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3 Luglio 2024 20:29
3 Luglio 2024 20:29

Incendio allo stadio Iacovone, indagati due funzionari del Comune di Taranto

Il pm Colaci ha chiesto un accertamento tecnico per valutare l'impatto sulle fiamme del materiale stoccato sotto la curva Sud, causa dell'incendio durante il derby con il Foggia

Si tratta di due dipendenti comunali Vincenzo Piccolo, di 64 anni, e Paolo Fornaro, di 60 anni, entrambi dell’ Assessorato ai Lavori Pubblici (in quel periodo affidato all’ assessore Mattia Giorno, ex capo gabinetto del Sindaco Rinaldo Melucci) assistiti rispettivamente dagli avvocati Egidio Albanese e Antonio Raffo, sono stati iscritti nel registro degli indagati, presunti responsabili del reato di concorso in incendio colposo. Disposto dal pubblico ministero Francesca Colaci della procura di Taranto un accertamento tecnico per accertare le cause che causarono l’imponente rogo dello stadio Iacovone dopo il fischio finale del derby tra le squadre di calcio del Taranto e del Foggia, dello scorso 3 settembre, e quindi determinare l’impatto che ebbe lo stoccaggio del materiale sistemato sotto la curva Sud sull’incendio, sul quale hanno indagato gli investigatori della Polizia di Stato della Questura di Taranto.

la pm Francesca Colaci della Procura di Taranto

A provocarle le fiamme fu un razzo lanciato dagli ultras foggiani dauni sui grossi pacchi imballati contenenti al loro interno i rotoli di materiale di gomma, acquistati per realizzare la nuova pista di atletica del vicino campo scuola, che era stato sistemato incautamente sotto il settore occupato in ogni partita casalinga del Taranto, dai tifosi ospiti. Un deposito incauto che era stato individuato nell’estate dello scorso anno, , per custodire temporaneamente il costoso materiale tecnico in attesa che si concludessero i lenti lavori di rifacimento della pista di atletica nel quartiere Salinella, disposti dal Comune di Taranto, che andavano a rilento.

I rotoli di materiale di gomma erano rimasti depositati con leggerezza nello stadio, nonostante l’avvio del campinato e soprattutto con l’arrivo di una tifoseria notoriamente pericolosa come quella del Foggia Calcio, che non ha mai avuto buoni rapporti con i tifosi del Taranto Calcio. E’ stato proprio su questa “leggerezza” incauta dei dipendenti comunali che si sono concentrate le indagini degli investigatori della Digos coordinate dalla pm Colaci .Le responsabilità dei tecnici comunali Piccolo e Fornaro sono emersi dall’esame della documentazione relativa alle autorizzazioni per lo stoccaggio, del materiale della pista di atletica sotto la curva sud, deciso dal Comune di Taranto prima dell’inizio del campionato .

La pm Colaci vuole accertare quanto sia stata determinante la presenza di quei grossi pacchi imballati sull’effetto devastante nell’incendio che ha causato la chiusura dello stadio costringendo il Taranto Calcio a giocare per oltre un mese fuori dallo stadio comunale (utilizzato in concessione a pagamento), motivo per cui ha inteso disporre un accertamento tecnico irripetibile per “determinare il comportamento al fuoco del materiale repertato nello Iacovone“. Un punto decisivo nelle indagini per valutare il rogo che dopo essere stato domato la sera della partita dalle autobotti dei Vigili del Fuoco, riprese autonomamente la mattina successiva, causando un’altra preoccupante nube di fumo nero che calò sullo stadio comunale E. Iacovone e sulle adiacenti abitazioni del quartiere Salinella.

Gli esami tecnici verranno effettuati in “campo neutro” presso i laboratori del Comando dei Vigili del Fuoco di Roma. Il conferimento dell’incarico peritale è stato fissato per il prossimo 19 giugno. Nell’atto notificato agli indagati risultano come parti offese la società del Taranto Calcio, costretto a non poter utilizzare lo stadio Iacovone nel periodo in cui rimase inagibile, ed incredibilmente lo stesso Comune di Taranto che in realtà dovrebbe essere corresponsabile dell’operato dei suoi dipendenti, sulla base di quanto sentenziato in materia recentemente dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 25597/2021.

La prima parte dell’indagine coordinata dalla pm Colaci, titolare del fascicolo d’indagine, si era focalizzata sugli “ultras” foggiani responsabili materiali del rogo, che avrebbero lanciato intenzionalmente il razzo sui pacchi sistemati sotto la curva, scatenando un vero inferno di fiamme. Due tifosi del Foggia, Vittorio Ferrara, 38 anni, e Ivan Giannuario, di 39 anni, vennero arrestati dietro ordinanza del Gip dr.ssa Fulvia Misserini e finiti agli arresti domiciliari, con l’accusa di incendio aggravato dall’aver commesso il fatto in occasione di una manifestazione sportiva ed in luogo aperto al pubblico e mandati direttamente a processo (prenderà il via a settembre). Le loro responsabilità erano state accertate grazie al lavoro certosino della Digos delle questure di Taranto e di Foggia, i cui investigatori hanno cooperato ed analizzato tutti filmati acquisiti dal circuito di telecamere interno dello stadio , e son giunti alle responsabilità dei due arrestati anche grazie ad alcune ammissioni intercettate.

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