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24 Novembre 2024 14:30

“Giuseppi” Conte esulta per il quorum, ma a ‘Nova’ c’è chi contesta in nome di Casaleggio e Grillo

Grillo è solo sulle t-shirt. Ottimismo, ma è scontro sulle votazioni

Migliaia di iscritti affollano il Palazzo dei Congressi di Roma. Dove va in scena ‘Nova‘, la kermesse che chiude l’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle. I militanti formano una lunghissima coda all’ingresso, poi prendono posto nella sala principale. Il palco circolare al centro, le sedie intorno, come se fosse un’assemblea delle origini. Il presidente Giuseppe Conte mostra entusiasmo. “C’è una grande partecipazione”, dice alla comunità M5s.

Conte rivendica l’intera operazione: “abbiamo rovesciato la piramide, decide la base”. Poi, in serata, conferma le voci che si rincorrono per ore e annuncia: “abbiamo raggiunto il quorum, è la vittoria di chi ha deciso di decidere”. Il presidente tira il fiato, sorride, esulta. Perché il raggiungimento del quorum consente di validare le votazioni sui quesiti statutari. E tra questi ci sono quelli sul garante, sul simbolo, e sul limite dei mandati. Ma è proprio sul voto, ancora in corso, che va in scena lo scontro, dopo giorni di polemiche. Conte ha appena cominciato con i suoi saluti iniziali, quando in sala piombano una ventina di contestatori. Gridano “trasparenza“, mettendo in discussione la democraticità della Costituente. Intonano il coro “dimissioni“, rivolto al presidente, e lanciano volantini. Il leader, però, resta imperturbabile.

Cruciale il ruolo di Fico a fare da cerniera fra “vecchio” e “nuovo” Movimento:Non do messaggi, Grillo è il fondatore e il Garante, questa è casa sua“, dice l’ex presidente dlla Camera dei Deputati Roberto Fico.

“Se ci sono 90 mila persone che discutono, ci possono essere anche persone che la pensano diversamente, siamo aperti al dissenso”, taglia corto l’ex premier. É l’unico momento di alta tensione della prima giornata di kermesse, che si chiuderà domenica pomeriggio con la comunicazione dei risultati del voto. Il ristretto gruppo di contestatori attira l’attenzione delle telecamere, alcuni parlamentari M5s accorrono per contrastarli verbalmente. “Siete come il Pd, due mandati e a casa”, gridano i ‘Figli delle stelle’, il gruppo di iscritti protagonisti del flash mob. Il gruppo arriva a Roma per continuare la campagna per l’astensione, già in corso da settimane per sabotare il quorum e delegittimare l’intera Costituente. Beppe Grillo non si presenta. È il fantasma del Palazzo dei Congressi. Ma compare sulle magliette che indossano i contestatori, accanto al volto di Gianroberto Casaleggio. I due fondatori del M5s.

Tra chi protesta, c’è l’ex parlamentare del M5s Marco Bella. “Quale partito – commenta – cancella 70 mila iscritti per vincere una votazione interna? Questa non è democrazia. “Non ci ha mandato Grillo, – spiega uno dei contestatori – non siamo né per lui né per Conte”. Ma dal vertice del Movimento, arriva il commento al vetriolo. “Le contestazioni sono dei supporter di Grillo, – è il ragionamento – ma non ci scomponiamo. In un luogo di confronto c’è chi è venuto solo per disturbare e poi andare via. Atteggiamento agli antipodi per chi si professa del M5s“. Ed è lo stesso Conte, nel suo intervento, a replicare all’invito all’astensione giunto dalle fila grilline. “Invitare a non votare o mettersi contro un processo di confronto è una contraddizione”, taglia corto, attaccando l’astensionismo. La polemica non si accende solo tra palco e platea. Con qualche fischio che si abbatte anche su Enrico Mentana, quando parla di Mario Draghi. +++

Ci pensa Davide Casaleggio ad alzare i toni, in un’intervista. “La Costituente è finta, non c’è democrazia, è l’eclissi finale del Movimento“, è la sua riflessione. A cui risponde per le rime il capogruppo Stefano Patuanelli. “Casaleggio è vergognoso, ha la faccia di bronzo o la memoria corta, era Rousseau a non essere trasparente“, la replica. Insieme ai capigruppo, Patuanelli e Silvestri, arrivano all’Eur i big del Movimento. C’è Fico, che ribadisce il suo sì alle alleanze. C’è Appendino, che rinforza il suo alert sul rischio di essere fagocitati dal Pd. Ci sono i vice Taverna e Ricciardi, e pure Crimi, il deus ex machina dei quesiti. Si vede anche la governatrice della Sardegna Alessandra Todde. Mancano Toninelli e la Raggi, entrambi “vicini” a Grillo. Ma tra i grillini, c’è solo Mariolina Castellone, che dialoga con i contestatori.

Prima dello showdown finale, mentre si attendono contromosse di Grillo, il dibattito a ‘Nova‘ inizia vivace. Applausi scroscianti su temi come giustizia, scuola, università e sanità. Platea spaccata quando si parla di ‘campo largo’. E cresce l’attesa sui quesiti che definiranno le alleanze e il posizionamento politico del Movimento.

Gli schieramenti, pro Conte o pro Grillo

Sta di fatto che i due leader ormai non si parlano più, ma è attorno a loro che si muove la gran parte della “galassia Cinquestelle”. Dall’uscita di scena di Di Maio, il Movimento si è sempre più “contizzato”. La Costituente ha prodotto un effetto polarizzazione: o con l’uno o con l’altro. Sono “contiani” la vicepresidente vicaria Paola Taverna, incaricata di tessere la tela delle alleanze locali; col presidente anche i suoi vice, entrambi deputati, Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi, e il senatore Mario Turco. Contiano doc il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, così come gran parte dei parlamentari, da Leonardo Donno a Barbara Floridia. Vicino a Conte, ma non senza distinguo, il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, da sempre sostenitore convinto della necessità del campo largo.

Sono invece ritenuti “grillini” l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che fa parte del Comitato di garanzia del Movimento, l’ex ministro Danilo Toninelli, Collegio dei probiviri, e il tesoriere Claudio Cominardi. Fra i parlamentari che hanno preso le difese di Grillo, la senatrice Maria Domenica CastelloneChiara Appendino ha provato a suggerire una linea più “unitaria”, mettendo l’accento sulla necessità di ricostruire “l’identità” del Movimento prima di pensare alle alleanze, ma non sembra volersi proporre come riferimento per una battaglia di minoranza interna.

Nel campo dei sostenitori residui di Grillo, il clima è di rassegnata attesa: c’è chi semina dubbi sulla credibilità dei risultati del voto (le modifiche che richiedono una maggioranza qualificata potrebbero consentire al garante un intervento per far ripetere il voto), e chi dice che non c’è più spazio per restare: “Nei partiti le minoranze interne hanno un peso, dibattono, propongono istanze. Qui c’è la morte civica, da quando Conte è diventato presidente” protesta una figura di primo piano del M5S dell’era Grillo. Una dichiarazione che sembra lo specchio di quella, sul fronte opposto, della vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino, di sicura fede contiana, che in una intervista ad Affaritaliani.it indica agli oppositori la via dell’uscita: “Meglio la scissione che la minoranza interna”.

Casaleggio: “Costituente M5s è l’eclissi finale

“Questa iniziativa è figlia di un fallimento elettorale dopo l’altro. Hanno pubblicato quanti sono, anzi quanti dovrebbero essere, gli iscritti: sono dimezzati rispetto a quando sono uscito, tre anni fa. Questa gestione dall’alto non funziona, è in declino. Il M5s è nella vecchiaia avanzata. Questo evento certifica la fine di un sogno. Mi sembra l’eclisse finale“. Lo ha detto Davide Casaleggio a” Omnibus” su La7 commentando l’Assemblea costituente del M5s.

“Si abbandonano la democrazia dal basso – ha aggiunto Casaleggioe l’idea di far decidere gli iscritti, e si finge una democrazia. Si decidono dall’alto quali debbano essere le alleanze, ad esempio. È una finzione far decidere i quesiti da 300 anonimi. Stiamo parlando del nulla dal punto di vista democratico. Chi ha organizzato questa iniziativa ha definito ciò che doveva uscire“.

Il proprietario della Casaleggio Associati, figlio del fondatore del M5s Gianroberto Casaleggio, è poi intervenuto sulle votazioni in corso in occasione dell’Assemblea costituente dei 5stelle. “Non si sa – ha spiegato – quale sia il notaio che debba certificare queste cose, il numero di iscritti è uscito ieri. Non c’è un collegio di garanzia su questa votazione, che non sia quello assunto da Conte. Nell’ultimo anno non ci sono state certificazioni notarili sulle votazioni, almeno pubbliche. Io non ne ho più visti“.

“Grillo ha chiesto chiarimenti su quesiti, iscritti, e quant’altro. – ha proseguito CasaleggioMa la situazione è un po’ triste perché c’è un pensiero verso il futuro del M5s che sta escludendo alcuni suoi pilastri. È un processo opaco, da cui uscirà un risultato che non darà una spinta. Si sta discutendo alla fine se dare un terzo mandato al Pd“. “Il tema – ha concluso – è che questo modello non sta funzionando, ha allontanato iscritti ed elettori. Questo modello ha portato a un’irrilevanza politica”.

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