Questa notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre, alle 3 di notte, tornerà l’ora solare. Le lancette andranno spostate un’ora indietro, la buona notizia, quindi, è che dormiremo un’ora in più, la cattiva che avremo due ore di luce in meno. Termina così dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico. Con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello Stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale).
Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poichè centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare. Nella storia del nostro Paese la prima adozione dell’ora legale – nata da un’intuizione di Benjamin Franklin – è datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo. Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlò più.
L’ora legale tornò in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e proseguì durante la ‘ricostruzione’ fino al 1948: è proprio in quell’anno che lo spostamento delle lancette fu il piu’ anticipato della storia, al 29 febbraio. Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel ’66, dal 22 maggio al 24 settembre.
Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario ‘estivo’ è sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della ‘solarità’ l’ultima di ottobre.
I problemi connessi al cambio d’ora
Disturbi del sonno transitori, mal di testa, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione o dell’attenzione, alterazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Sono queste le più comuni conseguenze sul nostro organismo del passaggio all’ora solare che Anna Lo Bue, neuropsichiatra infantile dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Cnr (Cnr-Irib), elenca in un video per Cnr Web Tv.
“Sposteremo di un’ora indietro le lancette dell’orologio – aggiunge l’esperta – questo ci porterà a dormire un’ora in più, ma con la conseguenza che le giornate saranno più corte. Il cambiamento, seppur minimo, porta il nostro l’organismo nel suo insieme di corpo e mente, a dover affrontare, per quattro o cinque giorni, un mini jet lag“.
La ricercatrice precisa che ci sono categorie di soggetti più sensibili a questo cambiamento, come bambini e anziani, perché sono più vulnerabili ai ‘marcatempo’, cioè a quegli appuntamenti quotidiani come l’orario dell’addormentamento o dei pasti. L’ora solare, che ci accompagnerà per gran parte dell’inverno, porterà invece giovamento ai ‘gufi’, le persone che tendenzialmente si addormentano tardi nelle ore serali.
“La modifica, anche solo di un’ora, nel passaggio all’ora solare – afferma la scienziata – porta a una modifica nella secrezione di ormoni che alterano la regolazione di diversi processi nell’organismo. Potrebbero insorgere disturbi del sonno, caratterizzati da un risveglio anticipato, ma di carattere transitorio”. “Per prevenire la maggior parte degli effetti indesiderati – consiglia Lo Bue – ci si può esporre alla luce solare, soprattutto nelle ore centrali della giornata e iniziare a spostare l’orario dei marcatempo, anticipandoli di circa dieci minuti rispetto alle nostre abitudini”.