Questa mattina il ROS dei Carabinieri con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori” Calabria ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Reggio Calabria emessa su richiesta dei procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e dal pm Salvatore Rossello della locale Procura della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Reggio Calabra diretta dal Dr. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 14 persone (di cui7 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) indiziati, a vario titolo – allo stato del procedimento ancora in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive – di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Nel procedimento penale risulta indagato, sempre per il reato ex art. 416 ter c.p., anche il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà (Pd), nei confronti del quale, tuttavia, non era stata avanzata richiesta cautelare non avendo ritenuto compiutamente integrati per lo stesso tutti i presupposti legittimanti. Le indagini, condotte dal ROS dei Carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, si sono concentrate sulla cosca “Araniti”, egemone nel territorio di Sambatello (RC), ed avrebbero consentito di delinearne gli assetti, le attività estorsive in danno di appalti pubblici, l’ingerenza nella conduzione della discarica di “Sambatello” attraverso l’imposizione, alle ditte di volta in volta impegnate nella gestione dell’impianto, del personale da assumere e le relazioni con le omologhe consorterie criminali attive nei territori confinanti di Diminniti e Calanna. È stato inoltre documentato lo stringente controllo esercitato sul territorio che ha portato finanche alla limitazione dell’attività venatoria nell’area agreste della frazione.
Le investigazioni, avviate nel 2019, avrebbero inoltre permesso di acquisire elementi sintomatici del condizionamento delle elezioni – presso alcuni seggi elettorali – per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) e del Consiglio Comunale di Reggio Calabria (nel 2020). In particolare, uno degli indagati raggiunto da provvedimento restrittivo, legato da vincoli di parentela ad esponente apicale della cosca Araniti, con il fine di sostenere i candidati di interesse avrebbe alterato – con la complicità di scrutatori compiacenti – le operazioni di voto, procurandosi le schede elettorali di cittadini impossibilitati a votare ed esprimendo, in luogo di questi ultimi, la preferenza in favore dei candidati sostenuti. Il citato indagato, dopo i positivi esiti elettorali, avrebbe ottenuto dai politici eletti nomine nell’ambito di enti pubblici o come professionista esterno. Tra gli arrestati, infatti, c’è Domenico Araniti detto il “Duca” e ritenuto il vertice della consorteria mafiosa operante nel territorio di Sambatello, nella periferia nord di Reggio Calabria.
L’Ufficio di Procura, con riferimento agli episodi di ipotizzato condizionamento delle competizioni elettorali, ha avanzato richiesta di applicazione di misura cautelare per il delitto di scambio elettorale politico – mafioso, oltre che su soggetti legati alle articolazioni mafiose operanti nell’ambito cittadino, anche a carico di un Giuseppe Neri, capogruppo FdI della Regione Calabria di Fratelli d’Italia e di Giuseppe Francesco Sera Consigliere Pd del Comune di Reggio Calabria. Il GIP del Tribunale di Reggio Calabria ha rigettato la richiesta cautelare ed avverso questo provvedimento l’Ufficio di Procura ha comunicato che proporrà appello.
Falcomatà, “continuo a operare nell’interesse della città e chiarirò tutto”
“Come sempre fatto chiarirò nelle sedi opportune, continuerò ad operare con serenità nell’interesse della città“, ha commentato il sindaco di Reggio Calabria. “Questa mattina ho appreso di essere indagato in un’inchiesta della procura di Reggio Calabria. E’ una vicenda che, come sempre è accaduto in tutte le situazioni giudiziarie che ho dovuto affrontare in questi anni, chiarirò nelle sedi opportune, pienamente rispettoso dell’attività della magistratura, per la quale nutro piena fiducia. Chi mi conosce – afferma Giuseppe Falcomatà – sa che ho sempre svolto il mio ruolo in piena onestà, tenendo fede al principio della legalità come bussola del mio agire politico ed amministrativo. E in questo senso intendo continuare ad operare con serenità nell’interesse della città, nella piena consapevolezza di quanto importante sia l’attività repressiva nei confronti delle cosche di ‘ndrangheta, portata avanti dalla magistratura, che vedrà sempre nelle istituzioni territoriali che mi onoro di rappresentare uno strenuo ed integerrimo alleato“
In carcere sono finiti:
- Araniti Domenico (cl. 1952) detto “il Duca” ;
- Araniti Francesco, (cl. 1960) detto “u Parenti” ;
- Barilla’ Giuseppe (cl. 1959) ;
- Dascola Nicola (cl. ‘1967);
- Princi Antonino (cl. 1971) detto “lo Sceriffo”;
- Repaci Antonio (cl. 1959) detto “Mimmo” ;
- Trapani Carmelo (cl. 1973) detto “il Tacchino”
Ai domiciliari sono finiti:
- Araniti Pietro (cl. 1937) detto “Full” ;
- Barilla’ Daniel (cl. 1985);
- Modafferi Antonino, (cl. 1953) detto “I ‘Architetto” ;
- Giustra Martina (cl .1994).
Obbligo di presentazione per:
- Corsaro Natale (cl. 1998);
- Dascola Antonio Pio (cl. 2001);
- Ianno’ Caterina (cl. 1996)
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