Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, disposto dalla Procura di Taranto, di un immobile commerciale ubicato nella centrale via D’ Aquino (dove veniva svolta l’attività di esercizio di un bar) , e di altri beni e disponibilità finanziarie del valore complessivo di 846 mila euro. A capo dell’organizzazione un commerciante di Statte M.P. di quarantacinquenni che si avvaleva della consulenza di un commercialista, ed altre 13 persone che sono stati denunciate a vario titolo per i reati di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche“, “falsità commessa dal privato in atto pubblico” nonché impiego di denaro di provenienza illecita.
Il provvedimento è l’epilogo di indagini delegate dal sostituto procuratore della repubblica di Taranto dr.ssa Putignano su di una truffa di importo pari alla predetta cifra, finalizzata all’indebita percezione di fondi europei (Por Puglia 2007/2013) cofinanziati dall’ Unione Europea (50%), lo Stato Italiano (40%) e la Regione Puglia (10%), destinati ad incentivare l’occupazione femminile. L’operato delle Fiamme Gialle ha consentito di individuare 12 imprese, operanti in diversi settori commerciali, in particolare imprese di pulizia e bar, costituite fittiziamente da soggetti legati da vincoli di parentela o amicizia con l’ideatore del meccanismo fraudolento e prevalentemente risultate ubicate a Taranto, presso indirizzi coincidenti con le abitazioni dei medesimi intestatari fittizi. Il predetto truffatore provvedeva, per ciascuna delle citate imprese, a formalizzare assunzioni meramente cartolari di circa 130 donne, di età compresa tra i 30 ed i 45 anni, tutte ignare di essere state assunte dai truffatori.
Ad illustrare l’operazione di polizia giudiziaria in una conferenza stampa il procuratore capo della repubblica di Taranto, dr. Franco Sebastio (ormai prossimo alla pensione, il suo mandato scade il prossimo 31 dicembre) , il nuovo comandante provinciale della Guardia di Finanza col. Gianfranco Lucignano, il comandante del nucleo di polizia tributaria Ten. Col. Renato Turco ed il caposezione Ten. Col. Dario Marano.
La truffa, che è stata sventata grazie ad una segnalazione partita dalla Regione Puglia alla Guardia di Finanza, era così congegnata. I denunciati costituivano “fittiziamente” delle ditte individuali, che fingevano di aver assunto delle persone per poi ottenere il contributo, esibendo all’ Ente erogatore (la Regione Puglia n.d.r.) documentazione fasulla di 130 dipendenti donne, producendo degli F24 falsificati per pagamenti contributivi Inps ed Inail , i modelli “Unilav” per le assunzioni, e buste paga per le ignare dipendenti “virtuali”.
Le donne sono state tutte convocate ed ascoltate dalla Guardia di Finanza, hanno dichiarato e confermato di non aver mai saputo di essere state assunte, nè avevano mai percepito alcun compenso, generando negli investigatori del nucleo di polizia tributaria, guidati nell’inchiesta dal ten. col. Dario Marano, la certezza che tutti i dati delle povere “vittime” erano stati presi dai curriculum vitae di ognuna, e dalle copie dei documenti di identità che avevano fornito con la speranza di poter lavorare. La Commissione europea aveva notificato nello scorso mese di luglio all’Italia che i pagamenti dei fondi UE nell’ambito del programma operativo Puglia per il periodo di programmazione 2007-2013 potevano ripartire, in quanto i pagamenti erano stati interrotti a giugno 2014 perché erano state identificate delle irregolarità e carenze nel sistema di gestione e di controllo, in particolare nell’ “audit” (cioè nel controllo della spesa) e negli “appalti pubblici”.
Secondo l’ipotesi accusatoria degli inquirenti l’ideatore della truffa, ben consigliato e “guidato” da un commercialista-consulente aziendale (chiaramente denunciato) si era fatto fare delle deleghe dai titolari e dai prestanome delle ditte individuali aperte “ad hoc” per il raggiro, ottenendo una prima tranche del finanziamento dalla Regione Puglia per circa 800 mila euro che una volta incassati sono stati subito fatti scomparire dai vari conti correnti. Ma alla solerte attenzione dei funzionari della Regione Puglia, che stavano effettuando i controlli necessari sulla documentazione prima di effettuare il versamento di una seconda tranche di 800 mila euro, la documentazione è sembrata anomala, e quindi è partita la segnalazione alla Guardia di Finanza.
Il denaro della prima tranche è finito in realtà nelle mani del principale indagato, cioè l’ideatore della truffa, e dei suoi familiari, come ha ammesso lo stesso commerciante agli uomini della Guardia di Finanza, ed è stato in parte utilizzato per l’acquisto, attraverso persino un mutuo bancario, per acquistare un immobile destinato ad attività commerciale di bar e ristorazione nella centralissima via D’ Aquino, intestato ad altri due prestanome, e che è stato posto sotto sequestro lo scorso 18novembre dalla Procura della repubblica di Taranto, poco prima che venisse venduto a degli ignari potenziali acquirenti.
Grazie alle indagini dei finanzieri ed al sequestro dell’immobile disposto dal pm dr.ssa Putignano, è stato possibile sventare il compimento completo della truffa, e quindi la Regione Puglia ha bloccato la seconda tranche di altri 800mila euro che era prevista per il progetto rivelatosi truffaldino.