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26 Novembre 2024 23:26

Via libera alla separazione delle carriere, il Consiglio dei ministri approva la riforma

Tra i punti centrali del disegno di legge costituzionale anche l'istituzione di un'Alta Corte disciplinare e l'inserimento nella Costituzione del ruolo dell'avvocatura. La Giunta dell'Anm convocata d'urgenza mentre l' Unione delle Camere Penali associazione che riunisce oltre 10mila avvocati penalisti ha espresso tutta la propria soddisfazione per la nuova norma.

Approvato in Consiglio dei ministri il testo sulla riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere. Tra i punti centrali del disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, a cui hanno lavorato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (che è un magistrato in aspettativa) e il ministro della Giustizia Carlo Nordio (anch’egli ex magistrato) , ci sono anche la riforma del Csm, l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare e l’inserimento nella Costituzione del ruolo dell’avvocatura. La riunione del Cdm si è conclusa, dopo appena 20 minuti. A quanto si apprende, un lungo applauso ha accompagnato il disco verde alla riforma, approvata all’unanimità.

Sono state numerose le bozze circolate negli ultimi giorni e continuamente in via di definizione: la riforma porta a compimento la separazione delle carriere requirenti e giudicanti che, come rilevato dal sottosegretario Mantovano, in un’intervista di qualche giorno fa, “nei fatti c’è già”, a seguito della stretta nel passaggio da una funzione all’altra introdotta con la riforma Cartabia. Di conseguenza, la revisione delle norme che regolano il Csm: in campo le ipotesi di un doppio Consiglio, oppure di un unico Csm, sempre presieduto dal Capo dello Stato, ma con due distinte sezioni, una riguardante i pm, l’altra i giudici. E ancora: si torna a parlare dell’Alta Corte disciplinare, che si occuperà di tutte le magistrature, mentre un altro ‘nodo’ tornato al centro dell’attenzione e’ la questione del sorteggio per la scelta dei togati al Consiglio superiore.

“Oggi il governo italiano ha rispettato un altro impegno preso con gli italiani. Nel programma di centrodestra avevamo scritto che avremmo riformato la giustizia, e oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale per avere finalmente una giustizia più equa ed efficiente“. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio sui social commenta il ddl giustizia approvato oggi dal Cdm.

“Via la politica dai Tribunali e le correnti dal Csm, separazione delle carriere fra Pm e giudici, sanzioni disciplinari ai magistrati che sbagliano. Altra promessa mantenuta!”, ha commentato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dopo il via libera del Consiglio dei ministri al testo.

Mantovano, “il testo della riforma non è blindato”

Il testo della riforma della Giustizia approvato dal Consiglio dei ministri “non è blindato”, ha precisato in conferenza stampa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha aggiunto: “Non darei per scontato che si arrivi al referendum, nel senso – ha spiegato – che se vale l’adesione alla sostanza che viene proposta dal governo e se vi sara’ un confronto in Parlamento nel merito, come auspichiamo, su un testo non blindato, aperto al contributo dell’intero Parlamento, non e’ cosi’ certo che si arrivi al referendum. Facciamo un passo alla volta“, ha chiarito illustrando i principi del testo della riforma. “Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl costituzionale di riforma dell’ordinamento giudiziario, in particolare sulla separazione delle carriere, sul doppio Csm e sull’Alta corte di Giustizia disciplinare proposta dal ministro Nordio, che ringrazio a nome di tutto il governo insieme con il suo staff e l’intero ministero per il lavoro svolto”, ha esordito Mantovano. “Essendo una riforma impegnativa c’e’ stato un lavoro svolto fino all’ultimo nel confronto tra le forze politiche della maggioranza fino all’ultimo”, ha aggiunto.

I tempi in Parlamento della riforma della giustizia? Sono quelli “richiesti dall’approfondimento di una materia che non richiede scelte politiche da parte del governo e della maggioranza, perche’ i contenuti sono del tutto coerenti con gli impegni assunti davanti agli elettori ma che immagino non saranno proprio rapidissimi. Ma auspico non siano neanche dilazionati”, ha poi risposto Mantovano ai cronisti.

L’Anm: una sconfitta, danneggia i cittadini, pronti ad una mobilitazione importante

Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha convocato per oggi pomeriggio “in via d’urgenza” la Giunta esecutiva centrale del sindacato delle toghe. All’ordine del giorno della riunione, che avrà inizio alle 16,30, proprio la riforma che sarà al vaglio del Cdm. “Quella di oggi è una sconfitta per la giustizia, significa dar più potere alla maggioranza politica di turno, danneggiando innanzi tutto i cittadini”, scrive la Giunta dell’Anm. “Per assumere nuove iniziative e per avviare una mobilitazione importante, anche dai territori, abbiamo deciso di convocare un Comitato direttivo centrale di urgenza che si terrà il 15 giugno prossimo“, prosegue la nota.

Penalisti, “riforma ok, il Governo la porti a compimento”

Se l’Anm ha immediatamente protestato contro la fresca riforma costituzionale della giustizia che ha introdotto (tra i vari elementi) la separazione delle carriere, di ben diversa opinione è la posizione dell’Unione delle Camere Penali Italiane  l’associazione che riunisce oltre 10mila avvocati penalisti che ha espresso tutta la propria soddisfazione per la nuova norma.

Il testo scritto dall’esecutivo, ad una prima lettura, appareconforme alle attese” in quanto “segue le fondamentali linee della nostra proposta di riforma costituzionale di iniziativa popolare del 2017″. A parlare così è Francesco Petrelli, presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, avvocato del foro di Roma, il quale auspica che il governo di centrodestra riesca ad attuare definitivamente presto la separazione delle carriere, approvata oggi in Consiglio dei ministri. In ogni caso, Petrelli aggiunge che l’associazione che lui rappresenta ha sempre ritenuto “perfettibile la riforma costituzionale delle carriere” visto che gli avvocati sono “consapevoli della rilevanza di tale intervento”.

Adesso per questi motivi bisogna “valutare attentamente questo nuovo disegno”, osserva l’ avvocato Petrelli. “Del resto due consigli presieduti personalmente dal Presidente della Repubblica sono garanzia di effettiva separazione e al tempo stesso di assoluta autonomia e indipendenza interna ed esterna di Pubblici Ministeri e Giudici”. Nella conclusione del suo intervento Petrelli desidera augurarsi, inoltre, che il governo, una volta assunta la responsabilità di questo nuovo testo, “sappia coerentemente portare a compimento una riforma che l’avvocatura penale ha sempre ritenuto fondamentale in maniera di potere “garantire ai cittadini un giudice terzo, in attuazione del giusto processo voluto dalla nostra Costituzione“.

Il Consiglio dei ministri che si è tenuto questo pomeriggio a Palazzo Chigi (e durato appena venti minuti) ha discusso soprattutto dello “zoccolo duro” di questo provvedimento cioè la separazione delle carriere dei magistrati, senza dimenticare la riforma del Csm, l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare e l’inserimento nella Costituzione del ruolo dell’Avvocatura. Complessivamente si tratta di otto articoli, con modifiche all’articolo 87 della Costituzione e all’intero Titolo IV della Carta.

il ministro di Giustizia Carlo Nordio ed il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano

“Interrompere legame tra eletti ed elettori che ha portato a una serie di anomalie è stato il nostro compito principale” è stato il commento in conferenza stampa del ministro di Giustizia, Sen. Carlo Nordio a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri , aggiungendo “Il Consiglio superiore della magistratura non ha dato buona prova di sé, scandali come quelli di Palamara e altri hanno eccitato le proteste ma i rimedi non sono stati apprestati, i rimedi a quella che unanimemente è definita la degenerazione correntizia“.

Il ministro della Giustizia ha proseguito affermando che “Il Csm sta alle correnti in cui è divisa l’ANM come il Parlamento sta ai partiti, interrompere il legame tra eletti ed elettori che ha portato a una serie di anomalie è stato il nostro compito principale, attraverso il sorteggio, che non avviene tra passanti di strada non esperti di diritto ma tra persone estremamente qualificate – ha spiegato Nordio Il Csm mantiene una maggioranza di magistrati che però vengono sorteggiati tra magistrati già valutati
varie volte, che abbiano una presunzione assoluta di competenza, onestà preparazione
“.

La separazione delle carriere

L’impianto messo nero su bianco dal ministro guardasigilli Carlo Nordio è quello di separare in maniera netta il percorso di carriera delle toghe, cioè tra quelli che svolgono una funzione requirente e quelli che svolgono invece una funzione giudicante , in modo da potere garantire una maggiore trasparenza sui ruoli. La prima è svolta dai magistrati che svolgono attività di “pubblico ministero” e hanno il compito di esprimere richieste o pareri in vista delle decisioni degli organi giudicanti, la seconda viene invece svolta dagli organi giudiziari (“i giudici”) a cui è attribuito il compito di decidere le controversie o di pronunciarsi sugli affari di loro competenza. Gli stessi magistrati sono passati del resto più volte dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Quando nei prossimi mesi verrà approvata definitivamente questa revisione della Costituzione, non potranno più essere messi in atto i continui spostamenti da un organo giudiziario all’altro, poi diventato al massimo uno solo come attualmente previsto dalla riforma Cartabia.

Il Csm diviso in due

La soluzione adottata dal governo Meloni emanazione di una maggioranza parlamentaree di centrodestra e registrata è quella di due separati Consigli Superiori della Magistratura: uno composto dai magistrati requirenti e l’altro da quelli giudicanti, con carriere separate e ben distinte. A presiedere resterebbe comunque il Presidente della Repubblica. Nelle scorse ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, aveva previsto che questa rivoluzione avrebbe circoscritto e ridimensionato l’influenza delle correnti sulle nomine delle carriere delle toghe. Per quanto riguarda i togati rappresentanti delle magistrature giudicante e requirente, si prevede una “designazione mediante sorteggio fra tutti i magistrati appartenenti alle rispettive categorie“. Nella relazione introduttiva al Ddl di riforma costituzionale in materia di giustizia, si legge che questa scelta viene motivata anche “in ragione della considerazione che l’autogoverno deve costituire patrimonio fondamentale di ogni magistrato e dell’esigenza di assicurare il superamento di logiche di competizione elettorale che hanno offerto cattiva prova di sè“. E viene precisato che “la norma rimette al legislatore ordinario di dettagliare il numero dei componenti e le procedure di sorteggio” dei soli componenti togati che verranno selezionati tra tutti i magistrati in servizio.

L’Alta corte disciplinare

Tra le tante proposte sull’ampia revisione della giustizia nella Carta, è confermata anche l’istituzione di un “organo di rilievo costituzionale, collocato in una sezione autonoma del titolo IV della Costituzione e indicato come ‘Corte disciplinare’, al quale assegnare la giurisdizione disciplinare nei confronti degli appartenenti a tutte le magistrature“. Nella sostanza, sarà l’organismo di appello a cui i magistrati potranno ricorrere in caso di sanzioni disciplinari. Sul piano delle garanzie di indipendenza dei magistrati, la composizione della Corte viene ritenuta “certamente idonea a garantire all’organo l’indispensabile autonomia e indipendenza da altri poteri”.

Verrà composta da diciotto giudici, che sono nominati per un sesto dal Presidente della Repubblica e per un sesto dal Parlamento in seduta comune, tra professionisti di particolare affidabilità, individuati in professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio”. Due terzi sono designati “tra gli appartenenti a tutte le magistrature con almeno venti anni di esercizio delle funzioni“.

Azione penale e concorso

Non viene minimamente sfiorato l’articolo 112 della Costituzione: quindi rimane inalterata e “blindata” l’obbligatorietà dell’azione penale. Inoltre, come confermato in conferenza stampa da Nordio, il pubblico ministero “resta assolutamente indipendente” e “godrà delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici”. Le modalità di accesso per il concorso alla magistratura verrano demandate ad una successiva legge ordinaria.

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