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3 Luglio 2024 10:29
3 Luglio 2024 10:29

Lo storico”sinistrorso”Luciano Canfora a processo per aver diffamato la premier Giorgia Meloni

Il professor Canfora sarà difeso dall’avvocato Michele Laforgia, impegnato in queste settimane nella corsa per essere il candidato sindaco del centrosinistra il prossimo 9 giugno.  Il premier aveva nominato come suo legale il sottosegretario Avv. Andrea Del Mastro.

La Procura di Bari ha chiesto la citazione diretta in giudizio per Luciano Canfora e l’udienza predibattimentale si terrà il 16 aprile prossimo dinnanzi al Tribunale di Bari  a seguito della querela per diffamazione presentata da Giorgia Meloni per alcune affermazioni fatte da Canfora il 12 aprile 2022 quando, nel corso di un incontro sul conflitto in Ucraina tenutosi nel liceo Fermi di Bari, durante un incontro sulla guerra in Ucraina in liceo barese, cui aveva detto “Siccome è una neonazista nell’animo si è subito schierata con i neonazisti ucraini è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta, naturalmente, di questo ruolo”. La leader di Fratelli d’Italia che nell’ottobre dello stesso anno è diventata presidente del Consiglio. Già all’epoca la presidente del Consiglio dopo aver appreso delle parole pronunciate dal docente universitario barese, aveva annunciato la querela con un messaggio su Facebook. “Ascoltate – aveva scritto la premier, che all’epoca non era presidente del Consiglio ma leader di FdI – il filologo Luciano Canfora che, in un istituto scolastico di Bari, mi definisce “neonazista nell’animo”. Parole inaccettabili, ancora una volta pronunciate da una persona che si dovrebbe occupare di cultura e formazione e che invece finisce a fare becera propaganda a dei giovani studenti. La querela non gliela toglie nessuno…“.

Questi i passaggi di Canfora contestati ed indicati nella querela della Meloni: Anche la terribilissima e sempre insultata, poveretta, leader di quel partito di destra che si chiama Fratelli d’Italia (come se in Francia ci fosse la Marsigliese come partito politico), trattata di solito come una mentecatta, pericolosissima ecc., siccome, essendo neonazista nell’anima si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta naturalmente di quel ruolo. Non fa parte della maggioranza di governo attuale – aveva aggiunto – ma è una pedina esterna molto comoda per dimostrare che il Paese è unito“. Nella querela della premier si sottolinea come sia “evidente il contenuto diffamatorio dell’epiteto poveretta“; inoltre, viene stigmatizzato l’atteggiamento dinanzi alla platera tenuto da Canfora, “che non nascondeva altezzosa stizza e superiorità morale e intellettuale“.  

La sinistra si è subito mobilitata in difesa di Canfora con un documento di solidarietà firmato da trenta associazioni politico-culturali e organizzazioni della sinistra barese che hanno firmato un appello di solidarietà nei confronti di Luciano Canfora sostenendo che “sulle idee e sui sentimenti dell’on. Meloni va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica, e l’opinione da lui espressa in quella circostanza può essere discussa, non certo ritenuta del tutto infondata oppure motivata da una semplice volontà denigratoria” così erigendosi a giudici supremi del nulla confondendo il legittimo diritto di critica politica (riservata però ai parlamentari) con la diffamazione. Il professor Canfora sarà difeso dall’avvocato Michele Laforgia, impegnato in queste settimane nella corsa per essere il candidato sindaco del centrosinistra il prossimo 9 giugno.  Il premier aveva nominato come suo legale il sottosegretario Avv. Andrea Del Mastro.

Luciano Canfora, Giorgia Meloni ed Andrea Del Mastro

I sottoscrittori del documento di solidarietà scrivono:Desideriamo manifestare la nostra piena solidarietà con Luciano Canfora non soltanto perché stimiamo profondamente la sua levatura di studioso, ammiriamo la sua indiscutibile onestà intellettuale e la sua passione civile, ma anche perché siamo consapevoli che il bersaglio ultimo dell’azione legale intrapresa dall’on. Meloni è il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione“. Sembra di rileggere le dichiarazioni di Roberto Saviano anch’egli a giudizio dinnanzi al Tribunale di Roma per aver diffamato anch’egli Giorgia Meloni.

Qualcuno dovrebbe spiegare che nessun articolo del Codice Penale autorizza chiunque ad usare espressioni volgari ed offensivi nei confronti di qualcuno, sopratutto quando di avversa parte politica.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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