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21 Marzo 2025 19:51

Appalti “truccati” nel carcere di Taranto: la Procura avanza nove richieste di rinvio a giudizio

Nella richiesta di processo avanzata dalla procura di Taranto, compaiono anche Barbara Panunzio, dirigente del carcere di Taranto, il dirigente comunale Carmine Pisano e l'imprenditore Alberto Frangelli

Nell’ ambito dell’inchiesta “Pandora” sui presunti appalti truccati nella casa circondariale di Taranto, condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento dalla Procura di Taranto , sono nove le richieste di rinvio a giudizio avanzate dal pubblico ministero Vittoria Petronella,. Tra gli imputati compare l’ex direttrice del carcere, Stefania Baldassari, ritenuta estranea alle accuse di corruzione sulle vicende degli appalti, a carico della quale la Procura contesta i “reati di truffa e falso” per avere falsificato la sua presenza in servizio al fine di riscuotere indebite indennità, eludendo i vigenti previsti sistemi di rilevazione delle presenze.

Nella richiesta di processo avanzata dalla procura di Taranto, compaiono anche Barbara Panunzio, dirigente del carcere di Taranto, e l’imprenditore Alberto Frangelli entrambi posti in via cautelare agli arresti domiciliari. A loro carico, sono contestate le accuse sono di corruzione per aver annullato una gara d’appalto per favorire un’altra azienda e per uno scambio di denaro legato a lavori di impermeabilizzazione. Accuse che chiaramente sono state respinte dai due imputati in sede di interrogatorio. Tra gli imputati compare anche il dirigente comunale Carmine Pisano. L’udienza preliminare dinanzi al Gip Giovanni Caroli del Tribunale di Taranto, si svolgerà il prossimo 7 maggio.

la Baldassari ed il presidente di Confagricoltura Luca Lazzaro (estraneo all’inchiesta) alla firma di accordi

Le contestazioni alla Baldassari risalirebbero alla scorsa campagna elettorale. Venne interdetta dai pubblici uffici per un anno, con il sequestro di circa settemila euro (ammontare delle indennità precepite secondo le indagini illegittimamente) misura successivamente revocata dal Tribunale del Riesame .

Il Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Giustizia ha applicato una sospensione di sei mesi nei confronti dell’ex direttrice del carcere ionico Stefania Baldassari per avere avuto un comportamento scorretto verso i dipendenti ed il pubblico, “comportamento non conforme al decoro delle funzioni e uso dell’impiego ai fini di interessi personali”. Una sanzione che chiude il secondo procedimento disciplinare aperto nei confronti della Baldasssari dopo l’indagine avviata dal pm Milto Stefano De Nozza della DDA di Lecce, per i rapporti dell’ ex direttore del Carcere di Taranto con il gruppo guidato da Michele Cicala e per il sostegno ricevuto dal “clan” in occasione della campagna elettorale nelle amministrative 2017 in cui la Baldassari era candidata alla poltrona di sindaco.

Dalla decisione del DAP, si apprende anche che la sospensione va consideratainteramente presofferta nel periodo che va dal 3 settembre 2021 al 3 marzo 2022″, periodo nel quale la dirigente era stata già sospesa per un primo procedimento disciplinare che si era concluso con l’archiviazione delle accuse a suo carico. Quindi attualmente la Baldassari può continuare a lavorare avendo di fatto già scontato quel periodo di sospensione. Alla dirigente penitenziaria sarebbe stata anche revocata la funzione di vice provveditore del carcere di Bari, messa a disposizione del provveditorato regionale.

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