La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone difensori dell’ex gip barese Giuseppe De Benedictis tuttora ai domiciliari, con una condanna definitiva a 9 anni, 3 mesi e 25 giorni, confermando la pena inflitta dalla Corte d’Appello di Lecce lo scorso settembre, per il processo a carico per il maxi arsenale scoperto ad Andria nel 2021. Precedentemente De Benedictis era stato condannato a 7 anni per corruzione in atti giudiziari. Condannato Insieme a lui a 8 anni di reclusione anche Antonio Tannoia proprietario dell’immobile dove venne scoperto l’arsenale detenuto e nascosto dall’ormai ex giudice.
L’indagine del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Lecce, avviata nell’aprile del 2021, aveva consentito di scoprire un vero e proprio arsenale di oltre 200 armi tra le quali 2 fucili d’assalto AR15, 6 mitra pesanti Beretta MG 42, 10 MAB, 2 Kalashnikov, 3 mitragliette UZI, mitragliette UZI, armi antiche e storiche, pistole, esplosivi, bombe a mano e una mina anticarro.
De Benedictis e Tannoia oltre che di ricettazione erano accusati di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra . In particolare, De Benedictis, era noto per la sua passione esagerata per il collezionismo di armi, arrivato al punto da affermare: “Considerato che pur di possedere quel tipo di armi ero disposto a correre qualsiasi tipo di rischio, non mi interessava granché delle sanzioni perché dovevo soddisfare assolutamente un bisogno che per me era più doloroso di una sanzione. Tutt’oggi, se mi portassero una di quelle armi l’accetterei. Io farei qualsiasi cosa per avere un’arma giapponese, perché in tutti questi anni non sono riuscito mai ad averne una”.
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