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11 Dicembre 2024 22:17

Nuovo obiettivo per la cura dei tumori alla colecisti grazie all’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio De Bellis”

Importanti risultati ottenuti dai ricercatori dell’Irccs “De Bellis” sostenuti da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro
di Silvia Signore

L’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM), ha stimato per il 2020 un totale di 5.400 nuovi casi in Italia di tumori della colecisti e delle vie biliari. Questi tumori sono più frequenti nelle donne e l’incidenza aumenta con l’avanzare dell’età. Si tratta di un tumore raro, con una prognosi sfavorevole: a 5 anni dalla sua comparsa in genere sono vivi meno del 10% dei pazienti. La diagnosi è spesso tardiva in quanto i sintomi, quando presenti, indicano una malattia già avanzata limitando così le possibilità chirurgiche.

La colecisti, è un organo situato appena al di sotto del fegato. La sua funzione principale consiste nell’immagazzinare e concentrare la bile prodotta dal fegato necessaria per la digestione e l’assorbimento dei grassi. I tumori della cistifellea colecisti hanno origine dalle ghiandole della mucosa dell’organo omonimo di cui provocano l’ispessimento della parete più interna.  

L’IRCCS “De Bellis” eccellenza nella chirurgia oncologica

Il Piano Nazionale Esiti 2024 colloca l’IRCCS “De Bellis” di Castellana Grotte al primo posto in Puglia e tra i migliori in Italia per la chirurgia oncologica addominale, con un incremento dell’80% degli interventi rispetto agli anni scorsi. I progressi sulla lotta contro questi tumori si sono ottenuti attraverso la scoperta di un continuo “dialogo” tra cellule epiteliali del colangiocarcinoma e cellule fibroblastiche non tumorali che si trovano vicino al tumore: un dialogo che sembra all’origine dell’aggressività di questo tumore e che va fermato. “I risultati hanno infatti dimostrato che la comunicazione tra queste diverse cellule deve essere considerato quale possibile nuovo bersaglio terapeutico, aprendo la strada a strategie inedite per la cura dei pazienti”, conclude il Direttore dell’istituto pugliese.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte ha identificato un nuovo bersaglio farmacologico con lo scopo di rallentare la progressione del tumore della colecisti o colangiocarcinoma. “Interrompere lo scambio di comunicazioni tra cellule di colangiocarcinoma e fibroblasti consente di rallentare significativamente la crescita del tumore, impedendo alle cellule neoplastiche di riprodursi”, spiega Gianluigi Giannelli Direttore scientifico dell’istituto pugliese .

Prevenzione e Diagnosi

Si tratta di un tipo di cancro molto complesso in cui la prevenzione e una conoscenza dei primi campanelli d’allarme possono portare alla scoperta non tardiva di questo tumore. Limitare i fattori di rischio evitabili, come il sovrappeso, il fumo, l’alcol e l’esposizione a sostanze chimiche potrebbe contribuire a ridurre la probabilità di sviluppare questi tipi di tumori. La vaccinazione contro il virus dell’epatite B può ridurre il rischio di insorgenza di colangiocarcinoma.

I primi sintomi del tumore della cistifellea e delle vie biliari si manifestano in genere solo negli stadi avanzati della malattia.  I pazienti con colangiocarcinoma intraepatico possono essere totalmente asintomatici, presentare dolore addominaleperdita di appetito con conseguente perdita di peso che sono sintomi molto comuni anche ad altre patologie non così gravi.

La prevenzione gioca quindi un ruolo fondamentale nella scoperta di questi tumori per questo è importante sottoporsi ad esami ed accertamenti periodici per evitare di accorgersene quando ormai è troppo tardi. Il primo passo per una corretta diagnosi è l’attenta valutazione da parte del medico di eventuali sintomi e fattori di rischio è importante anche verificare la presenza nelle famiglie dei pazienti di eventuali altri casi di tumore della cistifellea o delle vie biliari, o se sono presenti patologie collaterali che possono aumentare il rischio.

Nel caso in cui ci sia il sospetto di un tumore della cistifellea, si valuteranno nel sangue i livelli degli enzimi epatici (transaminasi), della bilirubina, delle gamma-GT e della fosfatasi alcalina. Elevati valori di questi enzimi indicano un problema a livello del fegato e potrebbero essere legati a patologie che interessano la cistifellea o le vie biliari. Tra gli esami più utilizzati, l’ecografia addominale, la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica e lcolangiografia retrograda endoscopica. Un altro possibile approccio è rappresentato dalla colangiografia percutanea transepatica.

Ecoendoscopia, colangioscopia e colangioecografia sono tecniche che, utilizzando sottili cateteri con microsonde, permettono di effettuare un’ecografia interna o di visualizzare direttamente le strutture di interesse. La tomografia a emissione di positroni (PET) invece è molto utile per verificare la presenza di metastasi a distanza e nei linfonodi, e per scegliere il trattamento più adatto. Infine, la biopsia, che consiste in un prelievo di tessuto che verrà poi analizzato per la ricerca di cellule tumorali, è fondamentale nei casi non operabili e permette di identificare caratteristiche del tumore e terapie non chirurgiche da attuare.

I tumori della cistifellea o colecisti sono tumori molto complessi e difficili da identificare ed oggi grazie alla scienza e alle nuove scoperte condotte dall’ IRCCS “De Bellis” si inizia ad intravedere una luce di speranza che ci permette di guardare avanti e vedere una lunga lotta contro questo brutto male e dalla quale, si spera, si possa uscirne vincitori.

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