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16 Ottobre 2024 10:08

Arrestato Paolino Iorio dirigente Sogei per corruzione: preso con una tangente da 15mila euro

L’inchiesta della procura di Roma ha portato all'arresto del direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, e dell’imprenditore Massimo Rossi
di Silvia Signore ed Antonello de Gennaro

Sono finiti in manette Paolino Iorio direttore generale della Sogei Spa e l’imprenditore Simone Rossi della Italware e Itd solution –  arrestati dalla Guardia di finanza che ha perquisito e sequestrato nelle sedi delle società coinvolte nell’inchiesta atti e documenti . Secondo quanto si è appreso Iorio aveva appena intascato una presunta tangente di 15 mila euro ricevuta da Rossi per conto della Italware, che partecipava ad un bando di gara per aggiudicarsi un appalto. Cioè per la gara relativa all’acquisizione di licenze software del server Nutanix in convenzione Consip bandita dalla Direzione di intendenza della Marina Militare.

Scoperto dalle Fiamme Gialle un articolato sistema corruttivo con diversi protagonisti e ramificazioni sia nello Stato Maggiore che nel Ministero della Difesa e del Ministero dell’Interno , che nella Sogei . In totale sono 18 le persone indagate nell’inchiesta della Guardia di Finanza. Quattordici le società coinvolte nell’indagine in cui si ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione e turbativa d’asta: Italware srl, Dimira srl, Olidata spa, Sferanet srl, Itd solution spa, Digital Value spa, Innovery spa, Vipa Impiantti srl, Buildings Vamp srl, Albamar srl, Samar srl, Business solutions srls, Mondostore srl e Ismart srl.

Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Roma e del Nucleo valutario sono state seguite dal pm Lorenzo Del Giudice, che ha condotto l’inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini che nei loro atti sostengono che Sogeisi impegnava ad acquistare prodotti e servizi dalle società per un valore complessivo di 98,6 milioni di euro (da Italware srl) e 5,7 milioni (da Itd Solution spa)”, come emerge dalle fatture emerse lo scorso 1° gennaio 2023. Infatti continua il capo di imputazione”a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei il manager pubblico Iorio “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023“. Incontri che erano “monitorati” dalle Fiamme Gialle anche attraverso intercettazioni.

Paolino Iorio direttore generale della Sogei spa,

A Paolino Iorio direttore di ingegneria infrastrutture e data center e successivamente direttore generale della Sogei spa, società pubblicata controllata dal Mef,, viene contestato per reato di corruzione riceveva indebitamente in “più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro da Massimo Rossi” riporta il capo di imputazione. Ieri sera i finanzieri hanno visto uscire Paolino Iorio ma sapevano già dove si stava recando. Due giorni al mese percorre sempre lo stesso tragitto: va a trovare Massimo Rossi imprenditore, al vertice della società informatica Italware e di altre aziende interessate agli appalti pubblici, che vive nel quartiere romano di Montesacro. I finanzieri lo stavano intercettando e così sapevano che è entrato in quella casa con le tasche vuote ed è uscito come sempre con 15.000 euro in tasca . Gli investigatori hanno continuato a seguire Iorio sino a quando è rientrato nel suo appartamento, a pochi passi da Villa Borghese, dove lo hanno fermato, trovandogli addosso il denaro ricevuto dal Rossi e quindi lo hanno arrestato. E subito dopo hanno arrestato anche Rossi

la sede della Sogei, società del Ministero Economia e Finanze

In una nota stampa della società  si legge cheSogei esprime piena fiducia nella magistratura, a cui sta prestando totale supporto, e si dichiara indiscutibilmente estranea ai fatti. Ove i fatti contestati fossero acclarati in maniera definitiva l’azienda si dichiarerà parte lesa e si tutelerà nelle sedi competenti”. Anche lo Stato Maggiore della Difesa assicura “il massimo supporto alle autorità inquirenti” aggiungendo che “i presunti comportamenti per i quali si indaga non sono certamente compatibili con i valori e i principi fondanti delle Forze Armate italiane”.

Elon Musk e Andrea Stroppa (foto dal profilo di Stroppa sul socialnetwork X)

Tra i 32 indagati compare anche Andrea Stroppa, ritenuto il “referente di Musk in Italia” il quale possedeva delle presunte informazioni riservate provenienti da riunioni ministeriali. Il suo nome è riportati dal decreto di perquisizione di 15 pagine all’interno del quale sono citati 18 persone indagate, tra cui Stroppa, e 14 persone giuridiche (cioè società).  Dalle intercettazioni delle sue utenze telefoniche sono “emersi i contatti e gli incontri avuti con tale “Antonio della Difesa”, successivamente identificato come un Capitano di fregata della Marina Militare, Antonio Angelo Masala. Sin “dai primi incontri emergeva che il militare, al fine di svolgere il proprio ruolo nell’ambito di una fornitura, ha avanzato richieste di compensi nonché – riporta l’informativa delle Fiamme Gialle – l’assunzione di una persona da parte di una delle imprese gestite dall’imprenditore“.

Marco Carrai e Andrea Stroppa

Ma chi è questo Stroppa ? Nato a Roma, cresciuto nel quartiere Torpignattara, da sempre appassionato di informatica, venne intercettato da alcuni attivisti di Anonymous Italia ancora minorenne e ingaggiato come giovane hacker. Una vicenda on alcuni risvolti giudiziari, che si risolse quando ottenne il perdono giudiziale da parte del Tribunale dei minori. A notarlo non su solo il movimento di hackers, ma anche Marco Carrai, stretto amico e sodale di Matteo Renzi, imprenditore nel settore della di sicurezza informatica nel nostro Paese. Stroppa venne chiamato da Carrai a fare il responsabile della divisione ricerca e sviluppo di una delle azienda di cui era socio grazie alle sue capacità di analisi dei del traffico sui social network e alle sue abilità di divulgatore. Nel 2017 è stato scelto da Renzi – non più presidente del Consiglio, ma segretario del Pd – come consulente sulla cybersicurezza.

Alla vita in mare il Capitano Masala ha preferito il comfort ovattato di un ufficio, “distaccato presso il VI Reparto Sistemi C4l dello Stato maggiore della Difesa”, il settore che si occupa delle infrastrutture, dal quale è riuscito a far aggiudicare a Rossi un bando da 180 milioni per “il servizio di manutenzione assicurativa, rinnovo licenze e apparati per la componente tecnologica IP delle reti del comparto Difesa”. Masala cercava di fare affari con tutti: “nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del Governo del sistema satellitare (Starlink, ndr) realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense (di Elon Mask, ndr) , approfitta dello svolgimento di una riunione sul tema per agganciare il referente italiano del gruppo statunitense» cioè Stroppa, al quale «propala notizie riservate in ordine a decisione assunte nel corso di riunioni ministeriali», come è riportato negli atti che si riferiscono a Stroppa, uomo “cerniera”ponte” tra l’Italia ed Elon Musk. 

Si legge ancora che da un lato l’ufficiale di Marina programma con un altro indagatol’inserimento di Olidata Spa nell’affare e, dall’altro, lo svolgimento di una certamente illecita propalazione a beneficio dello Stroppa (e, suo tramite, dei suoi referenti) di notizie riservate in ordine a decisioni assunte nel corso di riunioni ministeriali. Vicenda sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata Spa e attraverso la stessa l’ufficiale di Marina e di un altro indagato, degli affari che il gruppo statunitense potrà concludere con l’amministrazione italiana, grazie all’intervento illecito del pubblico ufficiale”.

A versare tangenti al capitano Masala sarebbe stato anche Cristiano Rufini, presidente della società di telecomunicazioni Olidata quotata in Borsa, che adesso ripete il solito leit -motiv degli indagati “Confidiamo nel lavoro delle autorità competenti e siamo certi che la trasparenza delle nostre azioni verrà chiarita”. Piccolo particolare è che “le autorità competenti” sono convinte che abbia pagato anche la moglie di Masala per ottenere informazioni riservate utili ad aggiudicarsi appalti. Rufini avrebbe utilizzato lo stesso sistema per un bando del Ministero dell’Interno, facendo guadagnare denaro alla moglie di Amato Fusco, “direttore della III Divisione del Servizio telecomunicazioni della direzione centrale dei servizi logistici e della gestione patrimoniale della Polizia di Stato”, come riportato negli atti all’interno delle quali trovano spazio anche una serie di fatture false utilizzate per evadere le imposte e pagare le “mazzette”. Un altro aspetto riguarda l’adesione alla convenzione Consip denominata “Licenze Multibrand 6 – Lotto 12 Nutanix – CIG BI2CI8587E“. Secondo le ricostruzioni, Fusco ha fornito all’imprenditore tutte le informazioni necessarie per aggiudicarsi la gara nell’aprile 2024. 

La Guardia di finanza scrive inoltre che : “nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del Governo del sistema satellitare (Starlink ndr) realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense, il Capitano approfitta durante lo svolgimento presso il VI reparto di cui fa parte di una riunione sul tema, per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del Gruppo, Andrea Stroppa“.

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