di Antonello de Gennaro
Era il 18 giugno 2017 alle h. 17.17 allorquando il giornalista Bepi Martellotta utilizzando la propria mail come presidente dell’ Assostampa di Puglia scriveva una lettera a Vito Ladisa, uno dei soci dell’omonimo gruppo industriale, all’epoca dei fatti azionista di controllo della Ledi s.r.l. la società che aveva riportato in edicola dopo la cessazione delle pubblicazioni della Gazzetta del Mezzogiorno effettuate in esercizio provvisorio disposto e concesso dai curatori fallimentari della Edisud spa, società editrice controllata da Ciancio Editore. Lettera quella di Martellotta che ci è pervenuta anonimamente a mezzo posta ordinaria, e che abbiamo consegnato all’ Autorità Giudiziaria (Carabinieri) delegata dalla Procura di Lecce sulle indagini in corso sulla procedura fallimentare, per le quali sono stato ascoltato come “persona informata sui fatti“.
Nella sua lettera-sfogo Martellotta parlava del suo vicepresidente di Assostampa Puglia (all’epoca dei fatti) Mimmo Mazza, scrivendo testualmente: “Lungi da me difendere quanto fatto da Mazza. Sono qui a chiedere rispetto per le rappresentanze sindacali e per le persone che detengono quella rappresentanza, piaccia o no alla collega inopinatamente invitata a quel tavolo di oggi: se ne aveva titolo, lo avevano anche gli altri 85 giornalisti-creditori traditi da Mazza o no ?” omissis…..
Il presidente dell’ Assostampa di Puglia continua nel suo sfogo polemico: “Se su di me si può dire quello che si vuole (ci sono i fatti, come detto, a parlare per me), sul sindacato e sul ruolo che rappresento no. Imbastire processi sommari nei confronti del sindacato regionale dei giornalisti solo perchè un suo rappresentante (il riferimento è chiaramente rivolto a Mimmo Mazza – n.d.a. ) commette azioni in danno dei lavoratori che dovrebbe tutelare, a titolo individuale è pericoloso“….omissis….. “Lascio volentieri ad altri la facilità di passare nel giro di pochi mesi da “nemici” dell’imprenditore a fedelissimi yesman (o yes woman ) pronti a stendere tappetini rossi sui colleghi pur di accreditare se stessi” continua Martellotta nella sua lettera-sfogo. “Allego a questo mio lungo, perdonami, sfogo, la lettera che come FNSI ed Associazioni di Stampa abbiamo mandato alle due curatele ed al giudice delegato. Lo abbiamo fatto appena due giorni prima che Mazza decidesse in solitudine e in silenzio, di fare il suo blitz personalistico. L’ abbiamo resa nota al CdR ed al direttore del giornale (Michele Partipilo n.d.a.)”….omissis….”E non sarà una macchia di qualcuno a titolo personale o uno schizzo di fango lanciato da qualcun altro per vocazione al killeraggio a sporcare il nostro cammino“.
Assostampa_GazzettaE qui arriva la “vergogna delle vergogne”. Così scriveva Martellotta: ” L’ azione portata avanti in maniera individuale, non concordata con le rappresentanze sindacali (Assostampa, FNSI e CdR) e tenuta nascosta a questi soggetti e a tutti i lavoratori rappresentanti, da Mimmo Mazza nel Comitato Creditori Edisud è in netta contrapposzione con i valori morali, prima che sindacali, di cui sono modesto portatore” – e il presidente dell’ Assostampa di Puglia così continua – “E’ stata condotta con una qualifica – quella dei creditori privilegiati nel Comitato dei creditori Edisud – della quale deve rispondere chi la riveste ( cioè Mazza n.d.a.) dinnanzi ai suoi “rappresentati“, non dinnanzi ai giornalisti che lo hanno eletto vicepresidente dell’ Assostampa nel congresso del sindacato di cui sopra e che potrebbero solo riunirsi di nuovo celebrando in anticipo il congresso, per eleggere un nuovo vicepresidente. E mi sembra non lo abbia fatto” aggiungendo “Nè in tale ruolo è stato investito dai soli giornalisti della Gazzetta che pure lo hanno eletto componente il Cdr (cioè il Comitato di redazione, la rappresentanza sindacale interna – n.d.a.) visto che in quella sede rappresenta tutti i creditori privilegiati della Edisud (anche i poligrafici) e a loro, tutti, dovrebbe rispondere del suo operato“.
Ma lo sproloquio-sfogo del presidente dell’ Assostampa di Puglia non finisce qui: “I processi elettivi non possono essere depennati dalla volontà di qualcuno: Mazza non è un dipendente della Assostampa che posso licenziare, nè posso sfiduciare, visto che è stato eletto com si elegge un parlamentare alla carica che riveste. E’ in carica e a quella carica deve onorare, innanzitutto non firmando atti a nome di Assostampa di cui io sono l’unico rappresentante legale. E mi sembra non lo abbia fatto.”. Nella prima parte di questo passaggio però Martellotta scrive una clamorosa “bufala” paragonando un elezione sindacale di categoria a quella parlamentare. Forse il presidente di Assostampa Puglia non sa che il voto alle elezioni parlamentari è delegato a tutta la popolazione italiana avente diritto , mentre quello per le cariche sindacali, ai soli iscritti al sindacato giornalistico pugliese a cui è iscritto soltanto una modesta percentuale dei giornalisti pugliesi.
Quello che il sindacalista militante Bepi Martellotta farebbe bene a ricordare, quale presidente dell’Assostampa di Puglia, cioè l’organismo che rappresenta la categoria sul fronte sindacale, “è la sua promozione a vice capo redattore della Gazzetta del Mezzogiorno contestualmente a quella del suo vice Mimmo Mazza nominato caporedattore n.2 del giornale, e continua a essere il vice di Martellotta nell’Assostampa di Puglia” e subito dopo vicedirettore . Una circostanza notata e segnalata sui socialnetwork dal collega Antonello Valentini, figlio dello storico direttore dei tempi d’oro della Gazzetta del Mezzogiorno, Oronzo Valentini (quando era di proprietà di una società editrice controllata dal Banco di Napoli), che aveva scritto segnalando la circostanza.
Martellotta aveva denunciato Antonello Valentini con un esposto al Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti del Lazio, accusandolo a suo dire di aver violato alcune norme di carattere professionale perché Valentini in alcuni post su Facebook aveva scritto a suo tempo (novembre 2021) che su Bepi Martellotta e di un altro suo collega sindacalista in carica, Mimmo Mazza, si prospettava la promozione nel nuovo organigramma della Gazzetta, nell’ambito di una trattativa sindacale con i nuovi editori della Edime srl. . Come si legge nella motivazione del provvedimento disciplinare, secondo l’Ordine dei Giornalisti del Lazio in realtà “Valentini si sarebbe limitato a esprimere la sua opinione personale in merito alla vicenda legata alla Gazzetta del Mezzogiorno”. E per questi motivi il Collegio “votando all’unanimità, decide di archiviare il procedimento”. Martellotta nel suo esposto di 6 pagine definiva “disinformato Valentini…” . In realtà le anticipazioni di Antonello Valentini erano assolutamente veritiere ed avevano trovato pieno riscontro nei fatti allorquando scriveva “lui, (cioè Martellotta n.d.a.) presidente del sindacato regionale, è stato promosso vice capo redattore; Mimmo Mazza ( allora componente del sindacato interno della Gazzetta) è stato promosso redattore capo centrale, n.2 del giornale, e continua a essere il vice di Martellotta nell’Assostampa di Puglia”.
” Su queste vicende avevo espresso – e confermo – la mia opinione: nessuna illegittimità nelle promozioni, ma una questione che attiene all’opportunità, all’immagine della categoria giornalistica, in particolare quando si ricopre un ruolo sindacale” scrive Valentini aggiungendo “Non avevo mai visto che un reato di opinione venisse invocato e sostenuto da un sindacalista, per giunta presidente dell’Associazione regionale di categoria. Con quale faccia e quale coerenza, Martellotta si è schierato in sostanza contro tutte le battaglie durissime e coraggiose della Federazione Nazionale della Stampa contro politici o editori che chiedevano di perseguire i giornalisti anche in tribunale con l’arma arcaica e fascista dei reati di opinione, cioè contro le idee e la libertà di pensiero garantita dalla Costituzione? E di fronte a questa sentenza dell’Ordine, qual è la reazione e quali sono saranno i comportamenti e le decisioni di Martellotta ?”
Quello che Antonello Valentini, con la consueta eleganza familiare giornalistica aveva omesso di raccontare era stata l’offerta ricevuta (e respinta) da suo fratello Giovanni della direzione della Gazzetta della Mezzogiorno sotto la proprietà EDIME srl (50% Cisa spa – 50% Ecologica spa). Offerta questa proposta senza esito a Giovanni Valentini in un incontro avvenuto a Roma con Antonio Albanese presidente della Cisa spa di Massafra, e che era condizionata alla vicedirezione da affidare al fedele “sodale” di Albanese, cioè il giornalista ex-sindacalista Mimmo Mazza che guarda caso da qualche settimana è diventato direttore responsabile dopo il pensionamento di Oscar Iarussi. Una fallimentare accoppiata giornalistica quella Iarussi-Mazza che nel biennio del proprio operato, ha perso il 50% delle copie vendute ai lettori, così contribuendo ad un bilancio in rosso per circa 4 milioni e mezzo di perdite. Lasciando alla guida del giornale, Mimmo Mazza che lo ha portato con Oscar Iarussi alla più seria crisi della sua storia.
Emblematico ed imbarazzante il nuovo piano di ristrutturazione della Edime ( Ecologia-Cisa) che vuole licenziare il 50% dei propri giornalisti, guarda caso tutti collaboratori e redattori (art. 1) delle redazioni decentrate, senza toccare la redazione centrale “super-sindacalizzata” di Bari. Prevedendo di perdere un altro 20% di vendite in edicola. Della serie: “debole con i forti e forte con i deboli ” o “dilettanti allo sbaraglio” ?
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