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22 Luglio 2024 11:28
22 Luglio 2024 11:28

Biden si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca

Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato il passo indietro nelle presidenziali: "Una decisione nell'interesse del Paese e del partito". Il testimone va alla vice presidente Kamala Harris

Joe Biden si è ritirato dalle elezioni presidenziali USA e ha lanciato la vicepresidente Kamala Harris come nuova candidata del Partito Democratico, con una mossa sorprendente che mette a rischio la corsa alla Casa Bianca del 2024. O forse la mette al sicuro, lo si capirà nei prossimi giorni. L’ottantunenne Biden si è dunque fatto da parte dopo settimane di pressioni dei democratici a seguito di una disastrosa performance nei dibattiti, che avevano determinato uno sconvolgimento senza precedenti nell’ultimo miglio di una corsa per le presidenziali. I sondaggi degli ultimi giorni erano impietosi.

Secondo una survey Abc/Ipsos lanciata oggi, 3 americani su 5 erano convinti della necessità di un suo passo indietro. “Ho sempre avuto l’intenzione di chiedere la rielezione, ma ritengo che sia nell’interesse del mio partito e del Paese farmi da parte e concentrarmi esclusivamente sull’adempimento dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato“, ha dichiarato Biden in una lettera pubblica su X. Biden è ancora convalescente a causa del covid e sta trascorrendo questo periodo nella sua casa al mare nel Delaware. Il presidente ha assicurato che “nel corso della settimana parlerà alla nazione in modo più dettagliato” della sua decisione.

Biden ha aggiunto di appoggiare Harris, che e’ la prima vicepresidente donna, nera e sud-asiatica nella storia degli Stati Uniti e che ora punterà a diventare il primo comandante in capo donna. “Voglio offrire il mio pieno sostegno e la mia approvazione a Kamala come candidato del nostro partito quest’anno”, ha scritto Biden su X. ‘Democratici è tempo di unirsi e battere Trump. Facciamolo‘”.

Biden è stato il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a ritirarsi cosi’ tardi da una corsa elettorale, e il primo a ritirarsi a causa di preoccupazioni sulla sua lucidita’ mentale e sulla sua salute.
Dal canto suo Donald Trump ha reagito dicendo che non era “adatto a candidarsi” o “adatto a servire” come presidente, definendo il suo rivale il peggior presidente della storia degli Stati Uniti.

Per tre settimane Joe Biden ha resistito alle richieste di dimettersi dopo lo shock del dibattito del 27 giugno, insistendo a un certo punto che “solo il Signore Onnipotente” avrebbe potuto convincerlo a ritirarsi e cercando di dimostrare di essere all’altezza del compito. Biden ha rilasciato una serie di interviste e quella che è stata presentata come una conferenza stampa “da grandi”, in cui ha risposto a numerose domande, ma ha fatto altre gaffe, tra cui quella di chiamare Harris “Vicepresidente Trump”.

Le richieste del suo stesso partito, a partire dal donatore e attore George Clooney fino all’ex presidente Barack Obama, hanno segnato il suo destino. La decisione di Biden è arrivata poco dopo la diagnosi di covid, che lo ha costretto ad abbandonare la campagna elettorale e ad isolarsi a Rehoboth Beach. Il ritiro di Biden è arrivato a coronamento di un periodo teso e caotico per le elezioni statunitensi, con Trump che è sopravvissuto a un attentato durante un comizio elettorale lo scorso 13 luglio.

Da vicepresidente a candidata, il destino di Kamala Harris

La decisione di ritirarsi colloca Joe Biden nel club dei presidenti statunitensi che hanno deciso di gettare la spugna dopo un solo mandato, l’ultimo dei quali è stato Lyndon Johnson nel 1968, un anno segnato anche da turbolenze e violenze politiche. Il suo candidato, l’allora vicepresidente Hubert Humphrey, perse pesantemente contro Richard Nixon. Nell’ultimo anno Kamala Harris si è distinta come una forte interprete della campagna elettorale sui messaggi chiave come il diritto all’aborto. Ha anche fatto molto parlare della sua storia come prima donna nella storia degli Stati Uniti a ricoprire la vicepresidenza, oltre che come prima persona di colore e di origine sud-asiatica.

Per il suo partito, la Harris è ora pronta a essere nominata alla Convention democratica che si terrà a Chicago dal prossimo 19 agosto al 22 agosto. Quella che doveva essere un’incoronazione per Biden diventa ora una gara aperta in cui quasi 4.700 delegati avranno la responsabilità di scegliere un nuovo portabandiera per sfidare il candidato repubblicano Donald Trump in autunno. La strada da percorrere non è né facile né ovvia, anche se Biden ha appoggiato Harris. Ci sono domande irrisolte sulla logistica, sul denaro e sulle conseguenze politiche. All’inizio dell’anno Biden aveva vinto tutte le primarie e i caucus statali, perdendo solo il territorio delle Samoa Americane. Almeno 3.896 delegati si erano impegnati a sostenerlo. Le attuali regole del partito non consentono a Biden di passarli a un altro candidato.

Dal punto di vista politico, però, è probabile che il suo appoggio sia influente. Con Biden che si è fatto da parte, i Democratici iniziano tecnicamente con una convention aperta ma realisticamente il suo appoggio a Harris spinge i Democratici in un territorio scivoloso. L’onere immediato è per Harris di consolidare il sostegno dei quasi 4mila delegati oltre a più di 700 cosiddetti super-delegati che includono leader di partito, alcuni funzionari eletti ed ex presidenti e vicepresidenti. Già prima che Biden annunciasse la sua decisione, i democratici avevano indicato il governatore della California Gavin Newsom e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer come potenziali contendenti oltre alla Harris.

Tuttavia, alcuni democratici hanno sostenuto pubblicamente, e molti in privato, che sarebbe stato facile candidare la prima donna di colore e la prima persona di origine sud-asiatica a ricoprire la carica di presidente. Data l’importanza che gli elettori di colore – in particolare le donne – hanno avuto per la nomina di Biden e per la scelta di Harris come compagna di corsa, sarebbe stato a dir poco rischioso per i democratici rinunciare a lei per un candidato bianco. Quanto al denaro raccolto la campagna di Biden ha recentemente dichiarato 91 milioni di dollari in contanti. I comitati elettorali democratici alleati hanno portato il totale a sua disposizione a più di 240 milioni di dollari. Gli esperti di finanza delle campagne elettorali concordano sul fatto che Harris potrebbe controllare tutti questi fondi, dal momento che la campagna è stata creata a suo nome e a nome di Biden.

la vicepresidente Kamala Harris

Se i Democratici dovessero candidare qualcuno diverso dalla Harris, i conti del partito potrebbero comunque andare a beneficio del candidato, ma il conto Biden-Harris avrebbe maggiori restrizioni. Ad esempio, secondo gli esperti legali, potrebbe diventare un comitato d’azione politica con spese indipendenti, ma non potrebbe semplicemente trasferire il suo saldo a un altro candidato. Sulla nomina del vicepresidente invece è sempre oggetto di una votazione separata. In situazione ‘di routine’ la convention ratifica la scelta del candidato. Se la Harris serrasse i ranghi rapidamente, potrebbe indicare la sua scelta e farla ratificare dai delegati. In una contesa prolungata, tuttavia, la vicepresidenza potrebbe diventare parte di una contrattazione. In ogni caso si attendono una raffica di cause statali e federali, e alcuni conservatori hanno minacciato proprio questo. Le leggi statali, tuttavia, di solito non prescrivono come i partiti scelgono i loro candidati alla presidenza..

L’ex presidente americano Barack Obama ha così commentato la decisione di Biden: “Io e Michelle vogliamo solo esprimere il nostro amoree la nostra gratitudine a Joe  Jill per averci guidato duranti questi tempi difficili e per il loro impegno”. definendo Joe Biden uno dei più importanti presidente della storia e “un mio amico e partner. Un patriota“, ed ha aggiunto di nutrire una straordinaria fiducia” nelle capacità dei leader del partito democratico “di creare un processo da cui emergerà un candidato eccezionale” per la corsa alla Casa Bianca dopo il ritiro di Joe Biden. Nella sua dichiarazione, Obama non ha indicato la vicepresidente Kamala Harris, affermando di credere che “la visione di Joe Biden di un’America generosa, prospera e unita, che offre a tutti opportunità, sarà pienamente esposta alla Convention Democratica di agosto“. ed ha concluso “Mi aspetto che ognuno di noi sia pronto a portare avanti quel messaggio di speranza e progresso fino a novembre e oltre” .

Anche se si capirà già nei prossimi giorni se l’endorsment di Joe Biden le basterà per ottenere il via libera definitivo dal suo partito, visti i dubbi che alcuni maggiorenti tra i dem avevano avanzato sulle sue reali possibilità di vincere la partita di novembre contro Trump. “Sono onorata dell’endorsement di Joe Biden, mi guadagnerò la nomination e batterò Trump ha detto  Kamala Harris

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA|

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