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22 Luglio 2024 10:58
22 Luglio 2024 10:58

Indagata Ilda Boccassini: false informazioni al pm

L'ex magistrato, nel suo libro, non cita la fonte, anche se sembra da lei conosciuta, e non lo ha fatto neanche ai magistrati, che adesso le hanno recapitato un avviso di conclusione indagini.

L’ex procuratore aggiunto di Milano, ora in pensione, Ilda Boccassini, sarebbe stata indagata dalla procura di Firenze con l’accusa di false informazioni al pm aggravate dal tipo di indagine nella quale furono rese le dichiarazioni incriminate, ovvero il fascicolo delle stragi aperto presso la procura del capoluogo toscano. L’indagine si sviluppa nell’ambito delle indagini sulle stragi mafiose del 1993 e, in particolare, a finire all’attenzione della procura di Firenze è l’interrogatorio del 14 dicembre del 2021, quando Boccassini fu sentita in procura insieme con i colleghi di Caltanissetta nell’inchiesta.

Da Firenze sostengono che in quell’occasione l’ex procuratore aggiunto di MIlano avrebbe taciuto ai magistrati informazioni di cui sarebbe stata in possesso. In particolare, su una fonte riguardante le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia su Silvio Berlusconi. Nello specifico, non rivelò ciò che sapeva sulla fonte del giornalista Giuseppe D’Avanzo, un dettaglio riportato nel suo libro “La stanza numero 30″. Boccassini, infatti, venne convocata a Firenze per un chiarimento su uno scoop giornalistico sulle rivelazioni di un pentito circa flussi di denaro destinati a Berlusconi. In procura nel capoluogo toscano erano presenti anche i magistrati di Caltanissetta.

L’ex magistrato, nel libro, non cita la fonte, anche se sembra da lei conosciuta, e non lo ha fatto neanche ai magistrati, che adesso le hanno recapitato un avviso di conclusione indagini. Nel volume, Boccassini scrisse di aver saputo da D’Avanzo, a pochi giorni dalla morte, quale fosse la fonte delle notizie che lo stesso aveva pubblicato in un articolo a sua firma uscito nel 1994, in cui si riportavano le rivelazioni del pentito di mafia Salvatore Cancemi.

I pm di Firenze che indagano sulle stragi di mafia a seguito della lettura, hanno convocato Boccassini per chiederle di rivelare il nome di quella fonte, che non è stato riportato nemmeno nell’autobiografia dell’ex procuratore aggiunto di Milano . L’ex pm, secondo i procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli “taceva ciò che sapeva intorno ai fatti sui quali veniva sentita”. Per l’esattezza “non forniva il nominativo della fonte che aveva informato il giornalista Giuseppe D’Avanzo, secondo il racconto che quest’ultimo le aveva fatto in un colloquio privato”. Ilda Boccassini ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini dove gli ex colleghi le contestano “l’articolo 371 bis comma 1 in relazione all’articolo 384 ter del codice penale”. Ora ha venti giorni per farsi sentire con il suo avvocato per evitare la richiesta di rinvio a giudizio.

In base a questo,chiunque, nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pm di fornire informazioni ai fini delle indagini, rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.

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