Da domani la direzione del quotidiano Il Messaggero sarà affidata a Guido Boffo, attuale vicedirettore. Lo annuncia in una nota il Gruppo Caltagirone Editore. Boffo, torinese, è dal 2016 è al Messaggero dove ha ricoperto il ruolo di capo redattore centrale prima e da ultimo quello di vice direttore. Barbara Jerkov, già a capo della redazione politica del giornale e attuale caporedattore, assumerà il ruolo di vice direttore e Massimo Martinelli ritornerà a via del Tritone come direttore editoriale. “Termina oggi – conclude la nota – la direzione di Alessandro Barbano“. direzione assunta un mese fa
Una scelta “decisionista” quella di Franco Caltagirone presidente del gruppo editoriale che porta il suo nome, nonostante il Messaggero vende in edicola oltre 50mila copie al giorno e non abbia alcun problema gestionale e di bilancio. Era stata Azzurra Caltagirone, amministratrice delegata del Messaggero, a volere Barbano alla direzione del più importante quotidiano romano per sostituire Massimo Martinelli che andava in pensione, riuscendo a convincere suo padre Franco Caltagirone, presidente della casa editrice, che lo aveva licenziato in malo modo dal Mattino di Napoli dopo quasi 6 anni di direzione (2012-2018) e 5 da vice direttore del Messaggero.
La Gazzetta del Mezzogiorno sempre più in crisi
A Bari invece la società editrice Edime srl ha promosso alla direzione della Gazzetta un giornalista, tale Mimmo Mazza noto nella sua carriera anonima solo per essere stato il vicepresidente del sindacato pugliese Assostampa e membro del comitato di redazione per le redazioni esterne, imposto dal suo “sponsor” Antonio Albanese (uno dei due editori), “promosso” dall’oggi al domani da capo servizio della redazione di Taranto, prima vice direttore con Oscar Iarussi (dopo aver ricevuto gli editori un cortese rifiuto da Giovanni Valentini) e successivamente a direttore.
Non è un caso quindi che da quando l’ormai ex-sindacalista Mazza è al timone del quotidiano barese, le vendite del giornale siano crollate dalle precedenti 8mila copie pre-fallimento, alle attuali circa 4mila copie (dati Ads) , causando un perdita di bilancio di oltre 4 milioni di euro ! Adesso gli editori pugliesi cercano di salvare le proprie risorse economiche avviando un’impresa “sociale” (che definire vergognosa è poco ) per accedere ai contributi di legge sull’editoria, incassando dalla Presidenza del Consiglio già circa 1.900.000 euro. Uno scandalo nello scandalo !
Ma la cosa imbarazzante è che i due precedenti direttori della Gazzetta “post-fallimento“, Michele Partipilo ed Oscar Iarussi dopo essere andati in pensione adesso scrivono e collaborano con il Quotidiano di Puglia (Gruppo Caltagirone Editore) che è diventato il quotidiano pugliese più letto e venduto in edicola, doppiando letteralmente le vendite della Gazzetta del Mezzogiorno aprendo una redazione anche a Bari mentre la Edime (50% Albanese & 50% Miccolis) ha chiuso tutte le redazioni provinciali in Puglia e Basilicata, mettendo in cassa integrazione a zero ore circa una cinquantina di dipendenti gra giornalisti e poligrafici, i quali dal prossimo gennaio 2025 dovranno trovarsi un altro lavoro. Se Partipilo e Iarussi hanno preferito continuare a scrivere sul Quotidiano e non sulla Gazzetta ci deve esserci chiaramente più di un “perchè”… !
A Bari sono in molti a chiedersi in tutti gli ambienti (imprenditoriali, politici, giornalistici) se questa “è la stampa bellezza” o “è la stampa monnezza” ! L’opinione e l’ultima parola la lasciamo volentieri ai lettori.
P.S. profetico fu quel vecchio titolo di Repubblica: ” La Mazzetta del Mezzogiorno“…
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