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27 Novembre 2024 05:52

Servizi segreti, più poteri agli 007: in arrivo un Ddl con nuove garanzie all’intelligence italiana

Palazzo Chigi in attesa della riforma del "comparto intelligence" che sarà al centro dell’agenda di governo nel 2024 intende alzare la sicurezza nel Paese, in quanto non esiste solo la minaccia jihadista

Arruolare lupi solitari e foreign fighters, coordinare, guidare e perfino finanziare un’organizzazione terroristica, nascondere in casa armi ed esplosivi. Sono tutti reati gravi, vietati e puniti duramente dal codice penale. Ma se serviranno a prevenire o sgominare le cellule di jihadisti pronte a colpire in Italia e in Europa, saranno attività consentite dagli agenti “infiltrati” dei Servizi segreti italiani . Una lista dei reati che, qualora autorizzati ufficialmente dai vertici, saranno consentiti agli agenti “operativi” dell’intelligence infiltrati fra i terroristi senza violare le vigenti leggi e rischiare di finire sotto processo, tenendo “coperta” la propria identità e portare avanti con nuovi strumenti lo smantellamento delle cellule coperte presenti nel nostro Paese. E’ questo fondamentale il punto cardine della riforma a cui lavora il Governo che punta ad ampliare il raggio di azione degli 007 sotto copertura.

Tutto ciò per assestare un colpo alla minaccia terroristica che è tornata a scuotere l’Europa dopo il massacro di Hamas in Israele e il risveglio dei “lupi solitari” decisi a emularne le gesta nel Vecchio continente. Al provvedimento, di cui è stato informato il Copasir, lavora da settimane Palazzo Chigi sotto il coordinamento del sottosegretario Alfredo Mantovano che ha delega all’intelligence .

il sottosegretario Alfredo Mantovano con delega all’intelligence

Doveva rientrare nel “pacchetto sicurezza” approvato nel Consiglio dei ministri di giovedì, ma all’ultimo la premier Giorgia Meloni ha ritenuto di dover trovare un momento più appropriato e dedicato per una riforma così delicata, che probabilmente dovrebbe passare mediante un nuovo apposito disegno di legge.

Il testo del decreto punta ad estendere notevolmente le “garanzie funzionali” degli 007 dell’Aisi e dell’Aise, le due Agenzie dei Servizi italiani per l’interno e l’estero. Alcune di queste norme trovano già da anni applicazione pratica. Al momento, l’attuale legge quadro (la n° 124 del 2007) dei Servizi italiani prevede la possibilità per gli agenti infiltrati di “partecipare” a un’associazione mafiosa o terroristica per poter studiare mosse e profili degli affiliati. Il nuovo decreto “mette a sistema” queste investigazioni ed infiltrazioni, ne prevede altre.

Gli 007 italiani hanno necessità di rendersi credibili ai loro occhi, mimetizzarsi per dare la caccia alle menti fragili o deviate, ai lupi solitari più permeabili alla propaganda del terrore . Se si renderà necessario, verrà loro richiesto persino di vestire i panni dei “reclutatori”, di scandagliare il web con una falsa identità per “scovare” la rete dei jihadisti e degli aspiranti attentatori. Non è prevista alcuna “licenza di uccidere” come quella di James Bond, che la legge italiana vieta espressamente, tra le garanzie funzionali, come il ricorso alla violenza contro altre persone, tanto più quella letale. 

la sede centrale del DIS a Roma che coordina i servizi segreti

Una cosa è certa: se la riforma sarà approvata, i margini del terreno di azione degli agenti italiani diventeranno molto più larghi . Tra i reati non perseguibili per gli “infiltrati” rientreranno la partecipazione a banda armata, l’apologia del terrorismo, il reclutamento dei foreign fighters, i fondamentalisti pronti a combattere all’estero, così come il loro addestramento. Agli agenti per guadagnare credibilità nella rete terroristica, sarà non solo consentito di farne parte, ma anche di diventarne i leader. Nella relazione illustrativa della bozza di riforma si legge: “L’esperienza maturata nel tempo ha posto in evidenza che alcune informazioni di carattere operativo (ad es. pianificazione di azioni violente o elementi cognitivi afferenti al patrimonio dell’organizzazione) sono acquisibili solo da chi svolge un ruolo direttivo e organizzativo in seno alla compagine criminale/terroristica“.

Chi verrà eventualmente arrestato e finirà in tribunale, così già prevedono le attuali regole, potrà mantenere la sua falsa identità durante il processo a garanzia della sua incolumità: infatti solo i direttori dei Servizi possono avvisare l’autorità giudiziaria dell’operazione sotto copertura. Un intervento necessario e fondamentale per mettere “a sistema” l’operatività degli agenti che non certo da oggi, rischiano la vita da anni, per disinnescare la polveriera terroristica in Italia. Ma risente anche del nuovo allarme risuonato in Europa dopo gli orrori perpetrati da Hamas in Israele, finito al centro di più riunioni dell’intelligence insieme alla premier Meloni nelle scorse settimane. 

Fra le novità previste è previsto anche il rafforzamento dei poteri ispettivi dei Servizi sui finanziamenti occulti che in Italia e in Europa foraggiano le casse delle cellule jihadiste. E’ necessario “colmare un deficit informativo”, spiegano fonti del governo, “in relazione a esigenze riconducibili a obiettivi selettivi, inserendo Aise e Aisi all’interno del circuito di cooperazione già esistente tra le Forze di polizia“. Palazzo Chigi in attesa della riforma del “comparto intelligence” che sarà al centro dell’agenda di governo nel 2024 intende alzare la sicurezza nel Paese, in quanto non esiste solo la minaccia jihadista. Nella prima stesura della bozza del testo predisposto a Palazzo Chigi, un articolo specifica che la collaborazione della Pubblica amministrazione così come di partecipate e controllate dello Stato con gli 007 italiani non è facoltativa, ma obbligatoria.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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