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23 Novembre 2024 11:44

Inchiesta sui dati rubati, un gigantesco mercato di informazioni riservate: fra gli indagati Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe

Uno dei figlii del fondatore di Luxottica e l'ex-banchiere prodigio finanziere indagati per accesso abusivo a sistema informatico in concorso. Oltre 50 gli indagati

Nella nuova inchiesta sul dossieraggio illegale scoperto questa volta dalla procura di Milano fra gli indagati compaiono anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, e il finanziere Matteo Arpe. Rispondono entrambi di accesso abusivo a sistema informatico in concorso. Del Vecchio jr. avrebbe commissionato ricerche di informazioni durante la complicata vicenda ereditaria della holding di famiglia Delfin, che possiede importanti pacchetti di azioni di Mediobanca, Generali, Luxottica e altre. I loro nomi si affiancano a quelli già emersi subito dopo le perquisizioni di ieri e la notifica di un ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per quattro soggetti.

Leonardo del Vecchio jr. e Matteo Arpe

L’indagine della Dda di Milano condotta dal sostituto Francesco De Tommasi, affiancato dal collega Antonello Ardituro della Direzione Nazionale Antimafia, pone al centro l’ agenzia di investigazione privata di Milano, Equalize, posta sotto sequestro, di cui è socio di maggioranza Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, il quale risulta indagato insieme all’ex superpoliziotto della squadra mobile di Milano, ora in pensione, Carmine Gallo il quale è socio di minoranza e amministratore delegato di Equalize, posto agli arresti domiciliari. L’accusa per gli indagati è a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici. La società Equalize con 1,9 milioni di euro di giro d’affari e 648mila euro di utile nel 2023 si occupa di servizi di “gestione dati e informazioni commerciali” e “reti informatiche“, “investigazioni” e “verifiche dei sistemi di controllo“, “management reputation”.

il superpoliziotto in pensione Carmine Gallo

Nell’inchiesta che conta oltre 50 indagati, il gip ha concesso gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, di Gallo e dei suoi collaboratori Nunzio Samuele Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli , disponendo la misura interdittiva della sospensione dal servizio di Giuliano Schiano in forza alla Dia di Lecce e Marco Malerba, in servizio al commissariato di P.S. Rho-Pero. L’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, coordinata dall’aggiunto della Dda milanese Alessandra Dolci, sotto la supervisione del capo della procura di Milano Marcello Viola e del procuratore nazionale Giovanni Melillo, ha documentato migliaia di accessi alle piattaforme informatiche.

Contro la decisione del Gip di Milano che ha disposto 4 arresti domiciliari con braccialetto elettronico e due interdittive, la procura ha annunciato che procederà all’impugnazione perché il giudice, “pur avendo a nostro avviso riconosciuto il sostanziale fondamento dell’impianto accusatorio, non ha accolto integralmente la richiesta della procura, essendosi legittimamente determinato diversamente sia nell’individuazione per alcuni della tipologia di misura, sia nella valutazione dell’esclusione di esigenze cautelari per altri“. Inoltre, ha aggiunto il procuratore capo di Milano Marcello Viola, “stante l’assoluta peculiarità di questa vicenda, l’interesse pubblico di particolare rilievo e la difficoltà di fornire delle notizie in maniera chiara e corretta sotto tutti i profili, valuteremo la possibilità del rilascio formale di copia del provvedimento“.

Esfiltrazione di dati e informazioni” che hanno colpito le più importanti banche dati nazionali: lo Sdi, in uso alle forze dell’ordine che custodisce la storia penale degli italiani; Serpico, il “Servizio per i contribuenti”, che raccoglie dati e operazioni finanziari; l’Inps, con le informazioni previdenziali; Anpr, l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, la banca dati unica del ministero dell’Interno che detiene lo scambio di informazioni tra Comuni e pubbliche amministrazioni); il Siva, il “Sistema informativo valutario”, con la sua mole di dati su operazioni finanziarie anomale. Un’enorme mole di documenti e informazione. Materiale prezioso su conti correnti, precedenti penali, dati fiscali, sanitari, ma anche sui precedenti penali e di polizia, venduti ai clienti e utilizzati da imprenditori, grandi imprese, studi professionali e legali, per condizionare le attività di professionisti e gruppi industriali concorrenti.

Da sinistra Gianni Melillo, Marcello Viola e Alessandra Dolci in conferenza stampa

“I colleghi di Milano in questi mesi di inchiesta hanno scelto di non svolgere accertamenti tecnici per tutelare la segretezza dell’indagine, sicché adesso veramente quasi comincia il lavoro sulla incalcolabile mole di dati acquisita nelle perquisizioni di ieri sera” spiegano in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo insieme al procuratore di Milano  Marcello Viola. I magistrati hanno spiegato che tra i servizi offerti da quella che viene ritenuta un’associazione a delinquere c’erano anche lacquisizione di tabulati telefonici, la localizzazione di cellulari grazie al lavoro di un esperto informatico in Svizzera, riprese audio e video di colloqui di persone e l’intercettazione abusiva di chat, posta elettronica e messaggistica Whatsapp. solo nell’ultimo anno valutiamo che il profitto di questa associazione sia stato di diverse centinaia di migliaia di euro”

Anche grandi società come Barilla ed Erg si erano avvalse del lavoro illegale offerto dall’agenzia investigativa Equalize srl. Un manager della società alimentare di Parma, nel ruolo di cliente dell’agenzia investigativa Equalize, “ha commissionato una acquisizione illecita dei dati del traffico telefonico (i tabulati) con il proposito di verificare i propri sospetti sul fatto che qualcuno tra i dipendenti avesse passato delle informazioni, inerenti al management, a un giornalista”. Secondo il Gip “dalla sequenza di conversazioni intercettate” emerge che alla società investigativa amministrata dall’ex-poliziotto Gallo non sfugge l’ appetito e l’ opportunità di acquisire nel proprio pacchetto clienti un’azienda importante come la Barilla, e molti sono gli incontri, tra gli indagati, dedicati non solo alla programmazione e all’esecuzione tecnica dell’incarico, ma anche alle migliori strategie commerciali al fine di “fidelizzare” il cliente, presentandogli la piattaforma e la possibilità di fruire in modo stabile dei loro servizi.

Nel caso del colosso petrolifero Erg l’indagine svolta dai carabinieri di Varese ha scoperto la richiesta, da parte di un manager dell’azienda, di svolgere “intercettazioni telematiche attive illegali sui device in uso ad alcuni dipendenti dell’azienda, sospettati di effettuare operazioni di trading online abusando delle informazioni acquisite nell’ambito del rapporto lavorativo”.

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