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3 Luglio 2024 05:35
3 Luglio 2024 05:35

Imu, ecco per chi sarà più caro il conto finale

In base alla ricostruzione delle delibere pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze, si può effettuare una prima ricognizione (non esaustiva) dei rincari che si prospettano per l’appuntamento di fine anno.

La scadenza sul calendario con l’acconto dell’Imu è per lunedì 17 giugno (infatti il 16 cade di domenica). Nei meandri di aliquote, agevolazioni e regole che variano da Comune a Comune, la certezza è che per l’appuntamento dell’acconto non si terranno in considerazione le variazioni in aumento già deliberate per l’anno in corso. C’è però chi si è già portato avanti e ha già deciso modifiche al prelievo.

I rincari sono variegati, anche perché la gran parte dei centri ha pochi margini avendo già spinto da tempo la percentuale di imposizione ai massimi . Comunque per il saldo in scadenza lunedì 16 dicembre, molti proprietari dovranno prestare attenzione. In base alla ricostruzione delle delibere pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze, si può effettuare una prima ricognizione (non esaustiva) dei rincari che si prospettano per l’appuntamento di fine anno. E che faranno comunque aumentare il conto finale dell’imposta per il 2024.

Le decisioni

Fonte: elaborazione su delibere pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze

Le abitazioni di lusso

A Taranto il ritocco verso l’alto dallo 0,4% allo 0,5% riguarda le abitazioni principali di lusso. Si tratta di abitazioni signorili, ville e castelli (categorie catastali A/1, A/8 e A/9): le uniche abitazioni principali per cui l’Imu è ancora dovuta. E comunque stiamo parlando di poche unità immobiliari. Anche in piccoli, ma molto in voga tra i turisti, centri della Liguria è stata intrapresa la strada di un aumento dell’aliquota di prelievo sulle abitazioni di lusso. A Loano in provincia di Savona il prelievo 2024 passa da 0,3% a 0,5% mentre a Varazze sempre in provincia di Savona, dove sempre per le abitazioni principali di lusso si passa dallo 0,4% allo 0,5 per cento.

In tutti e tre i casi esaminati, quindi, l’aliquota viene portata al livello base. Va ricordato, infatti, che l’aliquota di base per l’abitazione principale classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e per le relative pertinenze è pari allo 0,5 per cento ma ciascun Comune può aumentarla di 0,1 punti percentuali o diminuirla fino all’azzeramento.

La disciplina di riferimento sull’Imu per questo tipo di abitazioni principali non esonerate, (articolo 1, comma 749, della legge 160/2019) prevede una detrazione di 200 euro, fino a concorrenza dell’ammontare dell’imposta dovuta, rapportata al periodo dell’anno durante il quale si protrae tale destinazione.

Ritocchi sulle aree edificabili

Non mancano poi i rincari per le aree fabbricabili. In questo senso vanno registrate le modifiche già deliberate in alcuni comuni come Cuneo e Mantova nei quali l’aumento sarà dello 0,1 per cento.

I fabbricati produttivi

La gran parte degli interventi almeno secondo una prima mappatura, è indirizzata sugli immobili produttivi come a Belluno ed Empoli, spesso con aliquote specifiche su banche e centri commerciali come a Ivrea (in provincia di Torino) e Sassari

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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