Le barzellette della politica “affarista” barese, gli incroci affaristici , le “pressioni” di imprenditori operanti nel settore dell’informazione, sembrano non avere fine. Gli stabili blindati da Comune di Bari sono 200 e vengono considerati una testimonianza di architettura contemporanea motivo per il quale non potranno né essere demoliti né essere al centro di operazioni di trasformazione edilizia.
Il vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana Giovanna Iacovone, la prossima settimana, illustrerà alla maggioranza che regge la giunta Leccese il risultato di un monitoraggio condotto dalla ripartizione Governo e sviluppo strategico del territorio e la proposta di delibera che di fatto introdurrà una nuova tutela per quei palazzi che hanno particolari caratteristiche architettoniche con un evidente obiettivo . Quello di evitare che si ripetano casi come quello del palazzo di via Scipione l’ Africano (adiacente al Policlinico) che ospitava la redazione e lo stabilimento tipografico del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, il cui cambio di destinazione è stato deciso ed autorizzato dalla Giunte Decaro, della quale è bene ricordare. l’attuale sindaco Vito Leccese era capo di gabinetto, cioè il “crocevia” delle operazioni amministrative del Comune di Bari.
Il destino vuole che la nomina dell’assessora Giovanna Iacovone, diventata vice sindaco, sia stato indicata dall’ avv. Michele Laforgia, legale che assiste i due imprenditori Antonio Albanese proprietario del Gruppo Cisa spa di Massafra e co-editore al 50% della Gazzetta del Mezzogiorno, e Vito Ladisa amministratore del Gruppo Ladisa (Finlad Holding spa) società che di fatto attraverso la Ledi srl gestisce il quotidiano L’ Edicola del Sud. Una “comunione” di interessi che unisce i due gruppi che fanno gli editori attingendo ai contributi pubblici previsti dalla Legge sull’ editoria, attraverso fondazioni ed imprese benefit di facciata, ed hanno trovato una pax legale proprio sulla spregiudicata operazione di demolizione immobiliare di via Scipione l’ Africano per realizzare appartamenti messi sul mercato a 4mila euro al metro quadrato.
“La demolizione del palazzo che sino a sette anni fa ha ospitato la Gazzetta rappresenta la perdita di un patrimonio, inteso come elemento di valore non soltanto economico e di rendita”. ha commentato l’ architetta Mariella Annese ricercatrice nel dipartimento di Architettura, costruzione e design del Politecnico di Bari e docente di urbanistica. Sui tanti progetti edilizi in cantiere a Bari ( Bosco verticale, Nodo verde, Costasud e MyCity ) la Annese in una recente intervista ha dichiarato: “Da parte dell’amministrazione servirebbe processare i dati. Quante trasformazioni puntuali sono in deroga alla pianificazione? Un bilancio sul grande dinamismo immobiliare della città sarebbe utile per capire. Il Comune lo ha fatto sul Piano casa, ma non si è spinto oltre. Serve per capire le carenze di cui soffre la città nel complesso, questo quadro sinottico oggi non esiste. Quali patrimoni stanno aumentando la propria rendita? Per quale uso reale? Per quali abitanti? Queste questioni vanno governate con un piano e con strumenti di conoscenza che oggi Bari non ha: la città va costretta a un’autovalutazione“.
Il monitoraggio “last minute” avviato dall’amministrazione Leccese, ha consentito il censimento di 200 immobili, progettati e pensati da architetti e ingegneri locali ma non solo. Tra i complessi edilizi censiti compare lo stadio di San Nicola, progettato per i Mondiali di Calcio di “Italia ’90” dall’archistar Renzo Piano e i due palazzi di corso Vittorio Emanuele progettati dallo studio Chiaia-Napolitano. La vicesindaco Iacovone parlando con una giornalista dell’edizione barese del quotidiano La Repubblica che ha sede e redazioni proprio in uno dei due palazzi di corso Vittorio Emanuele, ha affermato: “Abbiamo deciso di indicare gli immobili che rientrano nella cosiddetta architettura contemporanea per tutelarli in modo definitivo, parliamo di immobili che crediamo siano meritevoli dal punto di vista architettonico“.
Il monitoraggio immobiliare barese rientra nell’ambito dell’attività avviata dalla ripartizione Governo e sviluppo strategico del territorio per adeguarsi a quanto previsto dalla legge regionale del 2023 che disciplina gli interventi di ristrutturazione edilizia e che segue quella sul Piano Casa. La normativa vigente ripone un ruolo centrale alle Amministrazioni Comunali nella identificazione e definizione delle aree dove saranno ammessi interventi di demolizione e ricostruzione di edifici abbandonati con un ampliamento volumetrico che cambia a seconda delle funzioni indicate.
L’assessorato affidato alla vicesindaca Iacovone è al lavoro per identificare la perimetrazione dove saranno possibili gli interventi previsti dalla legge regionale e proprio nell’ambito di questa mappa è stato avviato il censimento dei palazzi che automaticamente saranno sottoposti a una forma di salvaguardia. La parola adesso passerà alla maggioranza della giunta guidata dal sindaco Leccese che dovrà esprimersi sulla proposta del vicesindaco Iacovone. Chi avrà il coraggio in consiglio comunale a Bari di criticare la decisione della Giunta De Caro con Vito Leccese capo di gabiletto del sindaco ?
Il censimento dei palazzi, espressione dell’architettura contemporanea, vuole rappresentare un tentativo di salvare dagli effetti del nuovo Piano Casa (se pure ridimensionato rispetto ai precedenti proprio per il ruolo affidato ai Comuni) gli edifici che hanno scritto la storia architettonica della città nel Novecento. Qualcuno vuole forse lavarsi la propria coscienza ?