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22 Luglio 2024 12:26
22 Luglio 2024 12:26

Inchiesta procura di Bari su appalti nel Foggiano: il dg di Asset, Elio Sannicandro interdetto. 11 arresti

L' inchiesta ipotizza a vario titolo i reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbativa d'asta. Coinvolte circa 30 di persone, 23 le misure cautelari. Un dirigente del Coni posto agli arresti domiciliari TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI ED ARRESTATI ALL' INTERNO DELL'ARTICOLO

Il Gip Giuseppe Battista del Tribunale di Bari ha disposto un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Elio Sannicandro direttore generale dell’Asset e commissario per il dissesto idrogeologico , considerato uomo di “fiducia” del presidente della Regione Michele Emiliano (estraneo ai fatti) in relazione ad un inchiesta condotta dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani della procura di Bari che ravvede i reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbativa d’asta a vario titolo . Coinvolte circa 30 di persone, 23 le misure cautelari. Agli arresti domiciliari è finito un dirigente del Coni.

L’inchiesta ha origine da uno stralcio di un fascicolo sugli appalti del dissesto idrogeologico che coinvolgeva anche l’assessore regionale al Personale Giovanni Stea, l’avvocato Salvatore Campanelli e il funzionario regionale Donato Stefanelli è stata archiviata dal Gip su richiesta della Procura. , ed in particolare grazie alla registrazione di una conversazione captata dalla Guardia di Finanza fra l’ingegnere Gianmario Conforti della Arevà di Noci ed un imprenditore edile della provincia di foggia nella quale si parlava di presunti appalti truccati in cambio di tangenti e sarebbe emersa secondo gli inquirenti la presunta responsabilità di Sannicandro in relazione ad altre ipotesi di reato in danno di altri imprenditori.

Questa l’intercettazione fra i due :Ci siamo visti una decina di giorni fa, siamo rimasti che ci dobbiamo rivedere, dove sta spazio, che vuole fare… “; “Lo hai visto propenso?”; “Si si… Sono otto gare che dovrebbero partire a ottobre, mi ha detto partecipa e io gli ho detto mi devi dire dove… “. La conversazione riguardava anche il modo in cui l’imprenditore era riuscito ad avvicinare il commissario : “Tu a Sannicandro tramite chi ti sei rivolto?”; “Tramite il Coni, ecco perché ci siamo visti là“.

Contrariamente come hanno ricostruito gli investigatori delle Fiamme Gialle, qualche imprenditore che non si sarebbe piegato a certe pressioni, sarebbe stato tagliato fuori. A far emergere un episodio in tal senso è stato nuovamente Conforti, al quale un appaltatore di un cantiere di Grumo aveva riferito di avere ricevuto dalla stazione appaltante una proposta a voce per l’incremento delle lavorazioni di circa 150mila euro e di avere rifiutato. Qualche mese dopo quella ditta era stata estromessa dal cantiere, secondo un subappaltatore “perché non aveva aderito alle richieste di Sannicandro che gli aveva chiesto il ritorno del 50% delle somme riconosciute per le lavorazioni aggiuntive

Una tegola pesante sulla testa di Sannicandro che adesso non potrà più operare nè come direttore generale di Asset (l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo), tantomeno come dg del Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, il cui contestato operato hanno indotto il CONI ed il Governo ad uscirne, chiedendone la rimozione. evidentemente i ministri Abodi e Fitto ed il presidente del CONI Malagò avevano le loro buone ragioni….

I fatti

Nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari – con il supporto di personale dello S.C.I.C.O. il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – stanno dando esecuzione in Puglia, Campania, Molise e Lazio a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 11 persone (1 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 6 destinatarie della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici per la durata di 12 mesi e 2 del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione sempre per 12 mesi), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari dr. Giuseppe Battista del Tribunale barese, su richiesta della locale Procura della Repubblica. È, altresì, in corso il sequestro dei beni nella disponibilità di due dei soggetti indagati per corruzione per un valore complessivo di circa 100.000 euro.

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate, accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che chiaramente necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, per fatti commessi nelle province di Bari e Foggia fra il mese di settembre 2019 e il febbraio 2021.

L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – con l’ausilio del Servizio Centrale I.C.O. – che ha consentito di disvelare un collaudato meccanismo di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara inerenti a lavori eseguiti nella città metropolitana di Bari e in diversi Comuni della provincia di Foggia, grazie alla compiacenza di alcuni pubblici ufficiali, da cui si rileverebbe un “quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica”.

nella foto il pm Pinto, il procuratore Aggiunto Coccioli, la pm Toscani ed il col. Maniscalco

Le investigazioni traggono origine da alcune dichiarazioni rese ai finanzieri da una persona informata sui fatti, concernenti i rapporti intercorsi tra l’ imprenditore di Antonio Di Carlo Lucera ed il dirigente pubblico Elio Sannicandro, nel corso dei quali i due avrebbero concluso accordi corruttivi aventi a oggetto alcune gare di appalto indette da una struttura commissariale. I conseguenti approfondimenti investigativi, condotti mediante il ricorso a indagini tecniche, analisi dei tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni, riscontri documentali, escussioni in atti e accertamenti patrimoniali, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine alla commissione di plurimi reati contro la Pubblica Amministrazione.

Dalle indagini, nate da un esposto di un ingegnere che già aveva denunciato Elio Sannicandro per altre vicende, è venuto alla luce che il direttore generale di Asset si era incontrato con l’imprenditore foggiano Antonio Di Carlo e grazie all’intermediazione di Sergio Schiavone dipendente del CONI pugliese, amico di Sannicandro, sarebbe riuscito a ottenere una tangente da 60 mila euro. Nel corso delle perquisizioni effettuate nel 2020, ad Elio Sannicandro furono rinvenuti nella sua abitazione 8.500 euro in contanti: per questo il gip Di Battista ha disposto nei suoi confronti il sequestro di altri 51.500 euro. Le aziende riconducibili a Di Carlo ed a sua figlia Carmelisa risultano aver partecipato realmente a numerose gare: il gip Di Battista nella sua ordinanza parla di “sistematiche turbative d’asta realizzate dal Di Carlo e dai suoi sodali“, tra cui altri funzionari della Regione. Di Carlo è accusato di aver pagato altri 5mila euro a un funzionario regionale, Leonardo Panettieri, per truccare l’appalto per i lavori al canale deviatore di Lamasinata.

il Gip dr. Giuseppe Battista

In particolare, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. dr. Battista le attività di indagine avrebbero permesso di dimostrare la centralità dell’imprenditore Antonio Di Carlo, 62 anni, di Lucera (sottoposto a misura custodiale in carcere), con la collaborazione della figlia Carmelisa Di Carlo, 32 anni, di Foggia, (ristretta agli arresti domiciliari), in tutte le vicende illecite oggetto del procedimento penale. I dialoghi intercettati ne evidenzierebbero, infatti, una pervicace propensione alla commissione di illeciti: darebbe ordini a un Sindaco, piloterebbe la formazione di commissioni aggiudicatrici, individuerebbe preventivamente i partecipanti alle gare, al fine di escludere concorrenti effettivi, il tutto dopo aver ricevuto con largo anticipo informazioni precise sui lavori che sarebbero stati affidati.

In un breve arco temporale, il predetto sarebbe stato il protagonista di una “fitta quanto articolata trama corruttiva”, come ricostruito puntualmente dagli investigatori con riferimento ad almeno cinque episodi, nei quali sarebbe stata accertata la consegna di 60.000 euro al soggetto attuatore di una struttura commissariale operante in Puglia, quale corrispettivo per garantire l’aggiudicazione di un appalto integrato concernente la realizzazione di lavori in bacini idrografici. In tale contesto, emergerebbe il ruolo, quale “mediatore”, di Sergio Schiavone, 60 anni, di Benevento,  dipendente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.) destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Interdizione disposte oltre che Elio Sannicandro, anche per Leonardo Panettieri (funzionario della Regione), Luigi Troso funzionario del settore Lavori pubblici del Comune di Castelvecchio e Rup dell’appalto ritenuto irregolare, per il quale avrebbe intascato 3mila euro, Bruno Maria Gregoretti ed Antonio Ferrara ritenuti dagli inquirenti complici dei Di Carlo, sono stati entrambi colpiti dal divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi, Antonio Pacifico responsabile dell’ufficio tecnico di Volturara Appula, , Michele Camanzo componente della commissione della gara per la ristrutturazione di una scuola di Castelluccio dei Sauri, che avrebbe ricevuto dal Di Carlo una tangente di 36mila euro. Rigettate le richieste cautelati della Procura nei confronti di altre 12 persone fra le quali gli arresti domiciliari richiesti nei confronti del funzionario regionale Roberto Polieri, già coinvolto nell’inchiesta nella sua qualità di Rup della gara di appalto relativa ai lavori del porto turistico di Rodi Garganico (Foggia), dichiarando giustamente la propria incompetenza in favore del Tribunale di Foggia per alcuni dei capi di imputazione .

Sarebbero state versate 5.000 euro a un componente della commissione giudicatrice del suddetto appalto, che avrebbe “alzato” artificiosamente il punteggio dell’impresa vincitrice, altre 5.000 euro a Leonardo Panettieri funzionario della Regione Puglia, per avere orientato le scelte e le decisioni sugli interventi da finanziare privilegiando gli enti locali rispetto ai quali vi era un interessamento del citato imprenditore all’affidamento di lavori, 36.000 euro al componente della commissione giudicatrice di una gara, avente ad oggetto l’esecuzione di un intervento di adeguamento sismico in una scuola primaria, quale corrispettivo per l’attribuzione di un punteggio maggiore all’offerta tecnica presentata, e 3.000 euro a un RUP per ottenere l’affidamento di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico superficiale.

Somme di “denaro e altre utilità” sarebbero stati ricevute anche da Michele Tamborra un altro funzionario regionale, interdetto anche lui nonostante attualmente sia in pensione, in passato in servizio presso il dipartimento Opere pubbliche , che avrebbe ricevuto il 5 maggio 2020 dal Di Carlo e da sua figlia Carmelisa  5mila euro in contanti.

La circostanza che il “corruttore” avvertisse, al contempo, la necessità di annotare le tangenti corrisposte ne attesterebbe, da un lato, la pluralità delle stesse, dall’altro la “normalità” della prassi delittuosa, tale da richiedere una vera e propria contabilizzazione al pari dei pagamenti leciti. Significativo rilievo, ai fini investigativi, ha assunto l’utilizzo da parte dei soggetti indagati, al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione delle dazioni corruttive, di espressioni gergali, quali, ad esempio, caramelle”, “ossigeno”, “sciangè”, “polizze” e “documenti”.

Nel corso delle investigazioni sarebbero state, inoltre, accertate “sistematiche turbative d’asta, in relazione a sette procedure, riguardanti altrettanti comuni dell’entroterra foggiano, pressochè sovrapponibili per l’identico modus operandi adottato. Nello specifico, il citato “dominus” del sistema avrebbe preventivamente individuato le ditte partecipanti alle gare, avendo cura di sceglierle tra quelle sprovviste dei requisiti tecnici o comunque non in grado di “dargli fastidio” nella fase di aggiudicazione delle singole commesse. Sarebbe, altresì, emerso un collaudato sistema collusivo, che prevedeva la spartizione degli appalti in maniera coordinata con l’avallo di funzionari pubblici titolari dei poteri decisori in ordine all’indicazione dei lavori e alla scelta dei contraenti.

Gli altri indagati sono: Michele Campanella, Francesco Carrieri, Donato Coppolella, Paolo Coppolella, Vito Girardi, Michele Longo, Vincenzo Manzi, Matteo Palumbo, Valter Pellegrino, Amedeo Petronelli, Roberto Polieri, Rocco Rossi.

Il generale della Guardia di finanza in quiescenza Salvatore Refolo, nuovo commissario di Asset

Nel primo pomeriggio è arrivata la sospensione di Raffaele Sannicandro (di fatto pressochè inutile in quanto interdetto dal Gip Battista del Tribunale di Bari)  dal ruolo di direttore generale dell’Asset e da soggetto attuatore degli intervento per il dissesto idrogeologico. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha disposto la sospensione dell’ingegnere dopo che questi è stato colpito dal provvedimento di interdizione dai pubblici uffici emesso dalla Procura di Bari. Emiliano ha nominato come commissario straordinario dell’Asset e per il dissesto idrogeologico, Salvatore Refolo, generale della Guardia di finanza in pensione, che era già stano nominato commissario straordinario per il numero unico delle emergenze gestito dalla Protezione civile. Anche in quel caso la sua nomina arrivò a seguito dell’inchiesta giudiziaria che portò all’arresto dell’ex dirigente della Protezione civile, Mario Lerario. Legittimo domandarsi, ma Emiliano non poveva fare prima questo genere di scelte e nomine, invece di circondarsi di gente come Lerario e Sannicandro ?

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