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22 Novembre 2024 01:49

Il CdR della Gazzetta del Mezzogiorno dimissionario, ma per il vertice va tutto bene

Giornalisti e poligrafici attualmente in cassa integrazione a zero ore ( a spese del contribuente) fra circa un anno resteranno a spasso senza stipendio, mentre qualcuno continuerà a viaggiare fra i grandi eventi, restando un "illustre grande sconosciuto" nel giornalismo che conta

Mi scuserà Paolo Pinnelli se sottraggo attenzione al suo addio alla Gazzetta. Ma devo comunicare a tutti le mie irrevocabili dimissioni dal Cdr, a partire da oggi. Perché mi sono reso conto – un po’ in ritardo, forse – che in questo giornale, pieno zeppo di sindacalisti, una vera battaglia sindacale per tutelare i diritti di tutti sia solo una perdita di tempo e di energie. E io, sinceramente, di tempo ed energie in questo senso non ne voglio più perdere” inizia con queste parole l’affondo nella chat dei giornalisti della Gazzetta del giornalista leccese Fabio Casilli sinora contrattualizzato con art. 36, ex rappresentante dei collaboratori nel CdR, messo in cassa integrazione dall’ editore nel silenzio dell’ accoppiata degli ex sindacalisti Mimmo Mazza (ora direttore) e Bepi Martellotta (ora vicedirettore). Paolo Pinnelli anch’egli giornalista membro del cdR, è stato invece prepensionato (ex legge 416) sempre nell’ottica della macelleria sociale-giornalistica adotta dall’ editore, e quindi si era dimesso anche lui dal comitato di redazione .

“E poi perché non voglio più far parte dell’attuale Cdr, che si è sicuramente rivelato essere il peggiore nella storia della Gazzetta del Mezzogiorno. – continua CasilliPrima le procedure di licenziamenti collettivi e poi la collocazione in cassa integrazione di una trentina di giornalisti, la chiusura delle redazioni decentrate, lo snaturamento del nostro giornale hanno avuto, come reazione di facciata, un SOLO GIORNO di SCIOPERO. Credo che nel sindacalismo del globo terracqueo una roba del genere non si sia mai vista“.

Come da regolamento interno (all’articolo 4), le dimissioni contemporanee di due o più componenti comportano che lo stesso Cdr resti in carica solo ed esclusivamente per l’ordinaria amministrazione e indica in tempi brevi l’assemblea per l’elezione del nuovo Cdr – aggiunge Casilli La Gazzetta merita un Cdr più degno di questo, ma non so se arriverà. Mi conforta sapere che nessuno degli uscenti, me compreso, potrà ricandidarsi, avendo noi tutti già fatto due mandati consecutivi“.

Mimmo Mazza e Bepi Martellotta

Ps: so già che ora la terna barese del Cdr inventerà cavilli e farà di tutto per restare abbarbicata alle poltrone di un Cdr, che però non ha più alcuna legittimazione. E quindi mi viene da sollecitare agli altri tre componenti dimissioni spontanee in un ultimo sussulto di dignità. Ma so già che proveranno comunque a restare fino alla scadenza naturale, prevista tra un anno esatto, peraltro con la benedizione di chi questo giornale lo dirige e lo gestisce. E lo ha portato ad essere quello che è ora: una Gazzetta senza una reale identità territoriale e con un futuro molto, ma molto incerto. È diventato il giornale dei “grandi eventi” (Sanremo, Vinitaly, ecc) da seguire ai massimi livelli. Ma finché c’è il finanziamento pubblico, va bene, dai. Anche sul Titanic hanno danzato fino alla fine. E in questa situazione un Cdr come quello attuale, che non alza mai la voce e continua a vivacchiare tra le enormi difficoltà non solo di chi è in Cig  ma anche di chi lavora senza sosta, fa molto comodo. Ma, sempre detto molto sinceramente, ormai non me ne frega assolutamente nulla. Buona vita a tutti!” conclude Fabio Casilli.

la collaboratrice Barbara Politi e Mimmo Mazza al Vinitay

Ma per gli ex-sindacalisti Mazza e Martellotta, nel frattempo diventati uomini di fiducia dell’ editore, che li ha “sistemati” sulle poltrone di direttore e vice, va tutto bene, è tutto regolare…dimenticando che nel giro dei prossimi 12 mesi, i 50 colleghi (fra giornalisti e poligrafici) attualmente in cassa integrazione a zero ore ( a spese del contribuente) resteranno a spasso senza stipendio, mentre qualcuno continuerà a viaggiare fra i grandi eventi, restando un “illustre grande sconosciuto” nel giornalismo che conta, confermando come collaboratrice Barbara Polititi, originaria di Taranto, leccese di adozione,  assessora del Comune di Avellino, nominata dal sindaco di Avellino Gianluca Festa successivamente arrestato insieme a mezza giunta !

Barbara Politi e Gianluca Festa il sindaco di Avellino recentemente arrestato

Barbara Politi, la superpagata assessore al brand del Comune di Avellino. “L’influencer, uscita dal cappello del sindaco Gianluca Festa non si sa perché, non si sa come, non si sa a quale scopo, salta da un pizza all’ananas a una serata di orecchiette: pubblicità che solo i social possono rifilare. Salvo poi salire sul carro avellinese per sfruttare l’onda sanremese con Big Mama o per mostrarsi sul palco a capodanno con Venditti, in piazza ad Avellinoscrive la stampa locale di Avellino “è apparsa in città nel gennaio del 2023. Ha scavallato un anno e non si ha memoria di uno, ma uno solo dei risultati che ha portato a casa, tranne autopromuoversi, una volta come conduttrice del Gambero rosso, un’altra come portavoce della sua regione, un’altra ancora come vestale di tal Molino. Se essere assessore al brand significa produrre post, storie o reel, beh lasciamo un po’ a desiderare. Politi più che fare promozione se la prende, a giudicare dalle pubblicazioni per la città. La sua best practice è l’aperitivo al tramonto in spiaggia, una delle tante di Avellino. Disponibili ai piedi della montagna di Montevergine, madonna cui tutti vorremmo rivolgerci per avere illuminato e sciolto l’arcano: a cosa serve avere in giunta questa ragazza alla modica cifra di 70mila euro all’anno, euro più euro meno

Guardando la pochezza giornalistica dei nuovi collaboratori selezionati dal neo-direttore Mazza, non è quindi un caso se la società editrice Edime dall’ultimo bilancio ha perso oltre 4milioni e mezzo di euro, e La Gazzetta del Mezzogiorno si è ridotta a vendere circa 4.500 copie al giorno fra Puglia e Basilicata, in un territorio che conta circa 6 milioni di abitanti. E’ la stampa dei dilettanti allo sbaraglio.

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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