L’Aquila sarà la capitale italiana della cultura 2026: la proclamazione è stata annunciata dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso di una cerimonia nella sala Spadolini del Ministero. A quasi 15 anni dal devastante terremoto dell’aprile 2009, il capoluogo abruzzese ha battuto la concorrenza di altre nove città di tutta a la penisola, da Alba a Maratea. La giuria presieduta da Davide Maria Desario ha premiato all’unanimità il progetto aquilano di “recupero dell’identità” che punta sulla Cultura “intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità“, il “forte collante con i territori circostanti” e “la centralità e il coinvolgimento del sistema museale, bibliotecario e universitario”.
Le altre finaliste erano Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). “Ho provato quasi un dispiacere fisico a dover premiare una città sola“, ha detto Sangiuliano, “comunque L’Aquila è una città ricca di storia e d’identità e merita certamente di essere capitale della cultura. Avrei voluto dare questo riconoscimento a tutte le città che erano candidate, adesso studieremo un modo per coinvolgerle in questo momento”.
Il progetto “si espanderà a tutto l’Abruzzo, parliamo della regione che ha dato i Natali a Benedetto Croce, nato a Pescasseroli o ai fratelli Spaventa, nati a Bomba, nel Chietino”, ha aggiunto il ministro che non ha escluso che la scelta della giuria abbia tenuto conto anche delle “ferite” del terremoto e della “Le altre finaliste erano Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). “Ho provato quasi un dispiacere fisico a dover premiare una città sola”, ha detto Sangiuliano, “comunque L’Aquila è una città ricca di storia e d’identità e merita certamente di essere capitale della cultura. Avrei voluto dare questo riconoscimento a tutte le città che erano candidate, adesso studieremo un modo per coinvolgerle in questo momento”.
Il progetto “si espanderà a tutto l’Abruzzo, parliamo della regione che ha dato i Natali a Benedetto Croce, nato a Pescasseroli o ai fratelli Spaventa, nati a Bomba, nel Chietino”, ha aggiunto il ministro che non ha escluso che la scelta della giuria abbia tenuto conto anche delle “ferite” del terremoto e della “necessità di guardare avanti”.
“Garantiamo che saremo all’altezza del compito che oggi ci assegnate”, ha promesso il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dopo la proclamazione del capoluogo abruzzese a Capitale italiana della Cultura 2026, sottolineando che il riconoscimento si estende “a tutto il territorio va dal cratere sismico fino alle aree appenniniche che nei secoli hanno subito una grande spoliazione, una perdita di centralità”. Per il presidente della Regione, Marco Marsilio, si tratta di “un ulteriore segnale di rinascita e di crescita per l’intero Abruzzo“.
L’Aquila si era candidata già nel 2021 ma tra le 10 finaliste fu scelta Procida come Capitale della Cultura 2022. Stavolta ha vinto il suo progetto di L’Aquila Città Multiverso, “un ambizioso programma di sperimentazione artistica”, hanno spiegato i promotori, “per la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale capace di proiettarla verso il futuro seguendo i 4 assi della Nuova Agenda Europea della Cultura: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale“.