024 12:31
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Liliane Murekatete: “Non chiamatemi Lady Gucci”. Il diritto all’eleganza con i soldi dei migranti ?

Soumahoro, il 24 novembre dello scorso anno facendosi intervistare da Corrado Formigli, a Piazzapulita, su La7 aveva provato a rimediare ad un suo video in lacrime di coccodrillo . Risultato tragicomico. Il deputato ivoriano aveva spiegato così le foto della moglie vestita con abiti firmati e in hotel a 5 stelle: "C’è il diritto all’eleganza e alla moda. La moda non è né bianca né nera. È semplicemente umana".

Liliane Murekatete 46 anni, originaria del Ruanda, compagna del deputato Aboubakar Soumahoro, eletto con Verdi e Sinistra Italiana e passato con non poche polemiche al gruppo misto per la “scarsa solidarietà” ricevuta da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, è finita nell’ inchiesta che l’ha vista finire ieri agli arresti domiciliari dal Gip dr. Giuseppe Molfese del Tribunale di Latina per l’inchiesta sulle coop di famiglia, allorquando esplose lo scandalo ispirandosi all’antico detto secondo cui “la miglior difesa è l’attacco si era difesa “Non chiamatemi Lady Gucci”, ha di fatto “inguaiato” Soumahoro, suo malgrado coinvolto dall’inchiesta che vede la moglie e sua suocera ai domiciliari per “frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio“.

L’inchiesta aveva portato Liliane Murekatete sotto i riflettori. E in molti avevano sottolineato il differente look stilistico della coppia. Lui, neoeletto, aveva scelto di presentarsi a Montecitorio in giacca, cravatta e galosce di gomma, simbolo della sua lotta al caporalato. Lei invece preferiva apparire nei suoi selfie postati sui social con abiti e borse firmate, pose appariscenti da “vamp”, rossetti sgargianti, occhiali griffate.

La passione di Lady Soumahoro era la moda, che aveva introdotto anche nel suo lavoro nelle cooperative di famiglia che utilizzavano il lavoro dei migranti e richiedenti asilo diventati la manodopera utilizzata nella primavera del 2018 per realizzare. “K Mare“, una collezione di costumi da bagno, pareo e abbigliamento da spiaggia di gusto etnico con la quale Liliane Murekatete aveva scelto di esercitarsi nel ruolo improprio di stilista.

Già ai tempi di “K Mare” qualcuno l’aveva attaccata per lo stile esibito sui social, e lei si era difesa negando di aver finanziato la sua passione per l’alta moda. anche con un solo centesimo dei soldi incassati dalla cooperative di famiglia. Attività a suo dire lecita, come anche la immagine pubblica che la donna dava di sé, che però contrastava non poco con il “personaggio” che suo marito si era costruito . Immagini stridenti, quelle foto di Liliane, in abbigliamento griffato, nonostante gli inutili tentativi da parte di Soumahoro di giustificarla, arrivando a definirla “disoccupata“, probabilmente per sminuire il suo ruolo nelle presunte illegalità emerse nell’inchiesta sulle cooperative sociali.

Lei si difendeva sostenendo di averavuto una vita precedente nella quale ho lavorato e mi sono e mi sono potuta permettere abiti firmati”, assicurando di essere pronta a mostrare gli scontrini. Solo che a mostrare gli scontrini dei suoi acquisti, sono state le Fiamma Gialle delegate dalla Procura della repubblica di Latina secondo i quali, invece, alla luce degli accertamenti effettuati i soldi destinati ai migranti in realtà sono serviti ai soggiorni nei resort, agli investimenti in Ruanda e nei suoi acquisti griffati in lussuosi negozi in Italia e all’estero.

la copertina dell’ Espresso, giugno 2018 (direzione Marco Damilano) con Soumahoro e Salvini e quella modificato da Libero

Il quotidiano Libero aveva svelato i redditi annui di Soumahoro prima di entrare in parlamento, 8mila euro (cioè meno di 700 euro al mese) , e quindi, se anche sua moglie era disoccupata, come aveva fatto a ottenere il mutuo per una villetta da 360mila euro acquistata in una zona residenziale alle porte di Roma Sud ? Soumahoro si arreampucava sugli specchi: “Ho scritto un libro…”. In realtà il suo libretto in questione, “Umanità in rivolta”, in 3 anni ha venduto soltanto 9mila copie (13 euro l’una per un totale di 117mila euro), e notoriamente all’autore in media va solo il 10% delle vendite, cioè in questo caso intorno agli 11mila euro ! Nel suo saggio Soumahoro richiamava l’epico incontro di boxe tra Mohammed Alì (meglio noto come Cassius Clay) e Foreman. “Mi sento trascinato in un angolo”, aveva detto in tivù, “e da quell’angolo ho fatto quel video“. Quello delle “Lacrime di Soumahoro eau de toilette” !

Era il 20 novembre 2022 quando appena scoppiato il caso delle cooperative di migranti gestite dalla suocera del deputato ivoriano e in cui lavorava anche la moglie (indagata un mese dopo rispetto alla madre, esattamente il 15 dicembre), spopolavano gli sfottò sui social le “Lacrime di Soumahoro eau de toilette”. “Voi mi volete morto, pensate di seppellirmi. Io non ho mai lottato solo per Aboubakar. Ho sempre lottato per le persone che voi avete abbandonato”. Il deputato Aboubakar Soumahoro frignava in televisione nei programmi dei sodali di “Piazza Pulita e “Propaganda Live” arringando in terza persona ed accusando la destra al Governo: “Avete paura delle mie idee, perché sapete che in parlamento non vado a pulire la scrivania, ma per portare la dignità, i diritti di chi avete abbandonato. Sono le idee di lavoratori abbandonati, dei migranti…”.

Soumahoro, il 24 novembre dello scorso anno facendosi intervistare da Corrado Formigli, a Piazzapulita, su La7 aveva provato a rimediare ad un suo video in lacrime di coccodrillo . Risultato tragicomico. Il deputato ivoriano aveva spiegato così le foto della moglie vestita con abiti firmati e in hotel a 5 stelle: “C’è il diritto all’eleganza e alla moda. La moda non è né bianca né nera. È semplicemente umana“.

Il neo-parlamentare giurava a quel tempo di non sapere nulla degli affari di famiglia sostenendo che “La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro ogni forma di sfruttamento. Voi volevate il negro di cortile… Io non lo sono mai stato. Sono una persona integra, pulita” aggiungendo “Mia moglie è disoccupata, è iscritta all’Inps. Non possiede nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Parlate con mia suocera, che è proprietaria della sua cooperativa. Io sarò il primo ad andare lì a scioperare e a difendere i loro diritti”. L’onorevole Soumahoro in realtà non si è presentato ad alcun sit-in.

Le contestazioni arrivarono immadiatamente. Ma come, gli veniva contestato, i dipendenti delle cooperative di famiglia aspettano di ricevere i loro stipendi da anni, le cooperative rispondono che “è colpa dello Stato che non versa i soldi“, e sua moglie intanto se la spassa? Aboubakar Soumahoro aveva replicato “Foto vecchie” . Paradosso della solita “sinistra” a maggio 2018, sua suocera invece, era stata premiata come come “imprenditrice straniera” dell’anno dall’allora presidente della Camera, la “dem” Laura Boldrini . Che ora tace.

la madre di Liliane Murekatete arrestata dalla Guardia di Finanza

Liliane Murekatete e Chiara Ferragni: quel paragone senza senso

Tra le feroci accuse, si è alzata una voce in difesa di lady Soumahoro: quella della giornalista  Concita De Gregorio. In un articolo pubblicato su Repubblica,si era lanciata in una lunga disquisizione in difesa di Liliane Murekatete, arrivando addirittura a paragonarla a Chiara Ferragni. Secondo la De Gregorio, sono entrambi giovani e bellissime donne che amano gli abiti firmati e le borse di lusso, e concedono qualche scatto senza veli. Dopo aver elencato tutti i grandi successi della Ferragni, dai suoi 30 milioni di follower all’incontro con Liliana Segre, dal lancio del suo marchio al Festival di Sanremo, la giornalista ex direttore del quotidiano L’ UNITA’ sino al suo fallimento e chiusura, affermava: “Non vedo perché una giovane donna arrivata in questo paese dal Ruanda non debba prendere appunti e provare a imitarla. Chiedo. Se il gioco è questo, è così che si fa”.

Il paragone tra Liliane Murekatete e Chiara Ferragni, era decisamente azzardato ed infatti erano arrivate una marea di critiche nei confronti di Concita De Gregorio. C’ è da chiedersi se fosse davvero necessario prodigarsi esporsi in una lunga e complessa difesa di una donna da molto giudicata come indifendibile? Che senso ha mettere a confronto la moglie di un sindacalista, coinvolta in un’indagine sulle irregolarità contrattuali di una cooperativa che l’hanno portata ad essere arrestata , e l’influencer più famosa d’Italia? È ciò che si sono chiesti in molti. Soprattutto anche perché le due donne, sono ispirate da intenti decisamente diversi. Da un lato Chiara Ferragni, che degli abiti lussuosi ci ha fatto un mestiere. Dall’altro Liliane Murekatete, che nella nostra società ricopre un ruolo completamente diverso: gestire la cooperativa di famiglia nata con l’intento di aiutare gli ultimi, ed usata per usare i loro soldi per il proprio shopping griffato. “Mia moglie è disoccupata” la giustificava suo marito.

Ieri, 30 ottobre, Liliane Murekatete moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, e la madre (e suocera del deputato), Marie Terese Mukamitsindo, sono state arrestate dalla Guardia di Finanza. Arresti domiciliari disposti dal gip di Latina. 

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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