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22 Luglio 2024 09:26
22 Luglio 2024 09:26

Confisca da 400 milioni di euro per Antonio Ricci: gestiva da Malta un impero nelle scommesse che arrivava in Calabria e Sicilia

La figura criminale dell’imprenditore Ricci era già emersa nell’operazione “Galassia”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O. di Roma a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore dei giochi e delle scommesse on-line, che avrebbe permesso di scoprire l’esistenza di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato all'illecita raccolta di scommesse on-line

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., di Roma, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ieri in Abruzzo, Calabria e Puglia ad un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha disposto l’applicazione della misura patrimoniale della confisca di compendi societari, trust e disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato in circa 400 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore barese 48enne Antonio Ricci (noto come “Stereomondo”)  operante nel settore dei giochi e delle scommesse on-line. Su di lui e sulle sue attività aveva parlato a lungo con i magistrati inquirenti il collaboratore di giustizia Mario Gennaro, che aveva chiarito nei dettagli tutti i passaggi societari utilizzati ed anche reso noto la rete dei collaboratori.

Antonio Ricci (foto tratta dal sito www.newz.it)

La figura criminale dell’imprenditore Ricci era già emersa nell’operazione “Galassia”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O. di Roma a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore dei giochi e delle scommesse on-line, che avrebbe permesso di scoprire l’esistenza di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato all’illecita raccolta di scommesse on-line, avente base decisionale ed operativa in Reggio Calabria e ramificazioni anche all’estero tramite società con sedi a Malta, in Romania, Austria e Spagna.

Tali società avrebbero agito mediante un sistema di guadagno a “cascata”, dal master, vertice della piramide e promotore dell’organizzazione, all’end user, il giocatore finale. L’associazione in parola avrebbe avuto collegamenti con la ‘ndrangheta, alla quale avrebbe garantito una parte dei proventi in cambio di protezione e diffusione del brand on line e in esercizi commerciali locali. I bookmaker, infatti, avrebbero stipulato accordi con le cosche egemoni sui rispettivi territori di riferimento, al fine di consolidare la propria posizione economica sul territorio calabrese, in particolare nella provincia di Reggio Calabria. Infine, i punti affiliati, avrebbero trasferito le somme incassate alla direzione amministrativa dell’associazione allocata all’estero, sottraendola all’imposizione fiscale italiana.

Alla luce delle richiamate evidenze, la locale Direzione Distrettuale Antimafia sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata, ha delegato il G.I.C.O. del Nucleo Polizia Economica Finanziaria di Reggio Calabria a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali. L’attività anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, ha consentito di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente ed indirettamente nella disponibilità del proposto, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale ufficialmente dichiarata.

In tale contesto emergeva la figura dell’imprenditore Antonio Ricci, reale “dominus” di una società avente sede legale a Malta, ma di fatto operante in Italia attraverso una stabile organizzazione, costituita da plurimi punti commerciali, distribuiti sul territorio e dediti alla raccolta di puntate su giochi e scommesse nell’ambito del descritto sistema illecito.

Secondo gli inquirenti calabresi, Antonio Ricci avrebbe fatto affari con le cosche della ‘ndrangheta. Infatti viene ritenuto il capo dell’associazione, in quanto titolare e gestore delle società che raccoglievano le scommesse illecite, grazie all’impianto ed utilizzo una struttura piramidale, che vedeva al vertice le società maltesi riconducibili al Ricci, e subito dopo a scalare i centri scommesse alcuni dei quali presenti in Puglia. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle in un primo momento avrebbe utilizzato la Gvc New Ltd, e successivamente la Oia Service Ltd, che operava tramite punti commerciali quali Betclu, Enjoybet, Globalbet365, Stereobet, Vipbet24 ed altri.

Alla luce delle risultanze partecipate, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha prima disposto il sequestro del patrimonio riferibile al citato imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di 3 società operanti nel settore dei giochi e delle scommesse on-line, nr. 2 trust radicati a Malta comprensivi dei rispettivi portafogli finanziari, nonché rapporti bancari, finanziari assicurativi e relative disponibilità, per un valore complessivamente stimato in circa 400 milioni di euro.

Con il medesimo provvedimento, inoltre, il locale Tribunale ha sottoposto l’imprenditore Ricci alla misura personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di anni 2 e mesi 6, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale. Da Malta dove Antonio Ricci è ritornato a vivere dopo l’estradizione di qualche anno fa in Italia e la successiva scarcerazione, ha conferito mandato legale difensivo agli avvocati baresi Gaetano Sassanelli Roberto Sisto di opporsi all’azione della magistratura. I due legali hanno presentato appello contro il decreto notificato nello scorso mese di novembre e di cui si è avuta notizia solo ieri, a seguito della notifica del provvedimento a terzi effettuato dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e dallo Scico di Roma.

“La brillante operazione dei finanzieri del Comando di Reggio Calabria e dello Scico di Roma, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, che ha portato alla confisca di beni per un valore di 400 milioni di euro a un imprenditore, dimostra quanto sia pervasivo e determinante il ruolo della ‘ndrangheta anche all’interno del settore dei giochi e delle scommesse on-line, pronta sempre ad alimentare sistemi criminali con ramificazioni in tutta Europa”. Lo scrive su «X» la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo rivolgendo “un plauso agli uomini e alle donne impegnate in questa operazione, che rappresenta la riposta più forte che lo Stato possa dare a queste consorterie delinquenziali”.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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