Dopo lo stop dello scorso anno, Meta sta per iniziare ad addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale in Europa sulla base dei post e dei commenti pubblici degli utenti maggiorenni. L’obiettivo è quello di insegnare all’IA a “comprendere e riflettere meglio culture, lingue e storie» per «consentire di supportare meglio milioni di persone e aziende in Europa”, sottolinea con una nota la società di Mark Zuckerberg. Si potrà decidersi di opporsi compilando un modulo. Gli utenti dell’Unione Europea che utilizzano le piattaforme dei social Meta. A partire da questa settimana inizieranno a ricevere notifiche, sia sulle app sia su email, che spiegano la tipologia di dati che la società comincerà a utilizzare.
Nelle comunicazioni verrà incluso anche il link ad un modulo con cui sarà possibile opporsi “in qualsiasi momento all’uso dei propri dati in questo modo”. L’addestramento dell’intelligenza artificiale verrà fatto con i contenuti pubblici solo degli utenti maggiorenni cioè i post e i commenti pubblici, non i messaggi privati scambiati con amici e familiari. Verranno usate anche le interazioni degli utenti con Meta AI come le domande e le richieste fatte su Instagram e Messenger, non quelle su WhatsApp.

Cosa cambierà
La funzione di chat intelligente contraddistinta dall’icona di un cerchio blu – che al momento non si può rimuovere – è stata introdotta lo scorso mese in Europa dopo che Meta lo scorso anno ne aveva fermato il lancio a seguito dei rilievi mossi dall’Autorità della privacy irlandese. L’operazione punta a migliorare la capacità dei modelli nel comprendere lingue, culture e specificità delle comunità europee, spiega Meta. “Si tratta di un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di Ia stanno diventando sempre più avanzati, con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini”.
Meta ricorda così che nel 2024 aveva posticipato l’addestramento dei modelli linguistici di grandi dimensioni utilizzando contenuti pubblici, “in attesa che i regolatori chiarissero i requisiti legali” aggiungendo “Siamo dispiaciuti che ci sia voluto quasi un anno per arrivare a questo punto – sostiene Meta – Accogliamo con favore il parere fornito dal Comitato europeo per la protezione dei dati a dicembre che ha confermato come il nostro approccio iniziale fosse conforme ai nostri obblighi legali. Da allora abbiamo collaborato in modo costruttivo con la Commissione irlandese per la protezione dei dati e non vediamo l’ora di continuare a portare tutti i benefici dell’IA generativa alle persone in Europa“.
“È importante sottolineare che il tipo di addestramento dell’IA che stiamo svolgendo – aggiunge la società guidata da Mark Zuckerberg.- non è un’esclusiva di Meta né sarà unico per l’Europa. È così che abbiamo addestrato i nostri modelli di intelligenza artificiale generativa per le altre regioni del mondo, fin dal lancio. Stiamo seguendo l’esempio di altre aziende, tra cui Google e OpenAI che hanno già utilizzato dati degli utenti europei per addestrare i propri modelli di IA“.
“E’ fondamentale che i nostri modelli di intelligenza artificiale generativa – conclude Meta – vengano addestrati su una varietà di dati che gli permettano di comprendere le incredibili e variegate sfumature e complessità che caratterizzano le comunità europee. Un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più avanzati con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini“.