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29 Novembre 2024 19:33

Open Arms, pm chiede 6 anni per Salvini

"Aveva l'obbligo di dare un porto sicuro". Lui: "Non mollo". Richiesta al termine della requisitoria del processo a carico dell'allora ministro dell'Interno, accusato di sequestro di persona e rifiuti di atto d'ufficio: nel 2019 impedì lo sbarco di 147 migranti. Meloni: è incredibile, a lui totale solidarietà

Si è celebrata a Palermo l’udienza del processo Open Arms che si celebra a Palermo con Matteo Salvini imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito, nel suo ruolo di ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’Ong spagnola nell’agosto del 2019. Il leader della Lega non era presente in aula ma per lui l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione.

Una discussione fiume in cui il Procuratore aggiunto Marzia Sabella, con i pm Calogero Ferrara e Giorgia Righi, hanno ripercorso, attimo dopo attimo, tutto quello che accadde dal primo al 21 agosto del 2019. “C’è un principio chiave non discutibile: tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato sono i diritti umani che nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, devono prevalere”, sono state le prime parole del sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli a Palermo.

“La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar, anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso“, ha aggiunto il magistrato, sottolineando che quello in corso non è un processo politico: “È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi“. 

“Si è sostenuto che Open Arms dovesse restituire i migranti alla Guardia costiera libica – ha proseguito Ferrara -. L’operazione di soccorso non si conclude con il mero intervento in una situazione di pericolo, ma con la fase di sbarco: gli Stati hanno l’obbligo di intervenire e rispettare le normative europee in termini di immigrazione“.

“È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”. Così commenta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni su X, dopo la richiesta di condanna a 6 anni per il ministro Matteo Salvini, imputato del “processo Open Arms”.

“Quando Salvini diventa ministro dell’Interno – ha sottolineato il pm Ferrara le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos vengono spostate dal Dipartimento libertà civili e immigrazione all’ufficio di gabinetto del ministro e in particolare è il ministro a decidere. Questo è l’elemento chiave”

“Tutti i funzionari, tutti i ministri, tutti i testimoni che abbiamo sentito in questo processo hanno detto di non sapere se a bordo della Open Arms ci fossero stati terroristi, armi, materiale propagandistico. Anche i riferimenti ai tentativi di ridistribuzione dei migranti prima del rilascio del pos non può funzionare: non ci può essere subordinazione del rispetto diritti umani e alla ridistribuzione dei migranti. Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo”

Secondo il Pm, “non tutti i Paesi possono essere considerati un porto sicuro, perché non in tutti i Paesi vigono le regole democratiche e il rispetto dei diritti umani. La Libia e la Tunisia non sono Paesi in cui si può applicare un pos“. Lo dice anche l’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi che nella sua testimonianza ha riferito che “i centri in Libia sono sicuramente centri illegali, mai abbiamo consegnato delle persone ai libici’“.

Il ministro Piantedosi: “Una evidente e macroscopica stortura e un’ingiustizia per lui e per il nostro Paese”

“Piena e totale solidarietà al ministro Salvini. Il rischio a una condanna a sei anni di carcere, per aver fatto fino in fondo il suo dovere nel contrasto all’immigrazione irregolare, è una evidente e macroscopica stortura e un’ingiustizia per lui e per il nostro Paese”.Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a seguito della richiesta da parte della Procura di Palermo della condanna a 6 anni del ministro Salvini.

Subito dopo la fine dell’udienza e la richiesta di condanna, il ministro ha telefonato alla sua legale, Giulia Bongiorno, la Presidente della  Commissione giustizia, per discutere dell’udienza. “Sei anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi e difeso l’Italia e gli Italiani? Follia. Difendere l’Italia non è un reato e io non mollo, né ora né mai” scrive quindi sui social, postando un video in cui ripercorre le tappe della vicenda Open Arms dell’agosto del 2019. Da Durigon a Siri, ira della Lega: “Processo politico”.

La difesa: “Pm processa la linea del governo”

Le posizioni espresse dal Pm sono state criticate dall’avvocato difensore di Salvini, Giulia Bongiorno: “Con questa introduzione, è di intuitiva evidenza, il pubblico ministero sta procedendo con una requisitoria contro il decreto sicurezza bis che è un atto del governo e contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea, portata avanti dall’intero governo“.

Secondo l’ avvocato Bongiorno è una requisitoria un po’ contraddittoria perché la premessa è: non stiamo processando il governo, però il decreto sicurezza bis è in contraddizione con la Costituzione, non è accettabile redistribuire e poi sbarcare e il tavolo tecnico che ribaltava principi fondamentali. Sta parlando di linea di governo, di leggi e lui le contesta – conclude – Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati, ma una linea politica sul banco degli imputati“.

“Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione e dal fatto che c’erano rischi che ci fossero a bordo dei terroristi, sono state adottate delle misure proprio per garantire la tutela e la protezione dei migranti. Adesso, più che analizzare questo aspetto, mi preme rilevare che in questa introduzione è di intuitiva evidenza che il pubblico ministero sta procedendo a una requisitoria contro il Decreto sicurezza bis, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare”, ha detto l’avvocato Giulia Buongiorno, legale di Matteo Salvini, durante una pausa dell’udienza del processo in cui è imputato il vicepremier.

Salvini: “difendere i confini dai clandestini non è reato

E da parte del leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture la replica è arrivata via social: “Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura”. 

Elon Musk: “Un Pm pazzo dovrebbe andare in galera lui”

“Quel folle procuratore dovrebbe essere colui che va in prigione per 6 anni”. E’ questo il post di solidarietà che Elon Musk non fa mancare a Matteo Salvini, dopo la requisitoria  del pm a Palermo.

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