Si è concluso nel tardo pomeriggio dopo una camera di consiglio durata tre ore, del Collegio giudicante presieduto dal presedente del Tribunale di Potenza dr. Rosario Baglioni, giudici a latere dr.ssa Marianna Zampoli e dr. Francesco Valente il processo a carico dell’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo e dei fratelli Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo che sono stati condannati ciascuno a due anni di reclusione (pena sospesa) ed al pagamento delle spese processuali.
Il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, ed il pubblico ministero, Anna Gloria Piccininni, lo scorso 18 ottobre avevano chiesto nei confronti di Capristo una condanna a 6 anni , richiesta che non è stata accolta e fortemente ridimensionata dal Tribunale. Per un’altra serie di ipotesi accusatorie relative a quest’ultimo reato, Capristo è stato assolto “perché il fatto non sussiste“. “Questa sentenza sarà riformata – ha commentato al termine dell’udienza l’avvocato Angela Pignatari della difesa del procuratore Capristo, – perché siamo convinti che sarà data una lettura diversa degli atti oggetto del processo. Capristo è persona onesta e per bene e che non ha commesso i fatti per come sono stati inquadrati dal tribunale. Faremo appello”.
L’indagine aveva avuto origine dalla denuncia della pm Silvia Curione che sino a poco tempo fa inviava messaggi idilliaci e di stima a Capristo : il nuovo procuratore capo di Trani Antonino Di Maio che era subentrato a Capristo (nel frattempo trasferito alla guida della procura di Taranto), aveva chiesto l’archiviazione, che stranamente non venne accolta dal gip di Trani Maria Grazia Caserta (successivamente trasferita per i suoi problemi con un altro magistrato, Michele Nardi con cui intratteneva una turbolenta relazione) . Il fascicolo venne quindi avocato dall’allora procuratore generale di Bari, Annamaria Tosto avversaria di Capristo per quella nomina in cui prevalse solo grazie ad un’anzianità di alcuni mesi, contro la quale il procuratore aveva fatto ricorso al Tar (salvo ritirarlo su pressioni ricevute da alcuni magistrati oggi di “peso” di negli uffici giudiziari Bari) che consentì alla Tosto di restare al suo posto, ed il fascicolo venne trasferito per competenza alla Procura di Potenza.
Per dovere e correttezza di informazione è bene segnalare che alla lettura dell’udienza oltre al nostro Direttore erano presenti le troupe televisive di Antenna Sud e Telenorba, e nessun giornalista della stampa quotidiana barese e pugliese, che non ha mai partecipato a nessuna delle udienze.
| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |