Rinvio a giudizio per Marie Therese Mukamatsindo, Liliane Murekatete e due cognati del deputato Aboubakar Soumahoro. Lo ha deciso il gup di Latina nell’ambito dell’inchiesta sulle cooperative, coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati. Le accuse contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni sono di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. Il processo inizierà a Latina il prossimo 11 giugno. Anche per i cognati dell’onorevole Soumahoro si profila un processo all’orizzonte e solo una posizione è stata stralciata, quella di Richard Mutangana, un altro cognato del deputato, scappato in Ruanda ed irreperibile dalla giustizia italiana.
Marie Therese Mukamatsindo, Liliane Murekatete, suocera e moglie del deputato, erano finite ai domiciliari lo scorso 30 ottobre 2023. A condurre le indagini, coordinate dalla procura di Latina, sono stati i militari della Guardia di Finanza. In particolare, secondo le accuse, le cooperative avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.), destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito. Il gip di Latina aveva disposto anche un sequestro per quasi 2 milioni di euro.
A fronte dei flussi di denaro pubblico, la Guardia di finanza ha ricostruito tutte le disposizioni bancarie “prive di congrua giustificazione causale e comunque per finalità diverse da quelle alle quali era preposta la Karibu“. In particolare, come era stato riportato nell’ordinanza dal Gip, le carte di credito delle cooperative sarebbero state usate anche per “finalità private (ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica)“.
Si tratta tuttavia del secondo processo a carica della moglie e della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro passato nel gruppo misto dopo aver abbandonato Sinistra Italiane e Verdi nelle cui liste era stato eletto: le due donne erano state già rinviate a giudizio lo scorso dicembre per accuse di evasione fiscale. L’inchiesta era stata originata dalle denunce di mancati pagamenti degli stipendi da parte di alcuni dipendenti e dalle denunce di cattive condizioni in cui sarebbero stati ospitati alcuni richiedenti asilo nelle strutture gestite dalla cooperativa.
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