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16 Aprile 2025 12:59

Visibilia, processo rinviato a maggio. Il pm dovrà riscrivere l’accusa

Il giudizio a carico di Daniela Santanchè è stato aggiornato al 13 maggio. I giudici chiedono chiarimenti sui capi d'imputazione

“Nel fascicolo del dibattimento non abbiamo trovato nulla riguardo ai corpi di reato e ai bilanci che sarebbero stati falsificati”. In apertura del processo a carico, tra gli altri, della Ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente del collegio dei giudici, Giuseppe Cernuto, ha ‘bacchettato’ i pm Luigi Luzi e Marina Gravina, invitandoli a definire meglio i capi d’imputazione, cioè la ‘trama’ dell’accusa, anche in relazione alle perdite “anno per anno“.

Richiesta di chiarimenti

Quanto al capo d’imputazione ritenuto non scritto coi crismi di legge, il giudice Cernuto ha chiesto ai pm di definirli meglio per rendere “più semplice la valutazione del tribunale ed evitare confusione”. Il pm Luzi ha assicurato che depositerà al più presto i bilanci in cancelleria.

Il processo è stato aggiornato al 13 maggio perché l’avvocata Antonella Augimeri, legale di Massimo Cipriani, ex consigliere del Cda di Visibilia, ha chiesto la nullità del decreto di rinvio a giudizio per violazione dei diritti della difesa. I giudici si sono riservati di decidere nella prossima udienza

Eccezione preliminare

L’eccezione preliminare proposta dall’avvocata Augimeri era stata già bocciata dalla gup Anna Magelli nell’udienza preliminare che ha portato al rinvio a giudizio della Santanchè ed altre 14 persone, tutte accusate di aver nascosto “al pubblico le perdite” milionarie, cumulate fra 2016 e 2022, dalle società Visibilia Editore spa e Visibilia Editrice srl (che hanno patteggiato in udienza preliminare) e per gli anni 2019-2020 della Visibilia srl in liquidazione (rinviata a giudizio con intervenuta prescrizione per i bilanci precedenti) e di aver mascherato la “sistematica incapacità” di “produrre reddito” per trarre un “ingiusto profitto

Contestazioni procedurali

In sostanza, la legale di Cipriani, unico imputato presente in aula, ha contestato imprecisioni procedurali dei pm nel momento in cui hanno depositato delle integrazioni alle indagini, determinando “una violazione del diritto della difesa” perché non ne sarebbe stato dato conto nei tempi giusti agli indagati. Se la giudice accogliesse l’eccezione, basata sull’articolo 430 del codice di procedura penale e alla quale si sono associati anche i legali di Santanchè, si dovrebbe tornare indietro all’udienza preliminare

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