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24 Novembre 2024 21:20

Corruzione in Puglia, arrestati Alfonso ed Enzo Pisicchio(ai domiciliari)

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate , a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Continua il terremoto giudiziario a Bari. L’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio, e suo fratello Enzo (presidente del partito Iniziativa Democratica) sono stati arrestati e messi agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Procura di Bari. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmati dalla Gip Ilaria Casu su richiesta del pm Claudio Pinto, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Alessio Coccioli,  ha riguardato oltre ai fratelli Pisicchio anche il broker assicurativo Cosimo Napoletano, 58enne di Mopoli, finito in carcere. Posti in detenzione domiciliare il dirigente comunale Francesco Catanese, 59enne di Bari, e l’imprenditore Giovanni Riefoli, 58enne originario di Barletta. Interdetti dall’attività professionale per 12 mesi Vincenzo IannuzziGrazia Palmitessa.

I fratelli Pisicchio sulla base dell’impianto accusatorio avrebbero intascato 156mila euro in contanti per sé stessi ed anche sotto forma di finanziamento del loro movimento Iniziativa Democratica (una delle liste a supporto della coalizione di centrosinistra alle elezioni regionali 2020) dalle aziende riconducibili all’imprenditore Riefoli, anche sottoforma di consulenze fittizie. L’ordinanza di custodia cautelare precisa che  le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti a carico di Alfonso Pisiscchio riguardano il periodo in cui era assessore della giunta regionale duidata dal governatore Michele Emiliano, utilizzando “la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito.

Alfonso ed Enzo Pisicchio, in concorso con il dirigente comunale Catanese e Gianfranco Chiarulli componente della commissione di gara rispondono anche di corruzione per aver truccato l’appalto, con importo a base d’asta di euro 5.526.950, per l’affidamento della riscossione della Tarsu-Tares-Tari a favore della società Golem Plus (associata in raggruppamento temporaneo d’imprese con le società Creset e Arca Servizi) aggiudicato nel settembre del 2019, . Più nel dettaglio, il RUP Catanese avrebbe curato la predisposizione del bando confezionandolo ad arte in modo da attribuire un minor peso all’offerta economica rispetto a quella tecnica, ricevendo in cambio dall’ imprenditore barese Riefoli l’utilità rappresentata dall’assunzione della moglie. Mentre Chiarulli componente della commissione di gara avrebbe ottenuto analoga promessa per il figlio con l’intermediazione dei fratelli Pisicchio destinatari di ulteriori utilità dal suddetto imprenditore per l’opera di intermediazione svolta consistita, tra l’altro, nell’assicurare ed agevolare lo scambio di informazioni sensibili sulla procedura.

I due dipendenti comunali avrebbero ricevuto in cambio , il primo l’assunzione della moglie, e il secondo la promessa dell’assunzione del figlio Michele Chiarulli . Enzo Pisicchio ha ottenuto in cambio l’acquisto di mobili, il pagamento di feste private, un cellulare, un tablet e persino l’assunzione fittizia della figlia Rebecca Pisicchio. Suo fratello Alfonso Pisicchio invece avrebbe ricevuto “il sistema delle assunzioni nelle aziende gestite dallo stesso Riefoli di persone da lui stesso indicate, che a loro volta gli avrebbero garantito la preferenza elettorale”.

L’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bari avviata dal colonnello Pierluca Cassano allora comandante del Nucleo, avrebbe avuto origine nata dalle dichiarazioni verbalizzate da un dirigente della Regione, Barbara Valenzano, da sempre considerata una “fedelissima” del governatore Michele Emiliano, verificate e supportate da indagini tecniche, analisi dei tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni, riscontri documentali, escussioni in atti e accertamenti patrimoniali.

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate , a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il nucleo PEF della Guardia di Finanza sta eseguendo sequestri dei beni nella disponibilità di Vincenzo Rinaldi e Cosimo Napoletano per un valore complessivo di circa 800 mila euro.

Secondo quanto emerge dall’ordinanza del Gip vi sarebbe stata la predisposizione da parte del broker assicurativo Cosimo Napoletano, in concorso con altri soggetti, di polizze fideiussorie false, successivamente prodotte ai competenti uffici regionali, a beneficio di numerosi imprenditori richiedenti l’autorizzazione allo svolgimento di attività estrattiva nelle cave. In tale contesto, sarebbe anche emerso l’uso di polizze false, da parte di altre due società, in procedimenti amministrativi funzionali a ottenere finanziamenti, erogati dalla Regione Puglia, nell’ambito di programmi di investimento e di agevolazioni alle imprese.

A poche settimane dalla nomina regionale Alfonso Pisicchio nel pomeriggio, prima di essere arrestato, aveva lasciato l’ARTI, l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, presentando le proprie dimissioni. La Giunta regionale ha, quindi, nominato commissario straordinario Cosimo Elefante, dirigente regionale, Rtd (Responsabile della transizione al digitale) della Regione Puglia.

Alfonso Pisicchio e Federico Pizzarotti

Nel novembre 2022 ci fu la posa a Bari della “prima pietra”, per la federazione dei movimenti civici presenti nelle regioni italiane con la “benedizione” dell’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Per la Puglia fu il movimento “Senso Civico“, con il coordinatore regionale Alfonso Pisicchio a entrare in questa nuova architettura partorita dal civismo. Pisicchio escludeva che sia in concorrenza con l’ipotesi avanzata in campagna elettorale da Emiliano di una federazione di liste civiche perché “quel movimento è già finito quando Emiliano ha scelto di chiedere al Pd un seggio per Stefanazzi“.

Pisicchio così spiegava le ragioni che rendono a suo dire più convincente la proposta di una federazione di civiche rispetto a ruolo dei partiti: “Le elezioni politiche si sono contraddistinte per l’assenza di un dibattito che abbia coinvolto i cittadini e le proposte dei partiti e delle coalizioni sono state comunicate per lo più sui mezzi di comunicazione. Tra i pochi temi trattati stride l’assenza dalla discussione politica, di tutti i partiti, di una proposta sulla questione meridionale o, meglio ancora, sul tema del rapporto tra Mezzogiorno e Mediterraneo“. Ma successivamente ha cambiato idea…pur di ottenere un “poltrona pubblica” a Bari. Poltrona che non ha fatto neanche in tempo ad utilizzare…

La notizia degli arresti odierni non fa altro che appesantire il “terremoto” giudiziario che nelle scorse settimane si è abbattuto sul Comune di Bari e sulla Regione Puglia. A fine marzo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso di inviare una commissione di accesso nel capoluogo pugliese dopo l’indagine sul sistema mafioso locale che ha coinvolto una consigliera comunale di maggioranza e alcune municipalizzate.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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