Si è svolto in Prefettura a Bari, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Francesco Russo in relazione dell’iter relativo al lavoro della Commissione d’accesso al Comune di Bari, nominata a marzo scorso dal ministro dell’ Interno Matteo Piantedosi per le opportune valutazioni sul rischio di possibili infiltrazioni mafiose conseguenti ai presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria è anche scaturito il commissariamento dell’Amtab l’ azienda di Trasporti del Comune di Bari, le cui indagini della DDA di Bari coordinate dal procuratore aggiunto Giannella, hanno accertato la presenza, tra gli assunti, di alcune persone in seguito licenziate, collegate in particolare al clan mafioso Parisi, che erano riuscite a orientare e ottenere assunzioni.
L’invio dei commissari ministeriali deciso da Piantedosi era stato sollecitato daii parlamentari pugliesi di maggioranza per chiedere al ministro quello che poi è accaduto, cioè attivare la macchina burocratica per nominare ed attivare una commissione d’indagine.
Dopo la conclusione degli accertamenti dei commissari avvenuta lo scorso settembre l’incontro odierno rappresenta un ulteriore passaggio amministrativo-burocratico, che precede la trasmissione da parte del prefetto Russo al Ministero dell’Interno, della relazione e conclusioni svolto dalla Commissione. Le norme di legge prevedono che l’eventuale scioglimento dell’ Amministrazione Comunale viene attuato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Qualora invece non sussistano i presupposti per lo scioglimento, potrebbe anche verificarsi uno scenario alternativo con l’adozione di provvedimenti specifici per mettere fine agli eventuali potenziali rischi rilevati.
Al comitato in Prefettura hanno partecipato il questore di Bari Massimo Gambino, e i comandanti provinciali dei Carabinieri, generale Gianluca Trombetti, e della Guardia di Finanza, generale Pasquale Russo, integrato dal procuratore di Bari Roberto Rossi demandato secondo quanto prevede la normativa di legge, ad esprimere soltanto un parere, che non è minimamente vincolante per la relazione del prefetto. Anche perchè a suo tempo il procuratore Rossi, sostenendo che “Il Comune di Bari ci ha dato un grande aiuto nella lotta per la legalità” aveva di fatto delegittimato l’operato dei suoi sostituti applicati alla DDA della Procura di Bari, titolari dei fascicoli d’ indagine dell’ inchiesta “Codice Interno“.
Il procuratore Rossi lasciando per primo la riunione del Comitato prefettizio ha detto ai giornalisti; “Non posso fare nessuna dichiarazione perché questa è una fase riservata dal punto di vista amministrativo, direi addirittura segreta”, a cui ha fatto seguito la dichiarazione dal prefetto Russo: “Non c’è nulla da dire, è una fase legata a un aspetto di riservatezza che dobbiamo tenere”.