“L’inchiesta dossieraggio è un’inchiesta delicata sulla quale è giusto che io mantenga il pieno riserbo ma sulla quale è giusto fare piena luce”. Così Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, ospite del Forum Adnkronos al Palazzo dell’Informazione, rispondendo a una domanda sull’inchiesta di Perugia che coinvolge la Direzione Nazionale Antimafia, sulle prossime audizioni in Commissione. A quanto si apprende, tra i sentiti ci sarà anche il vicequestore Giuseppe Puzzo.
“Abbiamo bisogno di ascoltare tutti gli attori protagonisti e non protagonisti, anche le persone che fin qui non sono emerse con un ruolo centrale. Ecco perché, tra le audizioni, non avremo soltanto quelle richieste ma anche alcuni nomi che fin qui sono emersi come ad esempio chi era nel posto di Striano prima di Striano“, ha aggiunto la presidente Colosimo.
Elezioni Europee
“I partiti devono ritrovare un’etica pubblica. E’ necessario che prima del voto delle europee, che si tiene in contemporanea con tante elezioni amministrative, i partiti si ricordino che hanno uno strumento, quello strumento si chiama controllo preventivo: scegliere, prima di presentare le liste, chi candidare, chiedendo alla Commissione parlamentare Antimafia se sono o meno presentabili, è necessario per infondere fiducia a chi deve andare a votare”, ha detto ancora Colosimo.
Le infiltrazioni mafiose nella politica a Bari
“I tempi della Commissione sono complicati perché si devono incastrare con l’Aula e con le disponibilità degli auditi, io credo che il mese di aprile sia quello opportuno, anche se non credo che il sindaco di Bari Antonio Decaro e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano saranno le prime persone che sentiremo” ha detto Chiara Colosimo.
Decaro e Emiliano “sono tra le persone che verranno sentite, anche se devo fare un chiarimento : su Emiliano l’audizione richiesta non è attinente all’indagine in sé per sé. il nome del governatore non risulta in nessuna carta, ma è più una questione che attiene per via delle dichiarazioni fatte”.
I socialnetworks ed i giovani
Su modelli negativi e soldi facili veicolati ai giovani da alcune serie e testi musicali “è necessario intervenire su alcuni messaggi assolutamente problematici sulle nuove generazioni. Io ho già iniziato ad avere colloqui informali con TikTok e le principali piattaforme perché è necessario fermare il mito del boss”. ha aggiunto la presidente della Commissione Antimafia al Forum Adnkronos al Palazzo dell’Informazione.
“Noi abbiamo visto centinaia e centinaia, se non migliaia di repliche dell’evasione di Marco Raduano”, il cosiddetto boss di Vieste, “con sotto canzoni di autori più o meno noti che esaltavano queste evasioni. Questo non può più succedere. Non è fico chi scappa, non è fico chi delinque, non è fico il criminale, è fico chi invece con il proprio sudore ogni giorno lavora e si guadagna una posizione”, ha affermato Chiara Colosimo.
“Vorrei controllo obbligatorio su dirigenti in Comuni sciolti”
“Vorrei inserire il controllo sull’amministrazione e i ruoli apicali obbligatoriamente sui Comuni sciolti per mafia e su richiesta se qualche Comune ha un dubbio o segnala anomalie”. ha dichiarato Chiara Colosimo, secondo la quale il controllo dovrebbe riguardare, ad esempio, anche “dirigenti, amministratori delegati delle società, direttori generali”.
“Riguardo alle infiltrazioni, non possiamo pensare che il problema sia sempre della politica”, ha sottolineato Colosimo che vorrebbe inserire nel “codice di autoregolamentazione la possibilità di controllo dell’apparato burocratico delle amministrazioni. Io, ad oggi, controllo i candidati, ma perché la Commissione parlamentare Antimafia non controlla chi ha un ruolo pubblico nei Comuni e nelle partecipate quando ci sono scioglimenti per mafia?“.
“Leggiamo le carte delle inchieste e quante volte il tema è, ad esempio, il dirigente dei Lavori pubblici, che resta a prescindere dall’amministrazione, e diventa il legame diretto con chi vuole vincere un appalto? – ha sottolineato la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia – In quasi tutti gli scioglimenti c’è almeno un appartenente all’amministrazione pubblica che ha rapporti e lavora per la criminalità organizzata. Allora sarà il caso che, di pari passo, controlliamo la macchina burocratica e la politica“
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