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22 Luglio 2024 09:30
22 Luglio 2024 09:30

La procura di Milano chiede rinvio a giudizio della Santanchè per truffa Covid

La richiesta riguarda anche il compagno della ministra del Turismo, Dimitri Kunz D'Asburgo, e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo a cui fanno capo le società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria

La procura di Milano ha richiesto il rinvio a giudizio del ministro del Turismo Daniela Garnero Santanchè e del suo compagno Dimitri Kunz D’Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo, mentre le due società sono Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl, per presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid 19, per un totale di 13 dipendenti. Nell’indagine, coordinata dalla procuratrice aggiunta di Milano Laura Pedio che chiude la sua ultima indagine a Milano, dove è stata in servizio per oltre vent’anni, e che guiderà dalla prossima settimana la procura di Lodi, e dai pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, sono coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, che senza saperlo sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore, mentre in realtà continuavano a lavorare, causando un danno all’istituto di previdenza pubblico.

L’ ingresso della procura di Milano

Nella chiusura delle indagini della Procura di Milano la ministra Santanchè (ex amministratrice sia di Visibilia Editore che di Visibilia Concessionaria) e il compagno Dimitri Kunz D’Asburgo (che l’aveva sostituita come amministratore delegato di Visibilia Editore) risultano indagati per “truffa aggravata ai danni dello Stato” insieme a Paolo Giuseppe Concordia, responsabile della gestione del personale di entrambe le società i quali devono rispondere per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti, i quali “si procuravano un ingiusto profitto, con corrispondente danno per l’Inps, consistito nella percezione indebita delle somme erogate dall’Inps a titolo di indennità di cassa integrazione, direttamente ai dipendenti o a conguaglio alle società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl” aver indebitamente percepito dall’Inps, secondo l’impianto accusatorio della Procura di Milano, somme a titolo di cassa integrazione per 126 mila euro, pari a oltre 20mila ore complessive per i 13 dipendenti.

Il fascicolo contenente le indagini della Guardia di finanza è relativo al periodo tra il maggio del 2020 e il febbraio del 2022, ha origine dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con Dimitri Kunz D’Asburgo e aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione per la pandemia. Uno schema che sarebbe stato replicato per sei ex dipendenti di Visibilia Editore e altri sei dipendenti di Visibilia Concessionaria. Accuse dalle quali cui la senatrice si era difesa, lo scorso luglio, in Parlamento. Agli atti del fascicolo d’indagine vi sono anche sue chat e telefonate con Dimitri Kunz D’Asburgo. “Fede, perché se fai casino, fai un macello“, diceva il compagno della ministra. Ed aggiungeva: “Federica scusami… è chiaro che non è che possiamo renderli all’Inps perché sarebbe come ammettere… Non lo puoi fare Federica, sennò metti nei casini tutti”.

Alla notifica dell’ avviso conclusione delle indagini, la ministra del Turismo si era dichiarata “sorpresa delle contestazioni, in quanto ritengo acquisita agli atti la mia estraneità a ogni decisione societaria relativa alle modalità della messa in cassa integrazione di alcuni dipendenti”, e confidava che la vicenda potesse concludersi già con l’archiviazione da parte del pm “o se ciò non si verificasse, con il giudizio del gup che, nell’udienza preliminare, decide sulle ragioni dell’accusa e della difesa. Per la nostra Costituzione fino all’esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole. Sono peraltro convinta che anche questa volta il giudizio dei giudici andrà contro il desiderio dei miei avversari politici“.  Allo stato attuale del procedimento la Procura di Milano però la pensa diversamente dalla Santanchè.

L’opposizione insorge: “Ora dimissioni”

Sul fronte politico l’opposizione torna a chiedere le dimissioni della ministra. “Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo – attacca la segretaria del Pd Elly Schleinche la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanchè”.

Da FdI non trapela nessun commento ufficiale. Per il governo parla Antonio Tajani: “C’è una richiesta e quando ci sarà la decisione ne parleremo, non crea nessun imbarazzo al governo, spetta alla Santanché decidere, io sono garantista“. “Non cambia nulla sono garantista, sempre“, aggiunge il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari che evidentemente non si rende conto delle prove documentali e quindi inconfutabili acquisite dagli inquirenti. La Santanché non replica, ma rilascia una dichiarazione attraverso il suo portavoce Salvatore Tramontano che dice: “La Schlein chiede rispetto per le istituzioni quando è la prima a tacere e non esprimere solidarietà di fronte alle offese sessiste rivolte al presidente Meloni. Affermazione questa che a dire il vero non c’entra assolutamente nulla con la questione giudiziaria che coinvolge la Santanchè che cerca di coinvolgere nella diatriba politica la Meloni così manifestando la sua ben nota ipocrisia ed opportunismo politico.

Tutto rinviato a dopo le Europee

Gli affondi delle opposizioni non sembrerebbero comunque colpire la presidente del Consiglio, decisa a lasciare la situazione in stand by. Almeno per ora, in attesa che venga nominato il Gup e si arrivi ad udienza. Dopodiché, la sabbia inizierà a scorrere nella clessidra. Se un giudice terzo rispetto ai pm titolari dell’indagine dovesse ritenere che esistono i presupposti per procedere, allora la premier valuterà con Santanchè il da farsi, mettendo sul tavolo anche l’ipotesi di un passo indietro.

Ipotesi interim e successore di Fdi

La decisione, calendario alla mano, dovrebbe arrivare comunque dopo le elezioni europee – l’udienza preliminare sarà in estate – ma getterebbe ombre e interrogativi sul G7 del turismo, che si terrà dal 13 al 15 novembre in Toscana. Meloni per ora non chiederà a Santanchè di farsi da parte, ma, nel caso il gip dovesse chiedere il processo, la premier potrebbe vedersi costretta a farlo. Assumendo ad interim la carica – questa al momento l’ipotesi più avvalorata – e affidando successivamente il ruolo, considerato un asset fondamentale in Fdi, a un altro esponente di peso del partito di via della Scrofa. Tra i nomi in pole, sicuramente spicca quello del deputato Gianluca Caramanna, ‘regista’ del piano turismo di Fratelli d’Italia.

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