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22 Luglio 2024 11:17
22 Luglio 2024 11:17

Lucia Morselli accusata di associazione per delinquere dalla Procura di Taranto

La nuova inchiesta verte sulla gestione della fabbrica dal 2018 ai nostri giorni, anni durante i quali lo stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto è stato gestito in maniera a dir poco discutibile ed arrogante in prima battuta dalla multinazionale franco-indiana ArcelorMittal

Nuova accusa avanzata dalla procura di Taranto nei confronti di Lucia Morselli, ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia (ex Arcelor Mittal Italia) promotrice e organizzatrice di un’associazione a delinquere finalizzata all’inquinamento, al disastro ambientale e alla truffa ai danni dello Stato, al vertice di un gruppo composto da otto persone tra cui il suo ex segretario Carlo Kruger , gli ex procuratori speciali dell’azienda Francesco Alterio, Paolo Fietta e Antonio Mura con funzioni di Direttore Finanze Tesoreria e Dogane, gli ex dirigenti Adolfo Buffo, Vincenzo Dimastromatteo e Alessandro Labile entrambi per periodi differenti direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Sabina Zani di PriceWaterCooper con l’incarico di consulente di Acciaierie d’ Italia. ed il dipendente Felice Sassi. Nuove iscrizioni di presunte ipotesi di reato che alzano il peso giudiziario delle accuse.

La nuova inchiesta verte sulla gestione della fabbrica dal 2018 ai nostri giorni, anni durante i quali lo stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto è stato gestito in maniera a dir poco discutibile ed arrogante in prima battuta dalla multinazionale franco-indiana ArcelorMittal al quale poi si è affiancata, entrando nel capitale sociale come socio di minoranza, ma di fatto unico reale investitore, anche l’ex Mise (Ministero delle Sviluppo Economico) attraverso la società controllata Invitalia nella joint venture Arcelor Mittal Italia la cui ragione sociale è stata trasformata proprio dalla Morselli, successivamente in Acciaierie d’Italia, che aveva come socio di maggioranza al 62 per cento il gruppo franco indiano (attraverso una società controllata lussemburghese) e come socio pubblico di minoranza Invitalia al 38 per cento.

Secondo i pubblici ministeri Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo coordinati dal procuratore capo Eugenia Pontassuglia, la gestione della fabbrica sarebbe stata carente nella manutenzione causando di conseguenza delle nuove emissioni dannose per i lavoratori e per i cittadini. Quello che non è dato sapere da parte della Procura di Taranto, è che fine abbia fatto il fascicolo d’indagine aperto ai sensi dell’ art. 499 (Chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione, cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale ) dall’ex procuratore capo Carlo Maria Capristo e l’aggiunto Maurizio Carbone, che inviarono la Guardia di Finanza nello stabilimento siderurgico ad accertare delle spregiudicate operazioni di svuotamento (con conseguente vendita) dei materiali presenti nel parco minerari dello stabilimento siderurgico operato dal management di origine Arcelor Mittal. In quale cassetto o scrivania della Procura jonica giace dimenticato ( o occultato ? ) questo fascicolo ?

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA|

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