di Antonello de Gennaro
E’ da oltre un anno che quotidianamente vengo fermato ed interrogato da molta gente, amici o sconosciuti, tutti quanti con la stessa domanda: perchè non uscite anche in edicola ? La risposta è puntuale ed è sempre la stessa: non siamo dei pazzi e non vogliamo fallire, come hanno fatto altri giornali locali, come ad esempio il quotidiano Taranto Oggi scomparso nelle edicole e per le strade dove veniva venduto dagli strilloni ai semafori, nel silenzio più agghiacciante della città e del sindacato giornalistico, troppo impegnato alla propria campagna elettorale interna, per cercare di contare di più e fare carriera grazie ad una tessera sindacale, invece che professionalmente. Non vogliamo fallire come hanno fatto i giornalisti soci-dipendenti della Cooperativa giornalistica 19 luglio che nonostante abbiano incassato oltre 27 milioni di euro di contributi pubblici a fondo perduto (grazie alla Legge sull’ Editoria) ha cessato le pubblicazioni del quotidiano Corriere del Giorno di Puglia e Lucania con la messa in liquidazione coatta amministrativa (procedura fallimentare) con un “buco” debitorio di circa 5 milioni di euro , giornale questo che non ha mai avuto e non aveva alcun collegamento societario, giornalistico con lo storico quotidiano tarantino Corriere del Giorno, fondato nel 1947 da mio padre e da altre tre giornalisti-soci, con i propri soldi privati.
Lo storico quotidiano Corriere del Giorno, fondato nel 1947, è stato “resuscitato” e messo online sule pagine web che state leggendo i questo momento, come iniziativa privata esclusivamente della mia famiglia, con propri fondi finanziari, e senza finanziamenti pubblici, per essere una voce indipendente in tutta la Puglia, esclusivamente al servizio dei lettori, ed equidistante da tutti i partiti e partitini vari, possibili ed immaginabili. Ci dispiace deludere i “vecchi” affezionati della carta stampata, ma i giornali che trovate in edicola, sono tutti destinati a chiudere o a passare sul web.
La carta stampata, i giornali in edicola sono destinati a morire. E vi spiego il perchè Un giornale se non è controllato da grandi gruppi editoriali come il Corriere della Sera, che in Puglia pubblica al suo interno il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, (in piena crisi economica ed occupazionale) non può sostenere i costi industriali necessari alla sua gestione (personale, distribuzione, percentuale alle edicole, stampa, spese fisse come luce, telefono, locazione uffici ecc.) , o come la Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano barese, un tempo quotidiano leader in Puglia e Basilicata, è stato venduto dai baresi ad un gruppo siciliano, che è in piena crisi. Sia per motivi economici che per motivi legali, essendo stato coinvolto in una storia di mafia e riciclaggio internazionale di soldi dalla Procura Antimafia siciliana, come solo noi in tutta la Puglia abbiamo reso noto. Infatti all’editore Mario Ciancio Sanfilippo sono stati sequestrati 12 milioni di euro tra titoli e azioni depositati in Svizzera oltre che la somma in contanti di 5 milioni. Secondo la Procura avrebbe “apportato un contributo causale a Cosa Nostra catanese” e a breve si dovrà decidere sull’eventuale processo per concorso esterno all’associazione mafiosa. A proposito..complimenti a tutti i colleghi pugliesi che hanno taciuto la notizia (leggi QUI) . Ottimo giornalismo…a 90 gradi !
Non è un dato insignificante…sapere che la Gazzetta del Mezzogiorno ha venduto la propria sede storica di via Scipione l’ Africano a Bari, dove si stampava anche il quotidiano, dopo aver venduto alcuni anni fa l’emittente televisiva Antenna Sud,(leggi QUI) chiudendo la redazione giornalistica. Anche in quel caso come sempre, strilli e proteste inutili dell’ Assostampa , il sindacato dei giornalisti pugliesi. Così come pochi sanno all’esterno del giornale siculo-barese, che i giornalisti da quasi due anni vengono retribuiti con i contratti di solidarietà (che è un ammortizzatore sociale) che grava anche sui contribuenti. Anche in tal caso (era il giugno 2013) i sindacalisti strillarono inutilmente: “Il Comitato di Redazione della Gazzetta del Mezzogiorno dichiara “irricevibile il piano di interventi proposto dall’editore Mario Ciancio Sanfilippo che prevede la chiusura, tramite accorpamento, delle redazioni di Barletta, Brindisi e Matera e il taglio del costo del lavoro del 30% per tutte le otto redazioni giornalistiche tramite l’applicazione del contratto di solidarietà”. Il prossimo passaggio previsto dall’ editore sarà la chiusura della redazione di Taranto e Brindisi con l’unificazione in una sola redazione a Lecce e quindi un’unica edizione locale che riunificherà le tre province. Non a caso ci risulta che un giornalista-esponente sindacale dell’ Assostampa stia facendo realmente di tutto…per andare a fare il capo redattore di questa nuova redazione jonico-salentina. Ma purtroppo per lui, non ne ha le capacità e qualità, come dichiarano in privato i vertici del La Gazzetta del Mezzogiorno.
Un altro esempio è quello de il Nuovo Quotidiano di Puglia edito dal Gruppo Caltagirone, un importante solido gruppo industriale romano quotato in Borsa, che controlla aziende come la Vianini Grandi Lavori, la Cementir ecc),, che effettua grandi lavori e sopratutto riceve grandi commesse e grandi fatturati dallo Stato, giornale che esce solo a Brindisi, Lecce e Taranto, il quale senza avere le spalle l’attuale solida proprietà non avrebbe la forza di resistere autonomamente, ed in fatti il quotidiano predecessore e cioè il Quotidiano di Puglia era mestamente fallito.
Quella che vi abbiamo illustrato, cari lettori, altro non è che la “cronistoria” del’informazione locale pugliese. Quindi non è “gossip” giornalistico. E’ storia dell’editoria stampata e televisiva pugliese. Ve l’abbiamo raccontata per mettere fine alle storielle messe in giro dai soliti “pennivendoli” che non sanno giustificare il fallimento dei loro giornali, ed anche quello loro professionale. Se un giornale, una tv chiudono, è perchè non vendono in edicola o non sono seguiti in tv. E senza audience e lettori, la pubblicità non arriva. E si fallisce. E’ una regola di mercato a decretarlo, non la mia opinione.
Gli ultimi dati nazionali, documentano che il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale registra un calo del -5,9%. Lo rilevano i dati dell’Osservatorio Stampa FCP relativi al periodo gennaio-settembre 2015 raffrontati con il corrispettivo 2014, pubblicati il 30 ottobre scorso . In particolare i quotidiani nel loro complesso registrano -7,0% a fatturato e +0,1% a spazio. (che significa che hanno abbassato i prezzi e quindi hanno pubblicato più inserzioni n.d.a.) .
Le singole tipologie pubblicitarie segnano rispettivamente:
La tipologia Commerciale nazionale ha evidenziato -9,7% a fatturato e -0,3% a spazio.
La pubblicità Commerciale locale ha evidenziato -7,6% a fatturato e +0,1% a spazio.
La tipologia Di Servizio ha segnato -1,5% a fatturato e +9,1% a spazio.
La tipologia Rubricata ha segnato -3,3% a fatturato e -10,3% a spazio.
I periodici segnano un calo a fatturato del -3,9% e a spazio del -1,0%.
I settimanali registrano un andamento negativo a fatturato del -3,9% e a spazio -1,3%.
I mensili hanno percentuali negative a fatturato del -4,2% e spazio -0,8%.
Al contrario la pubblicità online registra un +4,6% a settembre; bene soprattutto tablet e mobile, secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Fcp-Assointernet per il periodo gennaio-settembre 2015, raffrontati allo stesso periodo del 2014, così commentati da Giorgio Galantis, presidente Fcp-Assointernet:
“Il fatturato delle concessionarie aderenti a Fcp-Assointernet cresce a settembre del +4,6%. Un risultato significativo trattandosi di un mese con un’incidenza rilevante sul totale anno. Definitivamente smaltito l’effetto mondiali e con un agosto positivo, complessivamente il terzo trimestre fa segnare un incremento del +2,9% rispetto al 2014. La crescita di settembre riguarda tutti i device. Da segnalare in particolare la componente mobile che sfiora il +50% e rappresenta nel mese il 6,1% del totale investimenti rilevato dall’Osservatorio Fcp-Assointernet”.
La pubblicità online continua a crescere., anche secondo Iab Italia. Nel 2014 in Italia sono stati investiti 1,9 miliardi di euro. Nel 2014 vi è stata una crescita del 12 % della pubblicità online in Italia per una spesa di 1,9 miliardi di euro. Sono i dati dell’AdEx benchmarck di Iab Italia, l’associazione che raggruppa gli operatori della pubblicità online. L’Italia continua un percorso di crescita ”ormai stabilmente avviato” commenta l’associazione e conquista una posizione nella top ten dei paesi che investono nell’adv online posizionandosi in quarta posizione, dietro a Gran Bretagna, Germania e Francia e davanti a Russia e Spagna.
Ed adesso cari detrattori, cari “pennivendoli”, cari lettori della carta stampata che parlate e sparlate sul nostro lavoro, fatevi una ragione. Siete destinati a leggerci a lungo. Ed ogni giorno i nostri lettori crescono, al contrario dei concorrenti. Infatti abbiamo ricevuto la nostra prima campagna nazionale di pubblicità da un importante società nazionale. Ai nostri concorrenti o pseudo tali un invito: l’ “elemosina” per raccogliere la pubblicità cittadina a Taranto, andatela a fare voi. Buona fortuna.