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24 Novembre 2024 01:15

L’audizione di Cantone sui dossieraggi: “Numeri inquietanti, davvero mostruosi”

"Si tratta di una vicenda oggettivamente molto grave, perché il numero degli accessi fatti è eccessivamente elevato. Il sottotenente Striano in quattro anni ha consultato 4.124 Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos), un numero spropositato, e scaricato 33.528 file dalla banca dati della Dna",

Dopo il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, è toccato a Cantone l’ex presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione essere audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia in relazione alle indagini che vedono indagate 15 persone, tra cui un finanziere della Direzione Nazionale Antimafia che avrebbe effettuato diversi accessi alle banche dati per fini non investigativi e tre giornalisti del quotidiano Domani. “I numeri sono molto più preoccupanti di quelli che sono emersi: si tratta di numeri inquietanti, davvero mostruosi. Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella della Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari”. Ad affermarlo è Raffaele Cantone, il procuratore di Perugia, coordinatore dell’inchiesta su un presunto dossieraggio ai danni di politici, vip e imprenditori.

“Si tratta di una vicenda oggettivamente molto grave, perché il numero degli accessi fatti è eccessivamente elevato. Il sottotenente Striano in quattro anni ha consultato 4.124 Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos), un numero spropositato, e scaricato 33.528 file dalla banca dati della Dna”, ha reso noto Cantone, “il mercato delle Sos non si è fermato e ne abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie sui giornali è uscito il riferimento a una Sos riguardante un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa. Ma quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che in un momento di massima attenzione sulla vicenda continuava a vendere sottobanco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma, con cui il rapporto è saldo“.

Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e IL presidente della Commissione parlamentare Antimafia on. Chiara Colosimo

“Questo numero enorme di dati, di informazioni, di atti scaricati alla banca dati della procura Antimafia, che fine ha fatto? Quanti di questi dati possono essere utili per cento ragioni? Ci preoccupiamo della criminalità organizzata, della stampa, ma quante di queste informazioni possono essere utili anche, per esempio, ai servizi stranieri e a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale? Tra l’altro tra i dati scaricati ci sono informative banali ma anche atti coperti dal segreto”, ha aggiunto quindi Cantone. “Il finanziere Striano ha cercato 1.123 persone sulla banca dati SERPICO, ma potrebbero essere pure 3mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo

Sempre il tenente Pasquale Striano, ha aggiunto Cantone, “ha consultato 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimento che sono state eseguite digitanto i nominativi di 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche” e questo – ha sottolineato Cantone – “solo per quanto riguarda le Sos“. Il tenente Striano “ha ricercato 1.123 persone sulla banca data Serpico” ma potrebbero essere anche di più. Il tenente, ha aggiunto ha “scaricato 33.528 file dalla banca dati della Dna“. “Un numero enorme di dati”, ha rilevato, Cantone che ha posto un’interrogativo: tutte queste informazione e questi dati “che fine hanno fatto?”

Sono forti gli interrogativi sui moventi, che non appaiono economici. “Non è emerso che il tenente Striano facesse la bella vita, che avesse disponibilità economiche di un certo tipo, il suo conto corrente, così come quello dei suoi familiari, è stato vivisezionato: al momento non sono emersi elementi tali da far pensare a finalità economiche della sua attività, che pure potrebbero essere nascoste”, ha spiegato Cantone che ha aggiunto Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo”.

“Un vero e proprio verminaio”

“Abbiamo sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria consentendo così di scoprire quello che è un vero e proprio verminaio”, ha proseguito il procuratore capo di Perugia, “nessun attacco da parte nostra alla libertà di stampa, fondamentale in ogni democrazia. Quella che non si tratti di notizie date dalla stampa, ma di attività di informazione commissionate dalla stampa a un ufficiale di polizia giudiziaria è un’ipotesi investigativa in merito alla quale saremmo felici di essere smentiti”.

Quindi una risposta alle critiche sulle indagini: “Non mi occupo di bolle di sapone, non me ne occupavo neanche da bambino, chi lo afferma ne risponderà nelle sedi opportune: ho grande rispetto per la libertà di manifestazione del pensiero e per l’età di chi lo esprime ma chi non conosce gli atti non può esprimere giudizi”.È stato detto che la procura di Perugia avrebbe escluso le attività di dossieraggio ma la procura di Perugia non ha parlato con nessuno”, ha proseguito, “non spetta a me dire che cosa sia dossieraggio e che cosa no, è un tema che non ci appassiona nemmeno giuridicamente“.

“Quella effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazioni”, ha ricordato Cantone, spiegando che “gli accessi possono essere anche solo esplorativi, non sempre corrispondono a una raccolta di informazioni“. Secondo il procuratore “sarebbe impossibile contestare l’associazione a delinquere, non c’erano gli elementi“. Secondo l’accusa, l’indagato “fa una serie di favori a una serie di soggetti che fra loro non hanno rapporto”.

“L’indagine è affidata al gruppo valutario della Gdf di cui mi fido”, ha concluso il procuratore ricordando che la Guardia di Finanzaè la prima che ha ricevuto un danno ed è motivata ad arrivare alla fine di quanto accaduto” .

Durante la seduta, il procuratore Cantone ha rivelato anche un importante risvolto politico: “Striano ha presentato una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto e ne abbiamo acquisito anche altre, tra cui quella sui fondi della Lega. L’attività sui fondi della Lega è uno degli oggetti di futuro approfondimento“. Immediata la reazione di Matteo Salvini: “Se è vero quello che dice Cantone, vogliamo sapere chi erano i mandanti, chi pagava, chi incassava su indicazione di chi, perché sta emergendo una cosa sconcertante che non ha precedenti”. Il leader della Lega ha quindi aggiunto: “Quello che emerge è gravissimo. Non solo per la politica, con la Lega che è la più colpita e diffamata in questi affari illeciti a quanto emerge. Ma anche per migliaia di italiani normalissimi, lavoratori, padri di famiglia, medici, avvocati, che per anni qualcuno pagato coi soldi dei cittadini”.

Cantone, in relazione ad un ipotetico possibile coinvolgimento di servizi segreti di altri Paesi in questa attività di dossieraggio, ha dichiarato: “Non risultano rapporti tra Striano e agenti segreti stranieri” . L’ufficiale della Guardia Finanza lavorava per la Procura nazionale Antimafia: “Un’istituzione sacra, bisogna intervenire per tutelarla — ha detto Cantone —. Credo ci sia l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti“.

Il ruolo di Pasquale Striano

Il luogotenente delle Fiamme Gialle Pasquale Striano, indagato per avere spiato illecitamente politici e vip, probabilmente doveva essere copito una vera e propria sindrome compulsiva di ricerca sulle banche dati riservate della Procura nazionale antimafia. Nel mirino delle sue ricerche oltre al precedente proprietario della casa di Anzio da lui acquisita a un’asta giudiziaria, è finita persino la sua seconda compagna Francesca, che di quella abitazione risulta oggi comproprietaria al 50%. L’ufficiale della Guardia di Finanza non ha avuto riguardi nemmeno per lei, come evidenzia il procuratore di Perugia Raffaele Cantone nell’invito a comparire noptificato a Striano. Tra gli episodi contestati a suo carico c’è anche quello: “in data 07.06.2021 un accesso abusivo alla banca dati SERPICO per consultare le informazioni fiscali concernenti la moglie, Francesca“. Qualche mese dopo – per la precisione il 16 maggio 2022 – per altro sempre su SERPICO il finanziere compulsivo cercava i redditi percepiti da un tale Giuseppe che porta lo stesso cognome della moglie, e chequindi poterebbe quindi essere un suo parente.

La ricostruzione di Cantone sui giornalisti: spesso erano loro a chiedere su chi cercare

Sempre secondo quell’invito a comparire nei vari capi di accusa in cui Striano è associato a giornalisti del Domani, il quotidiano del quale è editore lo “svizzero” Carlo De Benedetti, tessera numeo 1 del PD, di altre testate giornalistiche o a generici “giornalisti-scrittori” in molti capi di imputazione si utilizza questa formula: “STRIANO quale ufficiale di Polizia Giudiziaria in servizio presso la Procura Nazionale Antimafia con il ruolo di comandante del “Gruppo S.0.S.” ed esecutore materiale degli accessi abusivi, (Tizio o Caio) quale giornalista richiedente le informazioni stesse“.

Secondo questa formula utilizzata dal procuratore Cantone, quindi, non sarebbe stato il finanziere Striano a fare autonomamente gli accessi illeciti contestati per poi offrire in un secondo momento per la pubblicazione il materiale ai giornalisti. Ma probabilmente il circuito sarebbe stato inverso: erano i giornalisti a chiedere a Striano di fare ricerche (ben sapendo che erano abusive, quindi illegali ) su questo o quel personaggio e poi ricevevano il materiale ottenuto per verificarne l’utilità per la pubblicazione. Questa formula è utilizzata per 25 episodi.

Per altri episodi Cantone utilizza invece una formula diversa: “STRIANO quale ufficiale di Polizia Giudiziaria in servizio presso la Procura Nazionale Antimafia con il ruolo di comandante del “Gruppo S.O.S.” ed esecutore materiale degli accessi abusivi, (Tizio o Caio) quale giornalista interessato a ricevere le informazioni». Per ipotizzare i due percorsi è probabile, quindi, che i magistrati di Pergia abbiano le risultanze probatorie dei contatti fra giornalisti e Striano precedenti gli accessi abusivi, con i giornalisti che sono il motore dell’accesso abusivo e che quando manchino invece quelle prove si ritenga che i giornalisti siano solo il terminale finale di quell’illecito.

Alcuni particolari anche se al momento non è dimostrato esplicitamente, farebbero immaginare, la richiesta esplicita dei giornalisti: ad esempio l’accesso abusivo ai dati di alcuni attuali esponenti del governo guidato da Giorgia Meloni è stato compiuto da Striano sempre nella stessa data, quella del 20 ottobre 2022, quando è iniziata a circolare la bozza quasi definitiva della lista dei ministri che sarebbe stata ufficializzata il giorno dopo al Quirinale.

Ieri l’attuale procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo era stato sentito per circa 5 ore dalla Commissione Antimafia e oggi è stato audito dal Copasir. Le audizioni di Melillo e Cantone erano state richieste proprio dai due magistrati.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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