L’inchiesta sugli acquisti, prestazioni da privati, case di cura danneggiate e favorite dall’ ASL Taranto nel 2011 e nel 2012, svolta su delega del pm Maurizio Carbone, dagli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Taranto comandato dal T.Col. Renato Turco, ed il gruppo guidato dal T.Col. Dario Marano, che sono giunti a delle conclusioni che hanno indotto la Procura ad ipotizzare il reato di “concorso in abuso d’ufficio” nei confronti di quattro dirigenti: l’ex direttore generale Fabrizio Scattaglia (che il Vescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro voleva porre alla guida della struttura ospedaliera della Cittadella della Carità – leggi QUI ), il direttore amministrativo Paolo Quarato, il dirigente istruttore Francesco Bailardi ed il direttore sanitario Maria Leone.
Le indagini sono partite alla fine del 2012, quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, su delega dell’autorità giudiziaria, si presentarono negli uffici dell’ ASL Taranto e delle case di cura-cliniche accreditate nella provincia di Taranto, per acquisire le documentazione amministrative e contabili riguardante i contratti sottoscritti nel periodo 2009-2012 con l’azienda sanitaria locale guidata da Fabrizio Scattaglia . Dalle successive indagini è emerso che i quattro indagati, utilizzando (meglio, approfittando) i loro poteri d’ ufficio, avevano adottato illegittimamente due delibere nel 2011 e nel 2012, che riguardavano il piano di acquisto delle prestazioni erogabili in regime di ricovero presso le case di cura accreditate con l’ ASL Taranto e quindi con la Regione Puglia.
In queste delibere illegittime erano state assegnate nel 2011 e nel 2012 ad alcune case di cura attive nel territorio di Taranto delle importanti risorse finanziarie applicando dei criteri difformi a quelli stabiliti dalla Regione. Decisioni queste atte a procurare volutamente un illegittimo vantaggio economico-finanziario in favore di alcune case di cura fra cui la Clinica D’Amore, al Crm-Centro Medico di Riabilitazione, ed alla Cittadella della Carità (struttura della quale Scattaglia, una volta uscito dall’ ASL Taranto, stava per essere nominato amministratore delegato – vedi nostro articolo) a sfavore e danno delle altre cliniche ed particolarmente della Clinica San Camillo.
Sulla base di quanto verificato ed appurato dalle Fiamme Gialle, sino all’ applicazione della delibera 1494 del 2009 dalla Giunta Regionale pugliese guidata da Nichi Vendola, l’ ASL di Taranto, aveva assegnato le risorse finanziarie provenienti dal fondo regionale alle singole case di cura, distribuendolo secondo il criterio noto come “spesa storica“.
Nel 2010, sulla base di quanto appurato dalla Guardia di Finanza , l’ ASL Taranto aveva correttamente applicato il criterio del posto letto “pesato” , cioè calcolato sul numero di posti letto accreditati per singola disciplina, sulla base della percentuale di occupazione dei posti letto rilevata l’anno precedente, ed il peso medio dei Drg cioè il raggruppamento omogeneo di diagnosi. Dall’anno successivo, e siamo nel 2011, sono stati applicati dei criteri differenti quale indicatore di attività, e cioè il “posto letto grezzo“. Criteri questi, che secondo la Procura di Taranto, sono ben differenti ed in evidente contrasto e disapplicazione delle indicazioni della Regione Puglia. Una evidente variazione questa che confermerebbe, secondo gli inquirenti, l’assolta consapevolezza dei 4 indagati di aver applicato delle decisioni contrarie alle norme di Legge, basandosi sulla propria discrezionalità e quindi arbitrarietà.
Ammontano a circa 70 milioni di euro i fondi che venivano assegnati annualmente alle cliniche private di Taranto e provincia, con delle significative preferenze in favore di alcune cliniche, ed a sfavore di altre. Nel periodo temporale preso in analisi, la Clinica San Camillo avrebbe ricevuto un danno economico stimato in un milione e 600mila euro.
I militari del Nucleo di polizia tributaria, nella loro relazione al pubblico ministero carbone, non hanno esitato ad evidenziare l’ applicazione di un criterio di ripartizione del fondo unico dell’ ASL Taranto contrariamente alle norme contenute, che hanno causato negli anni 2011 e 2012 l’applicazione di valori economico-finanziari illegittimi.
Le cliniche indagate, assistite dagli avvocati Egidio Albanese ed Enzo Vozza, hanno depositato memorie difensive al sostituto procuratore Maurizio Carbone . Anche se la decisione finale spetterà al Gip a cui si rivolgeranno certamente gli indagati. E sarà quindi il Giudice a dover decidere se mandare a processo i rappresentanti legali delle cliniche indagate dalla Procura.