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22 Luglio 2024 10:43
22 Luglio 2024 10:43

I media in Israele: “Hamas ha accettato l’accordo di tregua”

Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Haaretz, i terroristi di Hamas avrebbero accettato la bozza d'intesa in cambio delle garanzie statunitensi sul ritiro delle Idf da Gaza e lo stop all'attacco a Rafah. Israele smentisce accordi con gli Usa

Le pressioni dei mediatori ma sopratutto la temuta minaccia annunciata da Israele di attaccare Rafah entro la fine della settimana sembrerebbero aver avuto il loro fine. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, i terroristi di Hamas avrebbe accettato l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dopo aver ricevuto garanzie da parte degli Stati Uniti che le Idf non attaccheranno l’exclave dopo la liberazione degli ostaggi. il direttore della CIA William Burns e’ arrivato al Cairo per una serie di incontri sul conflitto a Gaza. Lo hanno riferito una fonte dell’intelligence a egiziana e tre fonti all’aeroporto del Cairo secondo quanto riportato dai media israeliani.

Tutto questo era stato affermato anche dall’emittente Channel 12 ma smentito in mattinata da fonti di Tel Aviv. “Contrariamente a quanto riportato, Israele non accetterà in nessun caso la fine della guerra come parte di un accordo per il rilascio dei nostri ostaggi”, aveva dichiarato un funzionario. “Come deciso dai vertici politici, l’IDF entrerà a Rafah e distruggerà i rimanenti battaglioni di Hamas, con o senza una tregua temporanea per consentire il rilascio dei nostri ostaggi”. Al momento non è noto se sia cambiato qualcosa nelle decisioni dei vertici dello Stato ebraico.

Macchie di sangue visibili sul muro mentre un uomo spazza le macerie di un edificio colpito ieri dai bombardamenti israeliani a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza

Ultimatum o no, un alto funzionario del movimento islamista di Hamas ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di boicottare qualunque prospettiva di tregua continuando a parlare della prospettiva di un’operazione di terra contro Rafah. Hamas sta discutendo il da farsi all’interno della sua leadership e con i gruppi alleati, ha dichiarato all’Afp Hossam Badran , ma ha anche avvertito che le dichiarazioni di Netanyahu sono state pensate per “contrastare ogni possibilita’ di concludere un accordo”. “Netanyahu e’ stato l’ostruzionista in tutti i precedenti round di dialogo e negoziati, ed è chiaro che lo è ancora“, ha detto in un’intervista telefonica, “non è interessato a raggiungere un accordo“.

Il Times of Israel aveva anche riferito che secondo il giornale saudita Asharq l’accordo era vicino e che i terroristi avrebbero comunicato entro breve la loro risposta. Una fonte anonima dell’organizzazione palestinese aveva affermato che il gruppo è disposto ad accettare la prima fase dell’intesa senza il ritiro delle truppe israeliane da Gaza perché convinto di avere ancora “le carte per un maggior potere riguardo all’identità di alcuni dei rapiti, soldati delle Idf ancora vivi”.

Secondo a quanto trapelato nel corso dei negoziati, l’ultima bozza d’intesa mediata da Washington, Egitto e Qatar contemplerebbe tre fasi: durante la prima fase, della durata di 40 giorni, verrebbero liberati 33 ostaggi e le Idf dovrebbero ritirarsi da una parte dell’exclave; nella seconda fase, dalla durata di 42 giorni, si dovrebbe concentrare sugli accordi per un ritorno alla calma a Gaza e il rilascio degli ultimi rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre; nella terza e ultima fase, anch’essa della durata di 42 giorni, verrebbero essere restituiti i corpi degli ostaggi morti nel corso dei mesi di conflitto. L’accordo prevederebbe anche il ritorno dei civili sfollati nelle loro aree di residenza e la liberazione di centinaia di palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane. Qualsiasi accordo venisse raggiunto sarebbe il primo dopo una tregua di una settimana a novembre che ha visto lo scambio di 80 ostaggi israeliani con 240 prigionieri palestinesi. Intanto, il bilancio delle vittime del conflitto nella Striscia di Gaza e’ stato aggiornato a 34.654 complessive. Lo riferisce il Ministero della Salute di Hamas. Nelle ultime 24 ore i morti sono stati almeno 32. Il numero complessivo dei feriti ammonta a 77.908.

In relazione a quest’ultimo accordo una fonte di Hamas citata da Channel 12 ha parlato di “compromessi raggiunti” sul numero di carcerati da rilasciare per ogni ostaggio israeliano. Attualmente, una delegazione dei terroristi di Hamas si trova al Cairo per discutere degli ultimi aggiustamenti alla proposta di accordo. Secondo fonti di alto livello egiziane, i mediatori sarebbero pervenuti a “formula consensuale sulla maggior parte dei punti di disaccordo”. Se l’accordo di pace dovesse effettivamente concludersi, le conseguenze per lo Stato ebraico potrebbero rivelarsi pesanti, infatti l’estrema destra religiosa, che costituisce il pilastro fondamentale dell’esecutivo guidato da  Benjamin Netanyahu, ha lasciato intendere la sua intenzione di ritirare il supporto al governo in caso di compromesso con i terroristi.

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