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14 Agosto 2024 19:24
14 Agosto 2024 19:24

Parigi 2024, il bilancio di Giovanni Malagò: “Grandi Olimpiadi: 8,5 in pagella e 40 medaglie”

Il presidente del Coni: "Bottino come a Tokyo ma con 2 ori in più"

“Sono state grandi Olimpiadi sotto tanti punti di vista, darei 8,5: alla fine grazie Parigi, grazie Francia”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò ha concluso la conferenza stampa di bilancio dei Giochi di Parigi 2024 a Casa Italia. Un bilancio lusinghiero per la spedizione azzurra, con 40 medaglie come a Tokyo. Nel medagliere tricolore spiccano 12 ori, due in più del Giappone, con i complimenti del presidente Sergio Mattarella e la speranza di non aver chiuso un ciclo. Malagò dopo il bilancio dei Giochi azzurri a Casa Italia ha annunciato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha chiesto di complimentarsi da parte sua con le giocatrici della Nazionale di pallavolo femminile spiegando che “le ragazze sono state strepitose. Non ci sono parole per dire quanto siano state brave. La prego di rivolgere i miei complimenti al presidente Manfredi, a Velasco e a tutte le ragazze. Non ho perso una gara del loro torneo, ero certo che avrebbero vinto. Nel medagliere siamo noni, senza il problema della squadra maschile saremmo stati sopra la Corea. Complimenti a lei e a tutto l’Italia Team, vi aspetto al Quirinale”.

Il bilancio azzurro

Abbiamo vinto 40 medaglie come a Tokyo. Era il nostro obiettivo e l’avevo dichiarato: ci siamo riusciti anche con una precisa, analitica situazione che ha caratterizzato in qualità il numero delle medaglie: due ori e tre argenti in più, oltre alla conferma di un ruolo da protagonisti nello scenario dello sport mondiale. Conoscevo benissimo le nostre possibilità di medaglia: quando ne hai così tante, molte le perdi per strada anche in modo rocambolesco, ma hai la possibilità di vincere in diverse discipline. C’è stata inoltre qualche polemica come in ogni Olimpiade, ma è stata una grande edizione sotto tanti punti di vista“, ha detto il numero 1 dello sport italiano ricordando uno per uno i risultati raggiunti.

“Siamo passati da 67 a 79 atleti in finale, nei primi 8 posti – ha proseguito Malagò -. Abbiamo vinto la stranissima classifica dei quarti posti, sono stati 20: stiamo pensando al modo giusto per celebrare questi piazzamenti, senza dimenticare che chi arriva quarto entra nel club olimpico. E non dimentichiamo i 27 quinti posti: questo fa capire quanto sia stata qualitativa questa spedizione. Complessivamente i medagliati sono 80: una cosa di cui sono molto orgoglioso, anche perché siamo un Paese chiaramente multidisciplinare, forse come nessuno al mondo. Quando il nostro medagliere era meno ricco, alcune discipline incidevano molto: penso per esempio alla scherma e al tiro, mentre oggi 20 sport sono andati a medaglia“.

Un’Olimpiade rosa

“Le donne hanno stravinto la personale competizione con i maschietti: 7 ori a 3 su 12 con due in coppia Skeet e Vela. Abbiamo sfatato il tabù – ha poi tenuto a sottolineare Malagòdi non aver vinto una medaglia con la pallavolo femminile, ma questa è la sesta medaglia degli sport di squadra dal 1896 ad oggi, quattro arrivate finora nella pallanuoto. Da venti anni non vincevamo una medaglia d’oro di squadra”.

Il futuro del Coni

Malagò non si è sottratto nel parlare del suo futuro. “Ciclo finito al Coni? Questa decisione eventuale di non cambiare la norma va contro il consenso del mondo dello sport. Se non fosse così sarebbe un colpo gratis cambiare la norma. Sapendo già che il rischio è che si ottiene più dei due terzi è evidente che questa scelta è contro consenso al mondo dello sport”, ha spiegato guardando poi alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. “Il mandato del Coni scade il 30 maggio del 2025, ci sono ancora 10 mesi. Non è che il 1 giugno, uno si siede e inizia a dire facciamo questo o quello. Siccome si tratta di un ente pubblico, qualcuno deve andare a verificare tutto il percorso della dinamica elettorale e viene fatto con un decreto del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio e della Corte dei Conti”.

Proprio con la chiusura dell’ Olimpiade si è accesa una polemica imprevista ai vertici dello sport italiano. Pochi giorni fa il ministro dello Sport Andrea Abodi era intervenuto a gamba tesa sul Coni, affermando in un’intervista che il ciclo di Malagò poteva dirsi con questi Giochi giunto al termine. Un intervento “fuori luogo” da parte del ministro a cinque giorni dalla fine delle Olimpiadi, a cui ha risposto oggi in conferenza stampa Malagò. “Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto”, la replica secca. Dopo la pausa estiva si faranno i conti tra governo e Coni.

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