Alle prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 8 indagati emessa dal dr. Giovanni Caroli GIP presso il Tribunale di Taranto, su richiesta del pm Francesco Ciardo della Procura di Taranto, subentrato nelle indagini condotte dalla pm Maria Grazia Anastasia. Un’indagato è finito in carcere, gli altri 7 posti ai domicilari. Inoltre il gip ha disposto il divieto di esercitare, per 12 mesi, anche per interposta persona, imprese o uffici direttivi della società cooperativa sociale per un altro soggetto ed, infine, la sospensione per 12 mesi dell’esercizio di ogni facoltà inerente il pubblico ufficio di dirigente di ente pubblico per un dipendente comunale.
Tra le 14 persone coinvolte nell’inchiesta ribattezzata “Golden System” che ha scoperchiato un sistema di collusioni e mazzette nella gestione dei servizi cimiteriali del Comune di Taranto, messa a segno questa mattina dalla Squadra Mobile di Taranto compaiono il comandante della Polizia Locale Michele Matichecchia, e il direttore generale del Comune Carmine Pisano (e non è la prima volta che compare in indagini di polizia giudiziaria) e la dirigente della direzione Ambiente Barbara Galeone (responsabile del Cimitero di Taranto) . La procura aveva chiesto gli arresti domiciliari sia per Matichecchia che per Pisano , ma il Gip Caroli ha rigettato la domanda per mancanza di gravi indizi nei loro confronti.
Incredibilmente il direttore generale del Comune di Taranto, Carmine Pisano ritenuto un “fedelissimo” del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, era stato da questi recentemente indicato e nominato direttore generale del comitato organizzatore del Giochi del Mediterraneo 2026. dove per fortuna non ha fatto in tempo a fare ulteriori guai, venendo sostituito (nomina ministero dello Sport) da un appartenente all’ Arma dei Carabinieri che oltre ad esperienza sportiva vanta sicuramente più elementi di legalità e garanzia.
Un aspetto particolare che è emerso dall’attività di indagine è l’odioso “spaccato criminale” nel quale – soprattutto in situazioni di necessità – si è verosimilmente approfittato di sentimenti di dolore in cui le persone vengono a trovarsi allorché un proprio familiare viene a mancare.
L’indagato finito in in carcere è Giuseppe Cristello, 55 anni, necroforo del cimitero San Brunone per conto del Comune di Taranto. Posti agli arresti domiciliari Francesco Alfeo di 79 anni ex amministratore di fatto della società cooperativa “Kratos”, Cataldo Forte, di 60 anni, Vito Giannini, di 72 anni dipendente del Comune di Taranto , Giuseppe Ligorio, di 58 anni, Valter Pernisco, di 52 anni, Antonio Sansone, di 55 anni e Tiziano Scialpi, di 54 anni dipendente del Comune di Taranto. Barbara Galeone, di 51 anni dirigente del Comune di Taranto, assistita dall’ avv. Salvatore Maggio, è stata sospesa dal suo incarico per 12 mesi . Gli indagati vengono ritenuti dalla squadra Mobile di Taranto, tutti elementi vicini al gruppo criminale della famiglia Sambito che spadroneggia del quartiere Tamburi , il cui “boss” Cataldo Sambito, è recentemente dededuto.
L’indagine, condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Taranto coordinata dalla Procura di Taranto, si è sviluppata dall’aprile del 2021, a seguito di un incendio, avvenuto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero S. Brunone di Taranto, di due automezzi di proprietà della società “Dr. Servizi” che all’epoca dei fatti gestiva i servizi cimiteriali per conto del Comune di Taranto, .
Grazie anche all’ausilio dei moderni strumenti investigativi, si è riusciti a ricostruire l’intricata vicenda che ha visto come protagonisti alcuni dipendenti del Comune di Taranto e alcuni soggetti appartenenti alla Cooperativa Kratos , ritenuti presunti responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, anche nei confronti dei corruttori.
Dalle indagini, sarebbe emerso che i soggetti monitorati si accordassero e ponessero in essere molteplici condotte criminali che permettevano alla società cooperativa sociale di aggiudicarsi – illecitamente – la gestione dei servizi cimiteriali in Taranto per alcuni anni, con un importo della gara di appalto di circa 7 milioni di euro.
In particolare, risulterebbe che alcuni dipendenti del Comune di Taranto avessero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche ed avrebbero compiuto una serie di altre azioni volte a favorire irregolarmente la società cooperativa sociale a discapito delle altre che avevano partecipato alla gara, in cambio di presunte elargizioni di denaro.
Altresì, la stringente attività di polizia giudiziaria avrebbe fatto emergere anche la presunta esistenza di un’associazione per delinquere, composta da alcuni necrofori in servizio presso il cimitero di San Brunone in Taranto, dipendenti della predetta società, i quali avrebbero posto in essere numerosissimi episodi di estorsione aggravata dall’aver commesso il fatto in più persone riunite, nonché di concussione a danno degli utenti dei cimiteri di Taranto, compiuti nell’ambito dei servizi e delle operazioni cimiteriali, utilizzando per tale scopo anche la “cattiva fama” di un noto esponente di un gruppo criminale tarantino, deceduto dopo la conclusione delle indagini.
In base alle risultanze investigative della Procura e della Polizia Giudiziaria delegata, sarebbe emerso che il gruppo dei necrofori riuscisse ad ottenere dai familiari delle persone decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o di dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione.
L’ Ordinanza cautelare integrale
OCC-BIS-CIMITERO-TAAGGIORNAMENTO
La Procura della Repubblica di Taranto ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro il rigetto della richiesta di arresto del comandante della Polizia Locale di Taranto, Michele Matichecchia, ed il direttore generale del Comune di Taranto, Carmine Pisano.