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23 Novembre 2024 12:00

Melucci, i numeri mettono fine alla sua propaganda

Se questo è il grande cambiamento dell’ ecosistema millantato e strombazzato da Melucci, dalla campagna elettorale ai nostri giorni, c’è soltanto da augurarsi a questo punto che la sua amministrazione finisca il più presto possibile
di Antonello de Gennaro

Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, conosce molto bene il valore dei numeri. Quegli stessi numeri che hanno decretato in passato, prima della sua fortunosa e casuale candidatura a Sindaco di Taranto per mancanza di candidati, la crisi delle sue attività pseudo-imprenditoriali. Quei numeri (compreso qualche soldino sottobanco, e la lottizzazione selvaggia nelle municipalizzate) che gli hanno consentito di restare incollato alla sua sedia di primo cittadino, con un palese vergognoso voto di scambio che solo la magistratura locale finge di ignorare e non vedere, dopo essere stato scaricato dai partiti e movimenti che lo avevano portato alla sua rielezione.

A dare i numeri non sono i giornalisti locali, quasi tutti unti, “comprati e svenduti” dalle markette pubblicitarie spacciate come “promozione” del Comune di Taranto e delle sue società municipalizzate, e tantomeno il nostro giornale da sempre molto critico sulla peggiore amministrazione comunale degli ultimi 50 anni, ma le “bibbie” dei numeri: il Sole 24Ore e l’ Istat, l’istituto centrale di statistica del Governo italiano.

Su 107 province italiane, quella di Taranto è 106esima , la penultima in classifica, nel report sulla “Qualità della Vita in Italia” nella fascia 18-35 anni. Una serie di dati, che portano al doloroso e cocente risultato finale, perchè i giovani da sempre sono demandati a rappresentare il futuro di un territorio. Presentata domenica in anteprima al Festival dell’Economia di Trento la classifica sugli “Indici generazionali del Sole 24 Ore. La Qualità della vita di bambini, giovani e anziani” , è giunta alla sua 4a edizione annuale, le cui classifiche misurano e riportano le risposte provenienti dai territori sulle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e nello stesso tempo strategici: i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. 

Sono le tre province italiane che riescono a garantire una migliore qualità della vita alle rispettive fasce d’età: la provincia di Taranto è lontana dalla vetta in tutti e tre i casi, sul cui podio svettano Sondrio per i bambini, Gorizia per i giovani e Trento per gli anziani . Taranto occupa l’82esimo posto per quanto riguarda i bambini, leggermente meglio va agli anziani, over 65, con il 75esimo posto. Ma il dato che emerge sotto gli occhi di tutti è il 106esimo posto nel segmento fra i 18-35 anni.

Osserviamo i dodici parametri presi in esame: nessuno sta peggio della provincia di Taranto che secondo i dati Istat del 2023 è risultata la peggiore per quanto riguarda i laureati, considerando la percentuale tra i 25 ed i 39 anni . Un dato che vanifica le promesse “universitarie” strombazzate con passerelle elettorali, convegni e tagli di nastro che non hanno prodotto nulla. Solo millanterie e prese per i fondelli alle giovani generazioni che per studiare, emergere e fare carriera sono costrette a fare le valigie ed andare a studiare fuori facendo la fortuna di quei territori nel resto d’Italia o del mondo che li accolgono. 

Basti confrontare la differenza con Bari, che si piazza al 40° posto a livello nazionale. Un dato quasi “fotocopia” è quello relativo alla disoccupazione giovanile, elevatissima a Taranto se si considera il segmento 15-34 anni. riescono a fare peggio di Taranto soltanto Agrigento e Reggio Calabria. sempre per paragonare il calopuogo jonico con quello barese che si piazza all’ 80° posto in classifica. Per non parlare della trasformazione del lavoro occasionale o part-time in lavoro a tempo indeterminato, dove prendendo in considerazione valutando le variazioni contrattuali di lavoratori “stagionali“, “somministrati”, “apprendisti” in cui non si supera il 95° posto. Un piccolo spiraglio di luce e speranza arriva nell’imprenditoria giovanile in cui la provincia di Taranto si piazza al 47° posto nella classifica nazionale.

Le altre classifiche

Taranto come residenti giovani, considerando la variazione percentuale dal 2019 al 2023, si piazza al 101° posto, e l’80° in classifica per quanto riguarda gli amministratori comunali under 40. Migliora la posizione sul fronte del tempo libero (conseguenza di una disoccupazione latente), 64° posto in classifica nella categoria “bar e discoteche” ed in quella dei “concerti”, che peggiora piazzandosi al 70° posto per le aree sportive, a causa anche dalla mancanza di una progettualità del comune nell’impiantistica sportiva a cui sta rimediando il Governo Meloni con il finanziamento e la realizzazione di impianti sportivi per i prossimi Giochi del Mediterraneo 2026 che si svolgeranno a Taranto e provincia, per i quali il Comune di Taranto e la Regione Puglia hanno stanziato quattro spiccioli . 

L’unica buona posizione (17°posto) per Taranto è nella età media del parto .

Sempre sul sito de Il Sole 24 Ore si specifica chequesto lavoro, nato come progetto sperimentale e in via di consolidamento, seppure ancora limitato dalla carenza di dati territoriali capaci di raccontare queste specificità, verrà incluso nella classifica di fine anno, la 35esima edizione della Qualità della vita” e che “gli indici generazionali, al netto di alcuni exploit, restituiscono dinamiche ormai consolidate nella ‘distribuzione’ del benessere territoriale in Italia

Taranto quasi sempre in coda alla classifica.

Tornando ai numeri, imbarazzanti, della provincia ionica, per ciò che riguarda l’età infantile 0-10 anni le cose vanno bene esclusivamente per gli edifici scolastici con palestra (15° posto a livello nazionale) e delitti denunciati a danno di minore (15°). La provincia di Taranto riguardo ai pediatri ogni mille residenti fa registrare un valore inferiore a quello nazionale, con il suo 83° posto a livello nazionale, cosi come sono negative le statistiche in relazione alle competenze numeriche ed alfabetiche non adeguate (81° ed 83° posto) così come non si va oltre il 96° posto per quanto riguarda il verde attrezzato.

Taranto con il suo 105° posto in classifica è una delle province per agli anzianiover 65, in cui il consumo di farmaci è maggiore per malattie croniche come ipertensione, diabete, asma . Eloquente ma in negativo  il 93° posto per la partecipazione civile .

La geografia del verde urbano

I tarantini sono insoddisfatti della qualità della vita nella loro città.

La fonte è autorevole: a certificare che sono i più insoddisfatti d’Italia. Una indagine condotta dalla Commissione Europea con il contributo dell’Istat in una selezione di città europee. Nel nostro Paese, in Italia, nel 2023 è alta la media (supera l’80%) della popolazione soddisfatta per la vita nella propria città con delle punte come Trento che arriva addirittura al 95,4%. Nella coda di questa classifica compare Taranto, dove si registra il valore minimo: 47,8%. Sono diversi i parametri alla base della insoddisfazione degli abitanti di Taranto dove viene percepita una bassa efficenza dell’amministrazione pubblica locale.

A Taranto si registrano i valori più bassi e si registra il valore peggiore sulle opportunità di lavoro e sulle difficoltà economiche. La quota della popolazione italiana convinta che la qualità della vita sia migliorata negli ultimi cinque anni, è molto bassa con una significativa eccezione: quella del capoluogo regionale Bari. Nel Mezzogiorno il grado di soddisfazione nei settori del trasporto pubblico, pulizia, servizi sanitari è decisamente scarso. Nella provincia jonica la percezione è peggiore rispetto alle altre città del mezzogiorno.

Se questo è il grande cambiamento dell’ ecosistema millantato e “strombazzato” da Rinaldo Melucci, dalla campagna elettorale ai nostri giorni, c’è soltanto da augurarsi a questo punto che la sua amministrazione finisca il più presto possibile, e che la città, gli abitanti di Taranto non lascino e deleghino più le sorti della città nelle mani di avventurieri, faccendieri, pregiudicati, truffatori e venditori di fumo. Se esiste una Taranto diversa, e delle persone che l’amano e vogliono un cambiamento per le future generazioni ed i loro figli e nipoti, è arrivato il momento di impegnarsi. Con i fatti e non con le parole.

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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